"Ordiniamo una pizza per cena? Ti va bene?" Mi domanda Luca, incastrando i suoi occhioni grandi nei miei, vuoti e trasparenti. Io lo guardo e annuisco tranquillamente, ritornando a guardare lo schermo del mio Iphone. "Vuoi la solita?"
Annuisco di nuovo. Lo sento sbuffare, mentre si allontana in salotto per chiamare la pizzeria.
Mi scappa un sospiro dalla bocca, e poi caccio via una ciocca di capelli che sgattaiola via dalla mia crocchia terribilmente disordinata.
Mentre lui parla al telefono, ne approfitto per chiudere gli occhi e riordinare i miei pensieri, che sono confusi da ieri, precisamente da quando Riccardo ha varcato di nuovo la soglia della mia vita, urlandomi di amarmi in una maniera meno delicata e calma possibile. Come suo solito, mi ha stravolto tutto, lasciando che milioni di domande prendessero il sopravvento.
"Federica?" La voce delicata e bassa del mio compagno, risuona alle mie spalle, obbligandomi a sollevare il capo e girarmi verso la sua direzione.
"Mmh?"
La sua espressione è strana, quasi confusa, mentre continua a guardarmi come se volesse avere al più presto delle risposte.
"Mi spieghi cosa diavolo hai nella testa? Sembri completamente assente! Ti parlo e mi rispondi a monosillabi o con i gesti. Cosa dannazione hai? Dimmelo ti prego perché non ci sto capendo più nulla" Sembra arrabbiato, ma cerco di non dar molto peso a questa cosa.
"Non so, sono un po' stanca. Tutto qui" Rispondo calma, sollevando le spalle. Mentirei se dicessi che tutto va per il verso giusto, perché non è assolutamente vero.
"E secondo te, è un motivo valido per comportarti in questo modo?" Domanda retoricamente.
Io lo guardo, sollevandomi e avanzando lentamente verso il bancone della cucina, appoggiando la schiena contro quest'ultimo.
"Non lo so, mi va di comportarmi così e basta! Non so cosa ci sia di strano"
"Cosa c'è di strano? Tutto! Sembra che io sia un peso per te!" Questa volta alza un po' la voce e la cosa mi fa rabbrividire.
"Dio, no! Non è vero. Non pensarlo neanche, è solo un momento. Sono certa che passerà" Rispondo, e lui sbuffa, passandosi una mano fra i suoi capelli scuri e perfettamente in ordine. Prendo un profondo respiro e poi gli sussurro: "Mi dispiace..."
"Okay, va bene" Bisbiglia. "Non voglio litigare con te. Lo odio"
"Anch'io... per cui, smettiamola"
Lo vedo annuire, mentre mi sorride con dolcezza. Mi avvicino a lui a passi lenti, sperando che apra le braccia e mi stringa un po'. Lo fa all'istante, e io appoggio la guancia sul suo petto, perdendomi nell'ascoltare i suoi battiti regolari. Il suo profumo mi invade e una calma improvvisa mi attraversa.
Chiudo gli occhi e lascio un bacio a stampo sul suo collo, rilassando i suoi muscoli tesi e duri.
Odio dire bugie alle persone alla quale voglio bene, ma non posso ammettere che la causa di questo mio silenzio è soltanto Riccardo. E la cosa più importante è che non posso assolutamente dirgli di essere stata con lui per diversi minuti, e aver ascoltato ciò che aveva da dirmi.
Il nostro abbraccio si scioglie dopo qualche secondo, lasciando che le sue labbra si poggino sulle mie con delicatezza, facendo nascere un piccolo bacio. Si allontana da me poco dopo, frugando come un topolino sul pensile della cucina e cercando di mangiare qualcosa nell'attesa che arrivi la nostra cena.
"Luca?" Lo chiamo, cercando di attirare la sua attenzione.
"Dimmi, cucciola" Lui si gira verso la mia direzione, guardandomi con attenzione.
"Ma tu mi ami?"
I suoi occhi cambiano all'improvviso. Non sono più sereni come qualche secondo fa, ma posso perfettamente intravedere quel pizzico di scompiglio improvviso che li pervade.
"Perché me lo chiedi?" Chiude il pensile e si avvicina.
"Non lo so, non me l'hai mai detto"
"Beh, neanche tu" Risponde immediatamente, difendendosi. Io lo guardo. È vero, non posso permettermi di dire il contrario.
"Lo so, ma...-"
Lui mi interrompe, sollevando l'indice proprio di fronte al suo viso.
"Io penso una cosa: non siamo obbligati a dire 'ti amo', se non siamo pronti. Evidentemente abbiamo bisogno di un po' di tempo, non credi anche tu?"
"Si, assolutamente"
"Ecco... quindi tranquilla. È normale"
La sua frase può essere vera sotto tanti punti di vista, ma nei suoi occhi vedo che non me lo dirà mai, perché forse quello che ci lega non è amore, ma soltanto qualcosa in più rispetto ad una normale amicizia.
Devo ammettere che noi non siamo una coppia normale. Noi non dormiamo insieme la sera, non facciamo l'amore, non ci sussurrano paroline dolci all'orecchio e non ci parliamo con gli occhi. Noi non facciamo nulla di tutto ciò, e direi un'enorme cazzata se ammettessi che nella vita voglio questa specie di relazione. Dannazione, no! Non lo voglio. Io non voglio vivere un amore del genere.
"Ecco, quindi non farti venire strane idee in testa" Mi pizzica la punta del naso, e io gli rispondo con una risatina falsa e breve, che termina all'improvviso quando lui raggiunge il salotto, lasciandomi da sola in cucina.
"Dio mio..." Borbotto a bassa voce. Appoggio una mano sulla fronte, e afferro una tovaglia dal cassetto, facendola scivolare sul tavolo.
L'improvviso "ritorno" di Riccardo, se così vogliamo chiamarlo, è riuscito a far nascere dentro di me milioni di dubbi e dopo questa strana conversazione con Luca, questi piccoli dubbi sono diventate certezze. Lui non mi ama, e forse non mi amerà mai. L'ho letto nel suo sguardo.
Vorrei picchiarmi per aver iniziato una storia con lui, sapendo indipendentemente da tutto, che il mio cuore appartiene ad un'altra persona. E sarà per sempre così.
In questo preciso momento, vorrei solo essere fra le braccia di Riccardo, per poter assaporare di nuovo quel piccolo strato di felicità che ho perso da davvero troppo tempo.
Il suono improvviso del campanello mi fa letteralmente sussultare, e in preda ad un'improvvisa crisi di pianto, urlo a Luca di aprire il cancello. Sarà sicuramente il fattorino.
Non mi ero neanche accorta di avere gli occhi strapieni di lacrime, e quando socchiudo le palpebre, due di esse iniziano a rigarmi dolcemente le guance. Le caccio via con le dita e sospiro, sentendo il mio cuore spezzarsi in due parti perfettamente uguali e fragili.
Prendo un respiro e fisso il vuoto, fin quando la voce squillante di Luca riempie le pareti della mia villa. "Ecco la pizza! Possiamo iniziare a mangiare"
Annuisco e ci sediamo. La cena vola via in fretta, e lui va' via soltanto un'ora dopo, lasciandomi un semplice bacio sulla guancia e augurandomi la buonanotte.
Quando rimango da sola in casa, mi prendo qualche istante per pensare un po'. Mi farà bene.
La mia mente viaggia da sola, alternandosi da Riccardo a Luca, da me alla mia felicità, da ciò che voglio a ciò che ho paura di avere. Dio, è tutto un immenso casino.
Afferro il cellulare di scatto, con l'obiettivo di inviare un messaggio a Riccardo. Prima di farlo, però, lancio uno sguardo sull'orologio, notando che sono quasi le undici di sera. Sarà sveglio, no? In fondo, quell'uomo non ha mai avuto orari.
Afferro un pizzico di coraggio, e digito lentamente ogni singola parola.'Devo ammettere che nonostante tutto e tutti, mi manchi un pochino.'
Il messaggio viene consegnato e letto all'istante, e la cosa mi rincuora. Adesso bisogna soltanto aspettare che mi risponda. Spero con tutta me stessa che lo faccia.
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Il resto lasciamolo al destino - Federica e Riccardo (#Wattys2019)
FanficFederica Carta. Riccardo Marcuzzo. Si rincontrano all'improvviso dopo mesi... I loro cuori si incastrano ancora alla perfezione proprio come una volta, ma i loro pensieri diversi e le paure di lei saranno la causa di altre ed infinite incomprension...