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Ed eccomi qui ad affrontare l'ultimo giorno dell'ultimo anno di liceo.

Non sono psicologicamente pronta ad affrontare la maturità ed il fatto che quest'anno essa sia cambiata non mi aiuta molto; perché rivoluzionare una cosa che per anni ha funzionato? Niente più terza prova, due materie nella seconda prova, una materia in più e non si potrà fare la tesina. La mia vita è ufficialmente finita quando la professoressa ci ha annunciato questo cambiamento. Non ho problemi a scuola, vado bene in tutte le materie ed ho una delle medie più alte della mia classe, dovrei essere felice dei risultati che ho ottenuto ma c'è chi dice che se vai bene a scuola ci sono più probabilità che all'orale ti facciano domande difficili. Dire niente tesina è come dire niente rotelle per un bambino che sta appena imparando ad andare in bicicletta, questo vuol dire che nella busta che mi capiterà quella mattina ci sarà un argomento non scelto da me e dal quale dovrò poi costruire un percorso al momento. Questa cosa mi infastidisce, sono abituata ad avere il controllo su ogni cosa che faccio e adesso non so come fare, l'ansia mi divora ogni giorno che passa. Arianna mi risveglia dai miei pensieri riportandomi alla realtà: "Sei pronta per la sfilata?" la sfilata è una tradizione della mia scuola, tutti i quinti superiori devono fare una sfilata con le macchine, non è sicuramente il mio genere, molti dei ragazzi inoltre approfittano dei festeggiamenti per bere alcolici e non mi piace. Inizialmente non volevo partecipare a questa sfilata, mi sarei limitata a guardare i miei compagni di scuola; se devo essere sincera più mi guardo intorno e più mi rendo conto che al di fuori dei miei compagni di classe non conosco quasi nessuno e mi sembra strano, ho sempre partecipato ad ogni tipo di attività scolastica tranne la corsa campestre: odio correre ma avrei fatto anche quella se mi avesse dato dei crediti in più. Poi ho cambiato idea su questa sfilata, ho pesato: "questo è il mio ultimo anno qui, non mi sono mai divertita. Cosa potrebbe succedere se una volta mi diverto?" così ho deciso di buttarmi nella mischia ed ora mi ritrovo con la mia migliore amica che mi trascina verso una macchina, una Lancia Y blu o almeno credo, non me ne intendo molto di auto, senza aspettare nemmeno che io rispondessi alla sua domanda. Ho l'ansia anche adesso, gli anni precedenti non ho mai assistito a questa sfilata, ora invece tocca a me farla e non so come comportarmi. Fortunatamente a guidare la macchina sarà Arianna, di lei mi fido ed io non ho ancora intenzione di prendere la patente, voglio aspettare la fine degli esami per fare quello di guida. Quest'età porta con sé solo esami. Mi siedo sul sedile del passeggero, dietro invece sono seduti Mattia, Giorgia e Antonio. Se devo dirla tutta sono un po' preoccupata e Giorgia ha iniziato a bere birra, per mia fortuna però decide di sfilare con una sua amica, una ragazza che conosco solo di vista, credo sia del quinto A ma non ne sono sicura.

Quando finalmente Giorgia sale sulla Punto nera scopro, a mio discapito, che un ragazzo che era in quella macchina ora dovrà venire con noi. Non lo conosco, ma dal suo aspetto non sembra un tipo molto affidabile; indossa un jeans nero strappato solo sul ginocchio e una t-shirt bianca dell'Adidas, sulla testa invece porta un cappellino da baseball nero, sembra più grande di noi e non mi meraviglierei se scoprissi che è stato bocciato più di una volta. Sale in auto senza salutarci o dire niente, si limita a sbuffare e strappa dalle mani di Antonio la bottiglia di birra, Antonio sorride: "Hey amico, rilassati ce n'è per tutti!" in effetti il bagagliaio è pieno di casse di birra e spumante. Il ragazzo non si preoccupa di rispondere e credo che non voglia instaurare nessun tipo di rapporto con Antonio o con chiunque altro, però devo ammettere che quei due li vedrei bene come amici. Tutte le macchine sono in fila, noi siamo la terza auto, davanti a noi c'è una Citroen nera, la prima macchina invece è quella sulla quale è salita Giorgia. Saranno loro a dare inizio alla sfilata, Giorgia si sporge fuori dal finestrino e inizia a bere la bottiglia di spumante che ha appena aperto. La ragazza alla guida della Citroen suona ripetutamente il clacson e di conseguenza iniziano a farlo anche le altre auto. Mi sta già scoppiando la testa con tutto questo rumore. La Citroen parte, tutti noi altri la seguiamo senza mai smettere di suonare, segniamo il perimetro del parcheggio e lo percorriamo senza sosta; mi gira la testa. I ragazzetti più piccoli assistono alla sfilata riprendendo con i cellulari e urlando, anche le persone alla guida delle auto riprendono il tutto infrangendo le regole del codice stradale. I professori, i bidelli, il vicepreside e la preside ci osservano senza dire niente, salutano con le mani e ci lasciano divertire. Non mi capacito di essere già arrivata fin qui, alla fine di questo percorso, consideravo questa scuola come una seconda casa ed ora è tutto finito. La sfilata dura una ventina di minuti e le orecchie mi fanno male a causa del troppo rumore. Arriviamo ad una pizzeria, non ci sono mai stata sembra piccola, mi chiedo come faranno a farci stare oltre cento maturandi. Sarebbe stato meglio fare un pranzo per classe, tutti i quinti insieme mi sembra una cosa un po' eccessiva. Quando entriamo nel locale scopro che in realtà è enorme, c'è una sala gigantesca tutta per noi, la cucina si trova nel seminterrato. Sembra una cosa semplice, non troppo raffinata ma nemmeno troppo povera, credo che sia l'ideale per un gruppo di adolescenti. Ognuno prende posto al suo tavolo con la propria classe. "Perché ci hai mandato quello?" chiede Mattia a Giorgia indicando il ragazzo con il cappellino da baseball; che tipo, non sa che è da maleducati tenere il cappello in un ristorante? "Dai amico non esagerare. In fin dei conti quel ragazzo non è male" si intromette Antonio difendendo Giorgia. Mattia è quello che caratterialmente mi somiglia di più, ci siamo trovati sin da subito ed è entrato in simpatia anche con Arianna. Il pranzo per mia fortuna finisce subito e torno a casa accompagnata da Arianna. Come sempre ho dimenticato di prendere le chiavi questa mattina, quindi busso ed aspetto che qualcuno venga ad aprirmi, spero che ci sia qualcuno in casa. La porta si apre scoprendo mia madre perfettamente truccata e vestita che accoglie con un abbraccio sia me sia Arianna. Sul divano del salotto c'è mio fratello che continua a fare l'asociale guardando la partita di rugby, odio quello sport e fortunatamente Marco non lo pratica, non ci tengo a vederlo con ossa rotte e tutto ingessato. "Arianna vuoi restare a cena?" la invita mia madre sfoderando un sorriso lucente, "Grazie Cristina, ma questa sera sono già impegnata con un ragazzo" le fa l'occhiolino, sapevo già da qualche giorno di questo suo appuntamento e sono felicissima per lei, se non ricordo male il ragazzo si chiama Alessandro e si sono conosciuti al corso di nuoto, io non l'ho ancora conosciuto ma so che è al secondo anno di medicina. "Non ti preoccupare, sarà per un'altra volta." Arianna ringrazia mia madre e poi va via.

Mi chiudo la porta alle spalle e vado in cucina a bere un bicchiere d'acqua, a causa del caldo mi si è seccata la gola e odio disidratarmi. Poso il bicchiere nel lavandino, rimetto la bottiglia d'acqua in frigorifero e salgo le scale dirigendomi in camera mia.

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Buongiorno a tutti, "il segreto per essere felici" è la mia nuova storia, magari da questo primo capitolo non sembrerà la storia d'amore che immaginavate, però non giudicate solo da questo capitolo e andate avanti nella lettura: magari potrei sorprendervi. Vi chiedo scusa per tutto quello che è successo ma ho avuto problemi con wattpad che mi cancellava i discorsi diretti, quindi ho preferito ricominciare tutto da capo.

Potete farmi sapere cosa ne pensate se volete.

Vi auguro un buon weekend.

19/06/2019

Il segreto per essere feliciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora