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I giorni non passano, la sera sembra non arrivare mai. Le mie giornate sono monotone: mi alzo dal letto e mi metto sul divano, passo le giornate così. Oggi non é stato diverso. Davanti ho un piatto di carne ma io di mangiare non voglio saperne. "Mangia almeno un po'." Mamma cerca di convincermi. Io resto lì, immobile come se fossi una statua. All'improvviso la nostra cena viene disturbata da un suono poco distinguibile; qualcuno urla parole incomprensibili. Solo dopo che mia madre si é alzata per andare ad aprire la porta riesco a comprendere le parole di chi urla. "Madison!" É Davide. Mi alzo e corro alla porta, Marco cerca di fermarmi ma io non arresto la mia corsa e attraverso il salotto arrivando alla porta d'ingresso. É messo male, nella mano destra tiene una bottiglia di vodka quasi vuota, indossa vestiti sporchi e barcolla. I suoi occhi sono rossi, ha uno sguardo che fa paura. Goccioline di sudore gli colano sul viso e i capelli sono più in disordine del solito. Mamma sta per richiudere la porta quando lui inizia a parlare. "Madison, io ti amo." Blocco mia madre per impedirle di chiudere la porta. "Io ho sbagliato, ho scommesso su di te. Io lo avevo detto che ti avrei distrutta, ma tu sei venuta fino a casa mia per recuperare il nostro amore." Barcolla, la sua voce trema e fa lunghe pause per riprendere fiato. "No, non é vero. Non era il nostro amore, era solo il mio." Marco mi tira per un braccio, "Torna dentro." Mi dice ma io mi libero dalla sua presa e torno a guardare il ragazzo che mi ha fatto a pezzi. Ora capisco di cosa stava parlando con sua nonna, capisco perché si é allontanato senza una ragione. "Io ti amo Mad." Scuoto la testa, "No Davide. Tu non mi hai mai amata, hai finto per tutto questo tempo riducendomi in questo stato." Non posso più fermare le lacrime. "Madison, ascoltami." Perché? Perché doveva andare tutto così male? "Io credo che tu non abbia niente da dire." Si porta la bottiglia alle labbra e finisce l'ultimo goccio di vodka rimasto. "Io ho molto da dire invece. Posso riassumere tutto con tre parole: io ti amo." Non posso più fidarmi, "Io non posso più crederti."  Si avvicina, in quello momento mio fratello si mette davanti a me, mi fa da scudo. Davide si ferma, "Andate via, é una questione tra me e lei." Dice. "Se credi che sia così ti sbagli di grosso. Prima poteva riguardare solo voi, ma spezzandole il cuore hai trascinato in questa storia tutti noi." Urla, "Io non volevo ferirla!" Le gambe tremano, "Dovevi pensarci prima, quando hai accettato quella stupida scommessa." Davide scuote la testa. La sua macchina é ancora in moto, con uno sportello aperto. "Io la amo. Mi sono innamorato." Dai suoi occhi non cade una lacrima ed il fatto che é ubriaco mi mette ancora più in confusione: e se fosse sincero? No. Non posso più farmi questa domanda. Per due mesi ha mentito e non mi posso lasciar convincere dalle sue parole, specialmente ora che é ubriaco. "Tu non amavi lei, amavi i nostri soldi." Era tutto finto, tutto un gioco, niente era reale. "Se amavo i vostri soldi allora perché non le ho mai permesso di pagare niente. Abbiamo sempre diviso le spese." Ora non posso dargli torto, ma questo non significa che posso perdonarlo, lui mi ha usata e quando si é stancato di me mi ha gettato via come se niente fosse. I suoi occhi mi spaventano, sembra una belva. "Quindi vorresti che ti perdonasse perché hai sempre pagato tu? Cresci, non sei più un bambino. L'hai usata a tuo piacimento non curandoti di ciò che le avresti fatto." Mia madre resta in silenzio affianco a me. Davide si avvicina ancora, "Vattene." Lui scuote la testa e continua a camminare verso di noi, "Vattene ho detto." Davide ignora mio fratello che a quel punto gli salta addosso e comincia a dare pugni. Davide é bloccato sotto di lui e non reagisce. É la prima volta che vedo Davide così, di solito é sempre lui a dare inizio alle risse e ne esce sempre vincitore. "Marco!" Urla mamma appena comincia a vedere il sangue. "Lascialo, Marco!" Urlo io. Erano giorni che non parlavo, non ci riuscivo. Al massimo potevo dire qualche parola o qualche frase breve e poco sensata, ma ora la voce é l'unico mezzo che ho per fermare questa rissa. Mamma si avvicina a Marco e lo allontana da Davide. Marco é sudato, ha il viso rosso. Davide resta sdraiato sul cemento per alcuni secondi cercando di riprendere fiato. Gli cola sangue dal naso e ha il viso graffiato. L'occhio sinistro é mezzo chiuso. Si alza lentamente per poi mettersi in ginocchio. "Ti prego Mad, perdonami." Io scuoto la testa con il viso bagnato dalle lacrime, non posso farlo, non posso perdonarlo. "Davide va via, altrimenti sarò costretta a chiamare la polizia." Non posso restare così, entro in casa e corro su per le scale chiudendomi in camera. Sento la porta di casa chiudersi poi un rumore assordante, vetri rotti. Prima di uscire dalla mia stanza mi affaccio in corridoio sperando di non trovare nessuno. Dalla finestra del bagno vedo la bottiglia di vodka in frantumi sul cemento. Davide é andato via.

***

É notte, non riesco a dormire. Il dolore dentro di me aumenta, é diventato insopportabile e io non posso più resistere. Accendo la luce, prendo carta e penna e mi siedo alla mia scrivania. Scrivere mi aiuterà, mi ha sempre aiutato e sono sicura che anche adesso é il modo migliore per esprimere ciò che sento e per dare una svolta alla mi vita.

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Buongiorno e buona domenica! Oggi per me é l'ultimo giorno di vacanza e ne approfitterò per scrivere. Davide ha affogato i suoi dispiaceri nell'alcol, ma Madison? Per lei bere non é un'opzione, quindi cosa credete che farà? Ma soprattutto cosa sta scrivendo? Davide si é dichiarato, forse non é stata la dichiarazione più bella visto che l'ha fatta da ubriaco ed é finita con una rissa. Più tardi vedremo come andrà a finire e ci sarà una sorpresa.

15/09/2019

Il segreto per essere feliciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora