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Ieri sera ho preparato la valigia. Ovviamente non ho intenzione di tornare a casa quindi solo per questa settimana starò da Davide. Arianna sta caricando le valigie in macchina con l'aiuto di Alessandro. I suoi genitori si erano offerti di darmi un passaggio fino a casa di Davide ma non mi va di disturbarli, posso benissimo prendere l'autobus: prima però è meglio fare il biglietto. "Mi dispiace, ho proprio dimenticato di dirti delle vacanze." Arianna chiude il cofano e mi guarda con degli occhi da cucciolo, pieni di sincerità. "Tranquilla." Le dico sorridendole, "Chiamami se qualcosa non va e se ti senti giù di morale possiamo sempre fare una videochiamata." Mi abbraccia, "Divertiti anche per me." Arianna annuisce e sale in macchina, abbraccio velocemente Alessandro e dopo gli ultimi saluti partono verso la loro meta: la California. Ah, la California, mi piacerebbe tanto essere lì su uno di quelle spiagge a prendere il sole ed a rilassarmi. Prendo la valigia ed entro in un bar. "Scusi, mi servirebbe un biglietto dell'autobus." Dopo aver pagato raggiungo una fermata e mi siedo sulla panchina aspettando la corriera. "Madison! Che ci fai qui?" Alzo lo sguardo dal mio cellulare, papà ha tirato giù il finestrino e si è accostato per parlarmi. Lo ignoro e torno a guardare Instagram. "Perché hai quella valigia? Da chi sei stata?" Continua a fare domande su domande. La mamma sapeva che ero da Arianna, forse ha dimenticato di dirlo a papà. "Arianna è partita per le vacanze." Rispondo senza guardarlo. "Non starai andando da lui, vero?" Lo guardo e gli faccio un finto sorriso. "Tu non ci andrai! Tornerai a casa." Mi alzo, "Papà forse non hai capito: io non voglio più avere a che fare con te. Non ti sei dimostrato un buon padre." Gli urlo in faccia. "Beh, sicuramente sono stato migliore di quello che ti ha abbandonata." Urla lui. "Cosa?" Resto senza parole, esita. Abbassa lo sguardo e inventa una scusa: "Devo andare!" Si affretta a dire e scompare nel traffico. Io rimango lì, immobile a fissare le macchine che scorrono e i passanti che camminano. Rimango imbambolata e solo l'arrivo della corriera mi riporta alla realtà. Seduta su questo sedile da sola ripenso alle parole di mio padre, a cosa si riferiva? Mi tormento con questa domanda per tutto il tragitto, io non so darmi una risposta o forse non voglio averla. "Mad! Che ci fai qui?" Sposta lo sguardo dalla valigia su di me, "Arianna è andata in vacanza. Posso stare qui mentre lei è via?" Chiedo guardando il pavimento. "Certo, entra." Mi muovo come un robot, non riesco ad elaborare. "Tutto ok?" Davide mi prende il viso tra le mani. "Si." Rispondo a bassa voce, "Che ti prende? Non ti senti bene?" Mi siedo sul divano. "Prima ho incontrato mio padre."

"Ah."

"Gli ho urlato contro quanto fosse stato scorretto nei confronti dei suoi figli e che pessimo padre sia stato. Sai cosa mi ha risposto?" Alzo lo sguardo in lacrime.

"Cosa?"

"Che è stato un padre migliore di quello che mi ha abbandonato."

"Scusa ma non capisco."

"Nemmeno io. Cosa vuol dire? Io non ci sto capendo più niente."

Resta in silenzio a pensare.

"E se fossi stata adottata?" Dice con tatto.

"Che stai dicendo?"

"Pensaci bene: quando sono venuto da te per portarti alla festa ho notato che le tue foto da bambina non c'erano mentre quelle di tuo fratello erano dappertutto."

Io ci penso. Ha ragione. In casa mia non ci sono foto di quando ero ancora una neonata, iniziano tutte da quando avevo forse due anni. Scoppio in lacrime realizzando che questa é l'unica spiegazione alle parole di mio padre. "La mia vita è sempre stata una menzogna ti rendi conto?" Davide mi abbraccia, "Aspetta, non ne abbiamo ancora le prove. Ti ricordo che a dirtelo é stata una persona che negli ultimi tempi non ha fatto altro che farti soffrire." Mi accarezza la schiena. "Davide io voglio andare fino in fondo, voglio sapere chi sono. "Lui annuisce, "E io ti aiuterò."

***

"Se domani non vuoi più andare al mare ti capisco." Davide mi mette l'acqua. "No, io voglio andarci." Afferro il bicchiere e me lo porto alla bocca. "Sei sicura?" Dice mangiando una forchettata di insalata di riso, "Sicurissima. Ho bisogno di staccare un attimo la spina e schiarirmi le idee." Mi sorride, "Allora domani si parte. Ho preparato degli zaini, sono più comodi rispetto ad una valigia; almeno per stare in tenda." Si ha ragione, la valigia occuperebbe troppo spazio. "Hai avuto un'ottima idea. Dopo mi aiuti a preparare tutto?" Davide annuisce, "Certo! Finalmente potremmo stare un po' da soli." Dice, "Cosa intendi?" Alza le spalle, "Niente, solo che: al nostro primo appuntamento abbiamo incontrato Martina, a mangiare la pizza c'erano Giorgia e Antonio e tutte le altre volte che ci siamo visti c'erano Alessandro e Arianna oppure mia nonna, altre volte invece c'era Mattia." Non ci avevo mai fatto caso. Quando sto con lui non do molto peso a ciò che ho intorno, mi focalizzo solo su di lui e sulle sensazioni che provo. "Non lo avevo mai notato." Sussurro. "Dai, ora sparecchiamo." Davide mi toglie il piatto vuoto davanti e lo mette in lavastoviglie, mi alzo e lo aiuto. "Ti va di guardare qualche cartone animato?" Sventolo il telecomando. "Se riesci a prenderlo si." Mi strappa il telecomando dalle mani e lo alza, salto cercando di afferrarlo: l'altezza non è mai stata mia amica. Però, infondo, essere bassa non è così male: puoi indossare tacchi alti, puoi indossare pantaloncini e top corti senza risultare volgare e in queste occasioni puoi divertirti di più. Io e Davide stiamo ridendo come due pazzi e ogni tanto lui fa finta di darmi il telecomando, poi prima che io possa afferrarlo me lo toglie davanti e così continuiamo questa lotta infinita. Io metto il broncio, "Se lo vuoi devi prima darmi un bacio." Mi dice a pochi centimetri da me, i nostri nasi si sfiorano. Mi avvicino e poi quando crede che io stia per baciarlo mi allontano e gli rubo finalmente il telecomando. "Brutta imbrogliona!" Si stende al mio fianco, "Tu mi hai ricattato." Accendo la tv, "Si, però un bacio me lo merito lo stesso. Non credi?" Ci baciamo.

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Buonasera! Scusate l'orario ma oggi è stata una giornata un po' incasinata. Sono andata a trovare il bimbo di mio cugino che ha appena tre giorni e credo di essermi innamorata di quel bambino. Tra qualche oretta ho una serenata, una cosa che qui da noi si usa tanto per anniversari e matrimoni. Volevo smentirmi su una cosa: non è vero che se siete alte non potete indossare cose corte, ognuno è libero di indossare ciò che vuole e non dovreste mai permettere a nessuno di dirvi cosa fare o chi essere, siate voi stessi. Nel capitolo 51 vi ringraziavo per le 119 visualizzazioni, oggi vi ringrazio perché in soli due giorni siamo arrivati a 291. Sono felicissima e non mi aspettavo che in pochissimo tempo avrei raggiunto questi piccoli traguardi. Noi ci vediamo domani con il capitolo 54. Buonanotte e sogni d'oro.

23/08/2019

Il segreto per essere feliciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora