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Prendo tra le mani il mio foglio rosa. E' strano come in questo periodo mi senta cresciuta, maturata. Credo che l'affrontare questi esami mi abbia fatta crescere in qualche modo anche se sicuramente ho ancora tanto da imparare dalla vita. "Un'ultima cosa." Dice l'insegnante prima che possa andare via, "Lei mi aveva accennato di quel problema con la data dell'esame pratico, giusto? Annuisco, "Si esatto. Perché fra non molto dovrei iniziare anche l'università e quindi non mi troverei qui per il giorno dell'esame di guida. So che la data non è stata ancora programmata ma mi sono informata sui tempi e secondo i miei calcoli io sarò già a Roma quando verrà scelta la data." L'insegnante mi ascolta attentamente. Davide è al mio fianco mentre parlo con lui. "Ovviamente non può rinunciare all'università quindi potrei programmare il suo esame pratico nei giorni a venire, sempre se lei si sente pronta ad esercitarsi nelle guide tutti i giorni." Non sarebbe male l'idea, se facessi una guida al giorno potrei benissimo prendere la patente prima di partire. "Questo per caso implicherà costi aggiuntivi?" I soldi per me non sono mai stati un problema ma ora che mamma e papà non stanno più insieme abbiamo uno stipendio in meno e non voglio spendere di più di quanto fosse programmato. "Solitamente si ma so che lei si trova in una situazione familiare un po' difficile al momento quindi potremmo trovare un compromesso." L'idea mi sembra ottima, anche Davide mi da conferma. "Perfetto allora nei prossimi giorni la chiamerò per dirle la data dell'esame. Arrivederci." Lo ringrazio e dopo averlo salutato io e Davide usciamo. "Che cosa ne pensi della proposta dell'insegnate?" Domando a Davide mentre passeggiamo mano nella mano, "Secondo me ti sta venendo in contro, ha sicuramente compreso la tua situazione e vuole aiutarti. Inoltre tu sei pronta per l'esame di guida. Devi fare solo un po' di pratica e se farai una guida al giorno potrai benissimo prendere la patente nei tempi che avevi stabilito tu." Gli mostro il foglio rosa, "Quindi per iniziare potrei fare un po' di pratica con te." Sorrido maliziosamente sventolando il voglio rosa in aria, "Cosa intendi dire?"

"Potrei portare la tua macchina ad esempio."

"Non credo proprio. La mia macchina è mia e mai nessuno al difuori di me l'ha guidata."

"Ma io sono la tua ragazza."

"Questo non ti autorizza a guidare la mia macchina."

"Ma mi hai regalato un ciondolo." Gli mostro la collana appesa al mio collo.

"Nemmeno questo ti autorizza."

"Dai, ora ho il foglio rosa."

"Lo sai che con il foglio rosa puoi guidare solo se al tuo fianco c'è una persona che ha la patente da più di dieci anni?"

"Si lo so."

"E sai anche che se ti facessi guidare sarebbe un reato?"

"Si so anche questo. Ma tu mi hai insegnato a vivere. Lasciami guidare ti prego!" Davide sbuffa e mi mette in mano la chiave. "Allora, prima di tutto mettiamo la cinta di sicurezza; poi inseriamo la chiave, accendiamo la macchina e... partiamo." Premo il piede sull'acceleratore ma non troppo, non sono mai stata un'amante della velocità, so i rischi che si corrono ad andare troppo veloce e quindi è meglio non rischiare. Mi mantengo sui cinquanta, massimo sessanta chilometri orari e Davide ogni tanto ride per qualche mio sbaglio. "Ora parcheggiati lì." Mi dice indicando un posto vuoto. "Parcheggiare? Non ho mai fatto un parcheggio." Lui mi guarda mantenendo il braccio attaccato alla maniglia interna. "Hai detto che volevi fare pratica no? Allora parcheggia." Mi fa impazzire quando mi stuzzica così, sembra odiarmi e amarmi allo stesso tempo. Continua a reggersi a quella maledetta maniglia e mi ricorda troppo mio nonno, anche lui era solito reggersi lì ma non per paura, più che altro per comodità. Dopo vari tentativi riesco a parcheggiare. "Bene, ti sei meritata un bel pezzo di pizza." Dice Davide. "Menomale perché il mio stomaco iniziava a reclamare qualcosa da mettere sotto i denti." Scendo dalla macchina, "Lo so, lo sentivo brontolare. Comunque qui vicino dovrebbe esserci una pizzeria, però se mi permetti offro io." Sbuffo, "Offri sempre tu." Il suo braccio mi circonda le spalle, "Ovvio sono l'uomo." Mi appoggio a lui mentre attraversiamo la strada. "Buongiorno." Dico entrando. La pizzeria è molto piccola, il bancone in legno chiaro occupa gran parte della stanza. Davanti ad esso sono posti degli sgabelli alti e il resto della sala è occupato da tavoli scuri. "Vorremmo due pezzi di pizza." Mentre Davide parla con il ragazzo dietro il bancone noto che tre ragazze sedute ad un tavolo guardano in modo troppo eccessivo il mio ragazzo. Lancio un'occhiataccia alle ragazze. Davide fischia, io mi giro spaventata, "Ci sei? Ti ho chiesto come vuoi la pizza." Sbatto ripetutamente le palpebre, "Ah, si. Una margherita. Grazie." Torno a guardare quelle tre ragazze che bisbigliano coprendosi la bocca e sorridono. "Amore prendi da bere." Sentendo quella frase mi giro di scatto, dimenticando le tre dell'ave Maria. "Come mi hai chiamato?" Balbetto, "Amore." Dice lui convinto. Dentro di me si accende un fuoco spaventoso, il cuore accelera e sento molto più caldo. "Puoi prendere da bere? Vorrei una coca-cola." Annuisco incantata, apro il frigo e afferro una lattina di coca-cola e una di thè alla pesca. La ragazza bionda seduta tra le altre due si alza e viene verso di noi con un bicchiere in mano, va a sbattere contro Davide e l'acqua che era nel bicchiere finisce sul suo petto. "Oddio scusami! Non l'ho fatto a posta." La sua voce mi ricorda quella di una papera, prende un tovagliolino dal bancone e inizia ad asciugare il petto di Davide. "Tranquilla, è solo acqua." Dice lui grattandosi la nuca. "Si. Tranquilla è solo acqua. Con questo caldo si asciugherà subito, non c'è bisogno che lo faccia tu anche perché lui ha una ragazza sai?" Davide mi guarda e lo sguardo della biondina si fa aspro come un limone. "Ah tu saresti la sua ragazza? Scusami, ti avevo scambiato per una cameriera." Davide si mette davanti a me, "Allora hai proprio sbagliato. Lei non è una cameriera, è la mia ragazzo e io l'amo; quindi vedi di credertela di meno e torna dalle tue amichette, magari ti suggeriranno qualche insulto migliore. Noi abbiamo da fare." Davide lascia i soldi sul bancone, prendiamo le nostre ordinazioni e senza aspettare che il ragazzo ci dia il resto ce ne andiamo mano nella mano. "Per caso ti sei ingelosita?" Mi dice guardandomi, "No, avrai frainteso." Mi metto sulla difensiva, "Si, sicuramente ho frainteso." Sorride sapendo ero veramente gelosa. "E tu invece? Per caso ti sei arrabbiato quando mi ha insultata? Che poi darmi della cameriera non è nemmeno un insulto." Ci sediamo su un muretto per mangiare, questa pizza è buonissima. "Si, mi sono arrabbiato. Nessuno deve permettersi di insultarti, altrimenti dovranno vedersela con me." Mette in mostra i muscoli. Adoro quando mi difende così, mi fa sentire importante per qualcuno.

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Secondo capitolo della giornata!!!! A voi quanto vi manca per prendere la patente? A me due anni e mezzo circa. Volevo comunicarvi che ho intenzione di vedere La verità sul caso di Harry Quebert, una miniserie molto intrigante. Ho già visto qualche spezzettone che mi incuriosita molto quindi stavo pensando di iniziare la serie. Mi piacerebbe anche leggere il libro ma ormai è tardi perché si tratta di un libro con più di 800 pagine e durante l'anno scolastico mi è davvero difficile leggere un libro del genere ma ci proverò l'estate prossima. Voi invece state seguendo la serie su canale 5?

04/09/2019

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