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"Ecco, ho preso tutto quello che avevi a casa mia. Per caso hai altre cose da Arianna?" Davide entra in casa con le mie cose, "Non lo so, forse qualcosa a casa sua c'è ma per ora non mi interessa. Prenderò tutto quando torna." Mamma è in camera sua a riposare e io mi siedo sul divano. "Tu come stai?" Si siede al mio fianco e mi mette un ciuffo di capelli dietro l'orecchio. "Non molto bene, credo che tu mi capisca dato quello che hai passato con la tua famiglia." Guarda il pavimento, "E' come se fossi stata abbandonata due volte, come se avessi ottenuto una seconda occasione e poi l'avessi persa in pochissimo tempo. Stava accadendo tutto sotto i miei occhi e non mi sono accorta di niente. Se solo mi fossi accorta in tempo del tradimento magari avrei fatto ragionare mio padre ed ora saremmo ancora una famiglia normale." Mi prende la mano, io guardo le nostre dita incrociarsi mentre mi abbandono alle lacrime. Mi posa un dito sotto il mento per farmi alzare lo sguardo. "Non è colpa tua, non potevi fare niente per impedire tutto questo. E sappi che le famiglie normali non esistono, ognuna ha i suoi problemi, chi più piccoli e chi più grandi, chi più gravi e chi meno ma sono comunque problemi." Mi appoggio a lui e chiudo gli occhi.

***

Davide non è più in salotto, ho aperto gli occhi e mi sono ritrovata stesa sul divano, credo che mamma dorma ancora; meglio così, ha bisogno di riposare. Mi incammino per casa e mi fermo a guardare ogni fotografia. La foto del matrimonio è sempre stata la mia preferita: mamma indossa il suo abito bianco perlato, sembra una principessa. Papà invece indossa un completo nero, sono in piedi e papà circonda la vita di mamma con un braccio, lei è stretta vicino a lui. Sorridono, sembravano così felici: una coppia perfetta. Mi domando se la perfezione esista, forse si, esiste ma non dura. Noi ad esempio, avremmo potuto rappresentare la famiglia perfetta. Immaginate: due sposi bellissimi, entrambi con un buon lavoro , una vita di successi e un primogenito affascinante, bellissimo. Erano così perfetti che per dimostrare la loro bontà hanno deciso di salvare una bambina da una casa famiglia. Questa perfezione li ha accompagnati per oltre venti anni, fin quando il primogenito non si è accorto di essere manovrato come un burattino solo per rendere perfetto anche il suo futuro, e così sarebbe successo a me. La perfezione può essere bella ma spesso per raggiungerla si deve rinunciare alla felicità e ne vale veramente la pena? Sento la porta d'ingresso sbattere, allora torno in salotto. Davide ha in mano una busta del McDonald's. "Scusa, ti ho svegliato?" Scuoto la testa, "Che cosa hai portato?" Lui posa la busta sul tavolo in cucina, "E' quasi ora di cena e sicuramente avrete fame, non siete dell'umore giusto per cucinare ed io invece non so farlo." Alza le spalle, mi avvicino a lui. "Grazie." Dico, "Figurati." Vado in camera di mamma e la sveglio dolcemente. Tornando in cucina noto che Davide ha apparecchiato la tavola, "Spero non le dispiaccia." Davide guarda mia madre, "No, tranquillo. Cosa hai portato?" Mamma sbircia nella busta, "Che cos'è?" Davide mi guarda sorridendo, "Lei non credo abbia mai mangiato il cibo dei fast food. Tranquilla mamma, assaggia. Se non ti piace ti cucinerò qualcosa." Mia madre timorosa addenta l'hamburger, "E' buono, ma non credo sia salutare." Lo apre e controlla cosa c'è dentro, "No, quello non di certo ma è solo per questa sera." Davide ci tiene compagnia durante la cena, vorrei che anche Marco fosse qui.

"Ragazzi scusate ma io torno a dormire, mi sento stanca." Mamma si alza, "Certo vai, tra poco vado anche io a dormire." Le dico, "Allora buonanotte e grazie di tutto Davide."

"Si figuri." Mamma accenna appena un sorriso e poi scompare su per le scale, "Vuoi che resti?" Mi chiede.

"No tranquillo, tu vai a casa. Noi ce la caveremo."

"Va bene, ci vediamo domani." Mi lascia un bacio sulla guancia e io lo accompagno fino alla porta.

Mi stendo sul divano e accendo la tv. Non riesco a concentrarmi sul film, mi tornano in mente tutti i momenti passati con la famiglia in questi anni, era tutto una menzogna e tutto è andato a rotoli in così poco tempo. Mi arriva un messaggio, Come stai? E' Marco, Potrei farti la stessa domanda.

No, perché io lo avevo capito già da tempo come sarebbe andata a finire questa storia. Tu e mamma invece avevate ancora qualche speranza. Quindi rispondimi: come stai?

Potrei stare meglio. Scrivo.

E mamma? Immagino mio fratello steso sul divano a casa sua con la tv che parla in sottofondo e lui che non l'ascolta, proprio come sto facendo io.

Non sta molto bene, si vede. Ora sta riposando ma la sento distante.

Dalle tempo, tornerà quella di prima; almeno in parte.

Lo spero, ci sentiamo domani. Buonanotte.

Buonanotte. Mi risponde. Le mie dita sulla tastiera si muovono lentamente, senza forza. Ho il morale a pezzi e non oso immaginare come si senta mamma in questo momento.

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Buon pomeriggio! In quanti come me sono stanchi senza aver fatto nulla? Ecco il capitolo 58, breve ma intenso; credo. Mi raccomando continuate a leggere. Ci vediamo domani.

29/08/2019

Il segreto per essere feliciDove le storie prendono vita. Scoprilo ora