CAPITOLO 72

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Josh's pov

Da piccolo non ho avuto un'infanzia traumatica come tutti pensano. Avevo una madre, un padre, un fratello maggiore e una sorellina. Insomma tutto normale, anzi, era tutto normale.

Quando mio padre ci lasciò portando con sé solamente mio fratello, la mia infanzia iniziò a diventare buia.

Più passavano i giorni più sentivo tanta di quella rabbia, delusione e dolore dietro di me che non potevo, non riuscivo a dimenticare.

Nella mia vita le parole amore, amicizia, gentilezza, educazione e rispetto non ci sono mai state. Ero uno dei soliti ragazzi che si vedono nei film adolescenziali, quelli che per nascondere le debolezze si fanno vedere forti e persuasivi verso il genere femminile.

Credevo che mai quelle parole potessero entrare nella mia vita, e invece, piano piano, hanno cominciato una alla volta a farsi notare. Certo su alcune ci sto ancora lavorando, ma non avrei mai pensato che dopo tutta l'oscurità nella mia vita, finalmente ora ci sia la luce.

Questa luce la devo alle persone che mi sono state vicine aiutandomi e senza mai arrendersi, ma soprattutto la devo ad Ariet.

Amare per me non era niente, erano parole messe a caso senza alcun significato, ma ora so cosa vuol dire e sono pronto a lottare per averla sempre dentro di me.

Ritorno alla realtà vedendo Justin sedersi di fronte a me e guardare fuori dal finestrino.

Dopo due ore, Jace ha avuto l'okay per farci utilizzare il jet ed ora eccoci qui, dispersi nel cielo verso New York.

"Davo per scontato che riuscisse a cavarsela e che nulla lo avrebbe fatto cedere. Invece è bastato Zac, come avete fatto a stare con lui così a lungo tempo?" chiede guardandomi ed ora sono io che guardo fuori dal finestrino.

Che abbiamo fatto? Non lo sappiamo neanche noi.

Ci siamo solamente aiutati a vicenda, abbiamo capito molte cose gli uni degli altri, studiato i movimenti e le gesta di Zac, evitavamo danni.

"Non saprei come spiegarlo se non che ci siamo dati tutti una mano" dico alzando le spalle e lui annuisce. "E comunque, Kevin sta resistendo ed è già tanto"

"Lo so, non è uno che molla così facilmente"

"Neanche Ariet" dice Jack. "Li porteremo tutti a casa oggi. Promesso"

******

Appena arriviamo alla base dell'FBI entriamo seguendo Jace ad ogni passo, restando in silenzio.

"Qualunque cosa vi chiedono, voi non rispondete. Qualunque cosa vi dicano, voi annuite, chiaro?" dice Jace e lo guardiamo storto.

Forse non ha capito che con noi non si comanda.

E diglielo una buona volta! Che non siamo cani che prendono ordini?! NO!

"Entrerete nella sala delle armi, prenderete ciò che vi occorre e salirete sui furgoni. Appena le porte si apriranno voi avrete il via libera di andare da Zac. Le coordinate del luogo ve le manderanno i vostri informatici che resteranno qui con me nella sala comune"

"O semplicemente li tieni qui per evitare che noi facciamo danni" dico senza pensarci e lui mi guarda sorridendo.

"Può essere" dice e alzo gli occhi al cielo. "Amelia per favore, porta Owen e i ragazzi da basso, poi torna qui e chiama il questore"

"Certamente. Seguitemi" dice la donna e la seguiamo.

"Figa" sussurra Dylan e lo guardo male. "È vero! Vuoi dire il contrario?!"

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