ια. Ἥβη καί Xρῶματα

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Giovinezza e Colori

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Giovinezza e Colori

"Non dare corda ai figli di Ares, sono persone cattive a cui piace combattere per il solo gusto di farlo" Disse qualcuno dietro di lei. Subito si ricordò di non essere da sola al tavolo, e si girò come se niente fosse accaduto.

"Cosa, scusa?" Chiese verso i due ragazzini biondi accanto a lei, che la guardavano con un po' di dispiacere.

"Loro sono solo dei viziati che combattono per il piacere" Rispose il più alto, che sembrava anche il più grande e il più maturo.

"....da noi si combatte per il piacere"

Quella frase riempì completamente i pensieri di Magdalene, ricordando quel suo risveglio surreale. Quello era il suo indizio, ma quel ragazzo tanto gentile da portarla in infermerie non sarebbe mai potuto essere un Figlio di Ares.

"Comunque, io sono Jisung, e lui è Chenle" Disse il ragazzo con un mezzo sorriso.

Anzi, più che ragazzo, sembrava quasi un bambino, constatò Magdalene.
Le sue guance erano visibilmente morbide, lisce e gonfie come quelle di un infante, eppure si vedevano comunque i segni dell'inizio dell'adolescenza. Non si sapeva come, ma egli sembrava un bambino col corpo di un ragazzo, ed un ragazzo con il corpo di un bambino.
Ovviamente, Magdalene capiva perfettamente che quella confusione era dovuta al fatto della crescita precoce dei semidei, o che il genitore divino di Jisung avesse qualche proprietà divina riguardante l'età, ma la metteva in uno stato di confusione.
Come se gli avesse letto nella mente, Jisung alzò la manica della sua T-shirt fino alla spalla, rivelando così il suo simbolo: un lemniscata.
Magdalene allora capì: Jisung era figlio di Ebe, la dea della gioventù.

Il ragazzo, perciò, sarebbe potuto crescere all'infinito, fino a diventare un millenario, ma sarebbe comunque rimasto un bambino, fisicamente.

"Io sono Magdalene" Si presentò a sua volta, sorridendo gentilmente al ragazzino che aveva attirato la sua completa attenzione.

Subito, poi, si ricordò dell'altro biondino, e si girò verso di lui.

Al contrario di Jisung, lui sembrava più piccolo, ed era anche più basso.
Si vedeva che fosse meno maturo, anche dal fatto che sulla guancia avesse delle strisce dei colori dell'arcobaleno, visibilmente colorata con dei pennarelli.
Però, a parte l'infantilità, Chenle era una delle creature più carine e coccolose che Magdalene avesse mai potuto notare.
Subito pensò che fosse anch'egli figlio di Ebe, ma ci ripensò quando scorse, da sotto l'ingombrante canottiera del ragazzo, un simbolo di un arcobaleno.

"Tu sei figlio di Iris, vero?" Chiese curiosa Magdalene, con un sorriso splendente. Vide, subito dopo, gli occhi del piccolo Chenle splendere di luce propria, rendendolo ancora più carino. "Wow, Jisungie! La sorellona è intelligente!" Esclamò Chenle con una voce tremendamente acuta, mentre l'amico sorrideva leggermente, imbarazzato.

"Oddio! Ma quanto siete carini! Ditemi, quanti anni avete?"

"Io ne ho 11, mentre Jisung 10"

"Sei più grande di Jisung?!"

"È colpa di Iris. Lei lo fa splendere come un neonato" Disse il minore con tono di sfida.

"È colpa di Ebe. Loda i suoi figli per farli sentire più grandi" Contrattaccò il figlio di Iris con sguardo serio.

Magdalene non sapeva cosa fare.
Sembrava veramente che stessero litigando sul serio; i due si guardavano in cagnesco, mentre uno aggrottava le sopracciglia e gonfiava le guance, l'altro aveva gli occhi più scuri.
Poi, con grande sorpresa della ragazza, i due ragazzini scoppiarono a ridere compulsivamente, come se Johnny avesse sparato una delle sue solite freddure.

"Oddio... La sorellona ci ha creduto veramente..." Disse Chenle tra le acute risate, con le lacrime agli occhi. "... La sua espressione..." Continuò Jisung, battendo ripetutamente le mani sul tavolo.

A causa di tutto quel casino, metà tavolata si voltò verso loro tre, guardandoli chi preoccupati, chi divertiti e chi infastiditi.

"Yah! Chenle! Calma quella voce!" Esclamò un ragazzo vicino a lui, visibilmente più grande.

"Kun-ge! Scusati per non esserti presentato alla sorellona!" Ribatté la voce acuta di Chenle, riprendendo il maggiore. In risposta, il più piccolo dei figli di Iris ricevette un'occhiataccia dal ragazzo nominato.

"Quindi sei Kun, giusto? Io sono Magdalene" Prese in mano la situazione, presentandosi per prima al ragazzo. "Oh, l'amica di Taeyong! Piacere, sono il fratello di questo mocciosetto" Si presentò a sua volta Kun, scoprendosi esser anche lui un figlio di Iris.

"Ma voi della casata di Iris spuntate fuori come funghi?!"

"Ecco! Anche la Sorellona lo dice!" Esclamò Jisung verso l'amico, facendogli poi la linguaccia.

"Chi ha detto cosa?!" Esclamò un altro ragazzo, seduto vicino a Jisung e molto simile ad egli.

"Jungwoo-hyung, la Sorellona è intelligente" Rispose il più piccolo, sorridendo teneramente, dimenticandosi della burla di qualche minuti prima.

"Oh, la Magdalene di Taeyong! Piacere, Jungwoo" Esclamò con voce tenera ed estremamente alta porgendo la mano alla ragazza.

"Ma com'è che i figli di Ebe sono così graziosi!?" Esclamò Magdalene, portando le mani alle guance dei due, e facendo inevitabilmente arrossire il piccolo Jisung.

"Ehi Magda! Attenta a non sgonfiargli quelle guance! Vogliamo anche noi continuare a toccarlo!" Esclamò la voce di Johnny dall'altra parte del tavolo, e solo in quel momento i cinque si accorsero che l'ora di pranzo era ormai finita.

"Noooo! Volevo mangiare il riso!" Si lamentò Chenle, aggrappandosi al braccio del fratello.

"Dovevi pensarci prima, Lele"

"Dovevi pensarci prima, Lele"

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