ε. Ή Άλήθεια

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La Verità

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La Verità

"Quindi... Alla fine deve andare?"

"Sì, H'ava. È l'unico posto sicuro. È stata una fortuna che ieri passavamo per di lì"

"...Alla fine scoprirà tutto..."

"Sì. È Destino"

Delle voci, irriconoscibili alle orecchie Magdalene, la svegliarono dal suo sonno profondo.  Appena aperti gli occhi, vide la luce provenire dalla finestra alla sua destra, affievolita dalla presenza della tenda ma comunque forte per i suoi occhi. Dopo un istante, però, sentì il proprio corpo svegliarsi completamente, e con esso anche vari dolori.
E poi, il ricordo dell'accaduto.

Voleva credere di aver fatto un brutto, bruttissimo sogno, che Taeyong sarebbe venuto a scuola quel giorno e che la signora Lee fosse più viva che mai. Ma i dolori che la stavano torturando le dicevano tutt'altro.
Poi si rese conto delle tre presenze accanto a lei.

"M-mamma...?" Chiese la ragazza, cercando di alzare il collo per vedere meglio.

"Tesoro! Sei sveglia!" Esclamò la donna, accorrendo al suo letto per sedersi accanto alla figlia. La ispezionò da capo a fondo, per accertarsi che stesse bene, ma Magdalene riportò la sua attenzione sul proprio viso.

"Cosa... Cosa dovrei scoprire?"

La donna sgranò gli occhi e, presa dal panico, si girò verso gli altri due, chiedendo aiuto con gli occhi. Magdalene fece lo stesso, e spalancò la bocca quando riconobbe i due come i suoi salvatori.

"Mamma... Chi sono quei due?"

"Ciao Ragazza di Magdala! Io sono Johnny!" Esclamò il ragazzo con fare amichevole, facendo un passo avanti.

"Si chiama Magdalene, cretino! Comunque io sono Joy" Si presentò a sua volta la ragazza, che sgridò il fratello colpendogli la spalla.

"Siete stati voi a salvarmi da quella cosa, vero?"

"Stai parlando dell'Arpia?"

"Suppongo..."

"Allora sì. Vogliamo i crediti, se no fai strike col copyright!" Esclamò Johnny riuscendo a far ridere leggermente Magdalene, nonostante tutta la situazione. Si fece poi seria, volendo esser sicura di non esser veramente impazzita. "Ma... Che ci fate qui? E poi... Cos'erano quelle scarpe?!"

"Siamo figli di Ermes!" Rispose con un gran sorriso il ragazzo, finendo per essere spinto dalla sorella. "Zitto! Dobbiamo prima spiegarle la questione!"

"Che questione?! Mamma, che sta succedendo?!"

"Tesoro... Tu devi andartene. Non è sicuro. E la prossima volta non sarai fortunata come ieri" Spiegò la donna con un sorriso apprensivo, poggiandole la mano sul braccio cercando di rassicurarla.
Ma Magdalene in quel momento era tutto tranne che rassicurata.

"Mamma... Perché?"

"Perché sei legata al figlio di Zeus"

"Il figlio di... Cosa?! Ho capito che stiamo in Grecia, ma queste superstizioni sono sparite da secoli! Mamma, non dovresti essere ebrea?!"

"Ci sono tante cose che non ti ho detto, a partire dal fatto che credo nel culto greco"

A quelle parole, Magdalene si scurì in volto e divenne fredda, sentendosi tradita dalla sua genitrice, dell'unico membro della famiglia, dalla sua unica amica.

"Cos'altro. Voglio sapere tutto. Tutte le bugie che mi hai detto." Esordì distaccata, guardando negli occhi quella che era sua madre. La donna, H'ava, si rattristò a quelle parole e sospirò profondamente, sapendo di non poter soddisfare le sue richieste. "Tesoro... Non posso dirti tutto"

"Sì che puoi."

"Ogni cosa a tempo debito, Magdalini."

A quel punto anche H'ava si era fatta seria e la ragazza lo aveva capito dal tono appena usato. Ma Magdalene non voleva arrendersi così facilmente, non dopo essere quasi stata uccisa da un mostro mitologico. "Dimmi almeno che cosa cavolo centro con questa storia!"

"Tu sei figlia di un Dio. Sei una semidea, e devi essere protetta come tale"

La verità la colpì come un fulmine.
In quel momento, capì gli strani comportamenti della madre quando lei chiedeva di suo padre. Capì perché fossero etnicamente diverse. Capì anche perché si fossero trasferite da Magdala ad Atene.
Era tutto a causa di un Dio, una maledetta divinità.

"Ehm... H'ava, forse è meglio se vai a preparare le cose per Magdalene. Partiremo quando si sarà ripresa." Si intromise Joy, mettendo fine alla discussione.

"Va bene. Nel frattempo fate come foste a casa vostra" Disse la donna forzando un sorriso, mentre dagli occhi si poteva benissimo vedere tutto il dolore per quella notizia. Così, uscì dalla stanza, e qualche secondo dopo anche i due gemelli la seguirono.

Magdalene, perciò, appoggiò la testa sul bracciolo di quello che capì fosse il divano, e cercò di addormentarsi.
Dopotutto, quelle erano tante informazioni da digerire insieme, e nonostante non gradisse tanto il fatto di dover lasciare la sua vita per chissà quale regola divina, doveva rassegnarsi.
Lei era una creatura divina, e ciò l'avrebbe contrassegnata per tutta la vita.

Lei era una creatura divina, e ciò l'avrebbe contrassegnata per tutta la vita

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