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E' necessario prendere coscienza del fatto che sia gli esseri umani sia i maghi, per loro natura, tendono a temere ciò che possiede un aspetto repellente, orrorifico, anche malaticcio, oppure con connotati prettamente tetri e cupi.
O ancora gli esseri umani tendono a temere l'ignoto, l'incomprensibile.
È fondamentale ammettere questa paura sciocca e mal fondata per capire ciò che andrò a raccontarvi.
Il signor e la signora Dillon vivevano nel Kent, in una bella villetta a schiera uguale a tante altre nel centro di una cittadina di provincia chiamata Friendship.
Friendship era uno di quei posti adatti alle famiglie con bambini, con parchi giochi ad ogni angolo, venditori di improbabili palloncini, siepi tagliate a regola d'arte, club di quartiere per signore benestanti e nanetti di pietra ad ogni cancello, insieme ad una ancora più ridicola cassetta delle lettere dalle forme più assurde.
A Friendship il tempo era quasi sempre sereno e la criminalità ridotta al minimo.
Insomma, era il luogo ideale per una famiglia medio borghese come i Dillon.
La loro casa era bianca, linda come un lenzuolo steso al sole e sempre aperta ai vicini, per feste e barbecue.
Il signor Dillon aveva appena trent'anni e come ogni fresco sposo novello pensava solo a tornare a casa la sera per stare con sua moglie. Era impiegato nella banca della cittadina e presto ne sarebbe diventato direttore.
Sua moglie, la signora Dillon, aveva ancora l'aria della ragazzina appena uscita dall'università e passava la sua giornata curando piante e fiori, spettegolando con le vicine e sognando il giorno in cui sarebbe nato il loro tanto sospirato bambino.
La vita dei Dillon insomma scorreva su binari sereni. Fin troppo.
Avendo acquistato da poco tempo quella casa, la signora Dillon c'impiegò un bel po' prima di liberare il giardino dalle sue erbacce e anche per convincere suo marito a comprare il gazebo dei suoi sogni ma ciò invece a cui avrebbe dovuto prestare attenzione, ai suoi occhi passò come un innocuo archetto di marmo.
La signora Dillon lo trovò un giorno per caso, nascosto dagli alberi in fiore e sotto al suo amato salice piangente.
Era ricoperto di foglie secche e sterpaglia e rimase stupita quando dopo un paio di tagli di cesoie trovò nel suo giardino quel piccolo arco, alto quasi due metri, dall'apparenza piuttosto scialba.
Ed era molto strano perché sembrava ricoperto da un velo opaco, quasi impalpabile.
Sorrise e decise che il giorno dopo, visto che stava calando il buio, lo avrebbe risistemato e l'avrebbe fatto splendere di cera.
Purtroppo per la signora Dillon però, per lei non ci fu un giorno dopo.
Ah, se solo avesse saputo...
Se avesse saputo cosa nascondeva quell'innocuo archetto, se solo avesse saputo che in quella casa tanto per bene, in quella cittadina priva di criminalità, solo fino a un anno prima ci era vissuto in segreto un discendente degli Avery, morto di stenti in cella ad Azkaban.
Ah, se solo avesse dato retta al suo istinto quando, avvicinandosi all'ultimo dei Tredici Veli al mondo, aveva sentito un brivido di paura. Ma come poteva aver paura di una cosa così innocua all'apparenza?
Già.
Ma per lei e per tutta Friendship, quella notte fu l'ultima.
Per Friendship non ci fu un giorno dopo.
A mezzanotte del 26 agosto, quando le campane della chiesetta di St. Daisy rimbombarono nei quattro viali della cittadina, una nube nera calò sulle case, sui tetti.
Passò in ogni finestra, in ogni fronda degli alberi, fra ogni ciuffo d'erba.
Quel vento nero distrusse tutto. In silenzio.
Le piante si seccarono, la vernice della case si consumò, i mattoni si sgretolarono.
L'acqua delle fontane smise di scorrere.
E più nessuno, il mattino dopo, riaprì gli occhi.
Tutta la cittadina smise di respirare. Ma fu una morte dolce la loro...perché non sentirono nulla.
E i signori Dillon non seppero mai che cosa uscì dall'archetto nel loro giardino.
Il bel velo opaco si sollevò insieme al vento nero e fra quelle pieghe, un calore lontano simile a una fiamma si fece sempre più vicino.
Passi. Passi e voci.
Qualcuno bisbigliava...e qualcuno si avvicinava.
Mentre dal Velo cominciavano ad uscire alcune lente lingue di fuoco, come non soggette allo scorrere normale del tempo, qualcuno si Smaterializzò davanti al cancello della casa dei Dillon.
La nube divoratrice avanzava ma la nuova presenza non ci faceva caso.
Era una donna.
Avvolta in un lungo mantello scuro, con rune d'argento. Sul petto un B e una L rilucenti.
Black e Lestrange.
La donna rimase immobile per un attimo davanti al Velo, come se ancora non riuscisse a crederci.
Sei anni.
Si portò la mano alla gola e una smorfia le piegò i bei lineamenti.
La pelle bianca, la bocca rossa e carnosa, i capelli bruni raccolti in uno chignon altezzoso.
Vanessa Giselle Lestrange s'inchinò, aspettando.
Aveva il cuore in gola e faticava a trattenere il fiato che le usciva a fiotti, quasi a gemiti se solo avesse avuto ancora la voce. Dio, quanto aveva aspettato quel momento...
Le fughe, l'orgoglio di famiglia calpestato, la vergogna delle persecuzione.
Ma ora Lui era tornato.
Un'esplosione di fuoco avvolse l'intero giardino dei Dillon, l'erba venne ghermita e del salice non rimase che un tronco fumante, bruciato fino alla corteccia.
Dal velo si mosse sinuoso un corpo umano.
"Mio signore."
Vanessa si alzò in piedi e si levò il mantello in totale adorazione, coprendo le spalle nude del suo padrone.
Tornò in fretta ad inginocchiarsi davanti a lui, restando a capo chino.
"Mio signore, quanti anni. Non ho mai disperato di rivedervi."
Dalla bocca di Vanessa non usciva un suono. Le sue labbra erano immobili.
Di colpo dalle nubi nere si aprì un leggero squarcio e colui che era appena uscito dal Velo levò lo sguardo.
Il cielo.
Era blu.
E le stelle.
Quanto tempo che non vedeva quello spettacolo?
La luce notturna, sebbene resa fioca da quello spettacolo di distruzione, colpì gli occhi rossi del mago.
La sua pelle risultò quasi perlacea, l'ombra che seguiva ogni muscolo sotto l'epidermide.
Lord Voldemort puntò la sua attenzione sulla luna.
Piena. Pallida.
La notte ideale per rinascere.
Lentamente si passò una mano sul viso deformato, dai contorni ghermiti e ora al posto del Lord Oscuro c'era Tom Riddle. Capelli neri, folti e ribelli, gli occhi bluastri e intensi, una bellezza raffinata e mistica.Si chiuse delicatamente il mantello sotto al collo e porgendo una mano a Vanessa la fece rialzare.
"Non sapete quanto mi fa felice rivedervi."
La voce estasiata della Lestrange era stucchevole e quasi fanciullesca, nonostante la strega avesse ormai ventisette anni.
Senza una parola Voldemort le chiuse una mano sulla gola.
Dalle sue lunghe dita uscì un'energia lucente e quasi violetta.
- Mi hai servito bene.- disse e la sua voce riecheggiò come un sibilo nella città morente - Ora però portami da lui.-
La Lestrange sentiva un grande calore alla base della carotide. Era stata la stessa sensazione con cui un grande mago, un grande nemico, le aveva bruciato le corde vocali.
Usando ancora la telepatia, la strega rese udibili i suoi pensieri.
"Mio Signore Oscuro...non volete prima che ci riuniamo? Tutti vi aspettano con ansia. Gli Auror hanno distrutto dodici Veli in questi sei anni, l'ultimo proprio mentre stavo per liberarvi, otto mesi fa. Non sapete quanto ho desiderato questo momento! Ora dovete riposare. Sareste stanco e..."
- Io rivoglio mio figlio. E voglio Harry.-
Vanessa tacque.
Si morse le labbra carnose, stropicciandosi le mani.
"Vostro figlio vive nel luogo più sicuro al mondo. Non sarà facile farlo uscire. Ma so dove si trova Harry Potter."
- Se vado da Harry, mio figlio verrà?- le chiese.
Vanessa annuì.
Ora in lei serpeggiava una strana sensazione.
Quell'uomo...il signore oscuro...che voleva rivedere suo figlio.
Non avrebbe mai pensato che il suo primo desiderio sarebbe stato quello di vedere il suo nemico e suo figlio.
"Posso fare in modo che vostro figlio appaia. Capendo che Harry Potter è in pericolo, verrà sicuramente. Ma prima, per attaccare Godric's Hollow, devo richiamare tutti gli altri. Quel luogo è quasi inespugnabile quanto Cedar House, dove ora risiede Tom."
- Credevo vivesse con Harry.-
"No, mio signore...vive con Lady Lancaster."
Lucilla.
- Prepara ogni cosa Vanessa. Attaccheremo prima dell'alba. E chiama Greyback.-
"Sarà fatto."
Quando il diavolo lasciò Friendship, nessuno seppe dire cosa fosse accaduto.
Perché naturalmente nessuno immaginava che a Friendship qualcosa di tanto mostruoso sarebbe mai potuto accadere.
Oltre l'apparenza ancora una volta, gli umani dimostravano di non sapere vedere.

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora