Blaise Zabini si fermò davanti al cancello di Hogwarts, per poi voltarsi e guardarsi alle spalle.
C'erano un centinaio di fiaccole blu accese nella Foresta Proibita.
E da quello che vedeva con la poca luce del crepuscolo, c'erano pure un nugolo di licantropi con la bava alla bocca che lo guardavano come un brocca d'acqua in pieno deserto.
Blaise assunse la sua tipica espressione pensosa e menefreghista.
Ma tu guarda. Un sacco di lupi armati fino alle fauci da una parte, Harry Potter dall'altra.
Quanto faceva due più due? Assedio? Massacro?
E Draco gli aveva detto di andare a trovarlo per cenare insieme.
Due più due, più due quanto faceva invece? Malfoy morto?
- Brutta serpe infida...- sibilò fra sé.
Altro che cena.
Entrò ad Hogwarts che aveva già la bacchetta in mano e trovò niente meno che Ron ad aspettarlo, nell'antingresso, davanti all'ufficio di Gazza che si affannava qua e là con dei forconi che neanche i demoni dell'inferno si sognavano.
- Fammi indovinare.- l'apostrofò Weasley con un ghigno, quando l'ex Serpeverde gli fu arrivato davanti al naso con aria battagliera - Non ti ha detto niente, vero?-
- Solo dell'agnello arrosto che c'era per cena.- rispose Zabini seccato - Bastardo, sapeva che l'avrei mandato al diavolo e non s'è sognato di dirmi niente.-
- Si vede che vuole qualcuno accanto nel caso debba tirare le cuoia.- replicò il rossino, pacato - Dai Blaise, vedrai che in un modo o nell'altro ce la caveremo.-
- Si, ma se devo dar battaglia a un centinaio di lupi altri due metri e larghi uno, con muscoli da peso massimo e denti da squalo, vorrei almeno saperlo prima. Mi sarei preparato e avrei fatto testamento.- insinuò, seguendo Ron di pessimo umore fino alla Torre Oscura.
Weasley gli raccontò brevemente della situazione, mentre Zabini si guardava attorno.
Nessuno studente. Quasi nessun fantasma.
Ron gli disse che i Direttori delle Case li avevano spediti nei dormitori e sigillati dentro con una scusa. A quanto pareva, in pochi sapevano realmente cosa stava accadendo fuori dalle mura del palazzo.
Mentre passava per il giardino della fontana però, Blaise credette di avere le allucinazioni.
Si bloccò, impalato, di fronte a un plotone di gente armata di tutto punto, con lance e spade con punte d'argento, senza contare le facce di quei maghi. Veri maschi e femmine da battaglia.
- E questi?- allibì senza parole.
- Oh.- Ron si fermò, sorridendo - Appena saputo che i Greyback volevano uccidere Harry, gli Auror di tutto il paese a quanto pare hanno fatto il voto d'onore alla sua persona.-
- Sono qua per aiutarlo?-
- Già.- cinguettò il rossino - E' brava gente, tutta esperta nel battersi anche con demoni.-
- Ma quanti sono?-
- Circa cento. Avresti dovuto vedere le facce dei prof quando sono entrati!-
- Non stento a crederlo.-
Zabini sorrise finalmente, scuotendo il capo.
- Era ora.- disse, fissando Ron - Stai meglio adesso?-
Weasley tacque, osservandolo - Starò meglio quando sarà tutto finito. Se mai finirà.-
- Finirà.- gli disse Blaise - Lo faremo finire noi.-
Una volta arrivati in sala riunioni in cima alla Torre Oscura, un nuovo gruppo si presentava di fronte agli occhi del nuovo venuto. Con i suoi vecchi compagni di una vita, c'erano Duncan Gillespie, il Capo degli Auror della Gran Bretagna di stanza a Londra, Kingsley e la sua squadra, poi il capo degli Auror del Devon, Rodolf Sherman. Dallo Yorkshire era giunta il capo squadra Calendulah Roberts, una giovane Portalista, mentre dal Linkolnshire erano giunti il famigerato Bartolomeus Foster, grande cacciatore di gagia e il vecchio ma sempre operativo Gorax Faines.
Con loro attorno alla grande tavola, Malocchio Moody, agguerrito come una carica di mammut, Sirius e Remus, il preside Silente, i professori...la squadra di Jess.
Tutti quanti.
Tutti finalmente uniti, a far fronte ad un unico nemico.
- Salve gente. Guardate chi ho trovato sul portone.- li apostrofò Ron.
Tutti si voltarono e poi sorrisero, festosi.
- Blaise!- Elettra e Pansy furono le prime a correre ad abbracciarlo, seguite poi da Harry ed Hermione, mentre qualcuno a caso faceva finta di continuare a fare i suoi intrugli, con incredibile faccia di bronzo.
Almeno fino a quando, dopo i saluti, Blaise non gli andò vicino.
- Ciao Draco.- sibilò cavernoso - Era buono l'agnello?-
Malfoy incassò leggermente le spalle.
- Ottimo.- ebbe il coraggio di rispondere.
- Creperai nel sonno, sappilo.- l'avvisò Zabini, levandosi guanti e mantello stizzito - E userò un cuscino.-
- Grazie per avermi spiegato la dinamica del mio trapasso.-
Blaise agitò la mano, trovando Damon seduto sulla tavola del suo migliore ex amico.
- Ciao Damon, come va?-
- Uno schifo.- sorrise Howthorne - A te?-
- Una merda.- fu più chiaro Zabini - Creperò?-
- Che io abbia visto...no, non mi pare.-
- Perfetto. Così potrò sistemare questa vipera velenosa.- ringhiò l'altro fra i denti, fissando Malfoy sempre più pericolosamente - Allora? Com'è il piano? Perché ne avete uno, spero.-
- Attacchiamo qualsiasi cosa si muova.- riassunse elegantemente Draco - Potter compreso se mi riesce il colpo.-
- Ma quanto è spiritoso prima della visita del becchino.- cinguettò Harry, appostato alla finestra - Grazie per essere venuto Blaise, anche se quell'idiota mi aveva detto di averti spiegato ogni cosa.-
- Mi sarà passato di mente.- disse Malferret - Sono sottigliezze Sfregiato.-
- Come il tuo trapasso, ricordatelo.- lo minacciò Zabini, raggiungendo Harry - Allora? Ditemi tutto.-
- Faccio io, è meglio.- disse Duncan, scoccando occhiate imperiose qua e là ai più eccitati - Dunque, abbiamo un intero battaglione di mannari servitori del casato di Greyback. Non sappiamo quanti siano sanguepuro, ma c'è da aspettarsi che lo siano più della metà.- Gillespie spense il sigaro, stizzito - Per quel che ne sappiamo, sono qua per ordine del Lord Oscuro. Voglio Tom Riddle, il figlio di Potter e la figlia di Malfoy.-
Blaise guardò sconcertato Harry - Ancora con questa storia? Perché vogliono anche Lucas e Glory?-
- Per la profezia forse.- disse Elettra - Damon ha parlato dei bambini, dicendo che di fronte a chi non sa più ascoltare, i bambini sono gli univi vincitori.-
- Un Nobel a chi capisce che vuol dire.- bofonchiò Remus in sottofondo.
- Il problema non si pone ora.- li zittì Hermione, scendendo dal piano superiore con una busta in mano - Ciao Blaise.-
- Ciao Herm. Novità?-
- No, io e Crenshaw abbiamo rifatto i calcoli. Sono più di cento, compreso Fenrir. E uno solo di quei mannari è off limits per tutti quanti noi.-
- Il principe Asher.- annuì Remus - Avete capito bene tutti quanti signori? Fenrir cercherà l'assenso dei suoi sudditi uccidendo il figlio che gode di notevole stima da tutti, facendo passare l'assassinio per un nostro atto.-
- Così li avremo tutti contro in un secondo.- sentenziò arcignamente Rodolf Sherman, Capo degli Auror del Devon.
- Come possiamo respingere le loro prime file?- chiese Calendulah Roberts, dallo Yorkshire, col suo tono etereo che rasentava quello di un fantasma - Tutti sapete bene che la forza di un mannaro è sette volte quella di un essere umano.-
- Basterà tenerli lontani da noi qualche metro.- s'intromise Edward, con sguardo diabolico che fece sorridere i suoi compagni - Per permettere così agli arcieri di mirare ai licantropi in libertà.-
- E come pretende di farlo, signor Dalton?- gli chiese Bartolomeus Foster, cacciatore di gagia che sebbene avesse sentito molto parlare di Hermione e la rispettasse, non riusciva proprio a mandare giù le sue conoscenze.
- Conscio che erano vicini, nelle notti passate mi sono fatto dei giretti attorno al castello.- spiegò quella faina di Edward - E ho steso strisce di olio infiammabile ma inodore datomi da Draco sull'erba, davanti alla Foresta e a dieci metri dalle mura. Una scintilla e una striscia di fuoco li bloccherà ad area di gittata.-
- Demonio.- gli sorrise Silente.
- Sono da mettere in conto anche le ferite, signori.- disse Kingsley - Ma considerato che Draco ha prodotto abbastanza siero per tutti, possiamo ritenerci sufficientemente al sicuro dagli sfregi inferti. Non dai morsi però.-
- Esatto.- Malfoy agitò l'ennesima provetta, vedendola ribollire - Quindi occhio, gente.-
- I tiratori staranno sulle mura.- continuò Duncan - Gli altri capo squadra staranno giù, in campo.-
- E Harry?- chiese Sirius, beccandosi un'occhiataccia dal figliastro.
- Perché non lo chiudete con noi in presidenza?- frecciò Tom sarcasticamente, in fondo alla stanza.
- Mica male come idea.- sussurrò Ron.
- State zitti tutti e due.- rognò Potter fra i denti - Io scendo con gli altri.-
- Non potrebbe mettersi sulle mura?- gli propose Calendulah Roberts - Così sarebbe più al sicuro.-
- Neanche per idea.- rispose il bambino sopravvissuto - Sulle mura dovrete occuparvi anche dei Dissennatori. Herm, te ne occupi tu?-
- Si, certo.- annuì la Granger senza la minima tensione nella voce, poi sollevò la lettera che aveva fra le mani - Mi ha scritto anche Caesar. C'è il resoconto della lettura del rombo. Immagino che dovremmo discuterne un'altra volta.-
- Me ne occuperò domani.- Harry si sporse di nuovo dalla finestra - Là sotto gli animi cominciano ad agitarsi.-
- Si parte?- chiesero gli Auror quasi in coro.
- Si, andiamo.- Potter si mise la spada alla cinta - Portiamo i bambini in presidenza. E anche gli adulti...- sbuffò, vedendo le fucilate immaginarie che Tom, Trix, Damon e Cloe gli lanciavano in sordina.
Davanti al grifone e alla scala a chiocciola che conduceva all'ufficio del preside, si formò ben presto un manipolo di adolescenti incazzosi. Il capo branco era Tom Riddle, per una volta tramutato in un essere schiumante di rabbia e supponenza.
- Ma la molli?- fece Harry esasperato - E' per il tuo bene.-
- Al tuo però non ci pensi mai, bambino sopravvissuto.- sibilò Riddle con gli occhi blu colmi di rabbia.
Vedendo praticamente Potter attorniarsi di fiamme, Draco roteò gli occhi.
Quei due erano peggio di due mocciosi.
- Tranquillo mostriciattolo.- s'intromise il biondo, afferrando Harry per il collo - Ci pensiamo noi a lui.-
- Ci pensassi tu a me, a quest'ora sarei sotto terra.- sibilò il moro.
- Già.- inquisì Tom.
- Si, probabile. Avanti, salite voi quattro e poche storie, chiaro?-
Con Degona e William fu pure peggio.
Tristan dovette pregare sua figlia in ginocchio di non far casini, mentre Jeager si ritrovò a dover raccontare la sua prima menzogna da genitore...a fin di bene, chiaro.
- Ricapitoliamo.- stava dicendo William - Questa storia non l'abbiamo mai trattata con chiarezza. Dunque...essendo figlio tuo ed essendo mezzodemone, cosa può farmi veramente male? Cioè...se mi casca un vaso in testa, ci resto secco?-
Jeager nicchiò - No.-
- Se mi colpiscono con una magia forte?-
- No, non direi. A meno che non si tratti dell'Anatema Senza Perdono.-
- E se mi trafiggono con una spada?-
- Assolutamente si.- mentì finalmente Crenshaw, gasatissimo.
- Ah. Ok. Che fregatura.- mugugnò William - Ci vediamo. Non restare di nuovo invalido.-
- ...Grazie.-
- Ma è vero che ci resta secco per una spada?- gli chiese Ron, mentre scendevano in giardino.
- No, era una balla.- ammise Jeager - Meglio però che non si cacci nei guai quando non ci sono.-
- Un vero discorso da papà.- ironizzò Hermione.
- Sta zitta Hargrave.-
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I Figli Della Speranza |Dramione|
FanficTerza parte della saga, signori e signore. La battaglia fra Harry Potter e i Mangiamorte subisce nuove mutazioni con l'entrata in scena di personaggi ambigui che minacciano la nuova vita del bambino sopravvissuto, mentre il giovane Tom Riddle, ormai...