14 febbraio, ore 22.
New Hamp Hospital, a Notting Hill, Londra.
Lady Jane Hargrave guardava sconsolata il vassoio dell'ospedale. Un tripudio di verdure cotte al vapore, gelatine e grissini. E stava per mettersi a urlare.
L'unico inconveniente era che la sua bacchetta era infilata sotto il letto e non aveva né la forza né la voglia per prenderla, tanto da mettere sotto Imperius il medico e farlo sfracellare dalla finestra del quinto piano, in terapia intensiva.
- La prossima volta ti porterò dei biscotti in sordina.-
Jane sospirò, lasciandosi andare contro i cucini - Quello che serve a questi dottori è un lavaggio del cervello. Sono quasi guarita ormai, ma se continuano a darmi da mangiare brodini e verdura non riuscirò più a mettermi in piedi.-
- Una come te non si fa piegare da niente.-
- Tesoro.- rise, scoccando uno sguardo serafico a Draco Malfoy, comodamente seduto accanto alla sponda sinistra del letto - Le infermiere di questo reparto mi hanno già piegato a sufficienza. Non sopporto gli ospedali. L'ultima volta che ci sono stata è nata Hermione, quindi fatti un po' due calcoli. Sono ventotto anni quest'anno.-
- Andiamo. La polmonite te la sei presa in forma leggera. Curarla immediatamente ti ha salvato dalla trafila di esami e antibiotici che ora aspettano Damon.-
- Povero tesoro.- sospirò la donna, scostandosi i ricci dalla fronte - Non lo invidio affatto.- ma di colpo la sua espressione si fece di nuovo luminosa quando Glory tornò sgambettando nella stanza.
- Papà!- cinguettò e si fece prendere in braccio, per poi passare subito sulla sponda del letto di suo nonna, rifilandole in mano un pacchetto di cracker, forse preso da una macchinetta.
- Ehi, da dove arrivano?- sbottò il biondo - Non è che ha fatto saltare uno di quei distributori?-
- No.- disse Hermione sulla soglia - Gliel'ho preso io.-
- Dio ti benedica.- sospirò Jane con fare teatrale, dandone uno alla nipote - Hai visto il dottor Gilmore in corsia?-
- No, è giù al pronto soccorso. Sono arrivati altri due casi di maghi con la polmonite.-
- Fammi indovinare.- Jane assottigliò l'espressione - Tutti Auror.-
- Diciamo di si.-
Draco serrò la mascella - Per me centra Grimaldentis.-
- Butto bombo.- gorgogliò Glory, con un cracker fra le gengive piene di minuscoli dentini bianchissimi.
- Già, brutto bastardo.- frecciò Malfoy a bassa voce.
- L'idea però mi sembra stupida.- bofonchiò Jane - A che gli serve decimarci con della semplice influenza?-
- Secondo Jeager vuole distogliere la nostra attenzione.- sospirò la Grifoncina, sedendosi accanto al fidanzato - E credo ci stia riuscendo. La prossima volta che lo vedo lo infetto con l'ebola.-
- Che soluzione disgustosa.- mugugnò sua madre, sentendo dei passi dietro alla porta - Oh, no! Rieccola che arriva!-
- Arriva chi?- chiese Hermione, girandosi stupita.
- La moglie di Timothy Frailty, del Ministero.- sospirò lady Hargrave a bassa voce - Crede di avere la polmonite ma ha solo qualche leggero colpo di tosse. In più è incinta e s'è portata appresso una levatrice hippy che crede di averli messi al mondo tutti lei i figli. Va dicendo che le madri con le tate sono delle assassine psicotiche.-
- Siamo tornate!-
Julianna Frailty mise il naso pomposo nella stanza doppia, seguita da una vecchia megera che era la sua levatrice.
Al settimo mese, ciondolava come un'anatra con quel pancione grande come quello di un'elefantessa.
- Jane, cara!- tubò la donna, sorridendo a trentadue denti - Lei è tua figlia vero?-
Hermione si strinse istintivamente a Draco.
- Già.- frecciò Jane - Julianna, ti presento mia figlia Hermione. Lui è il suo fidanzato, Draco Malfoy. E questa bella bambina è mia nipote.-
- Oh che amore!- squittì la strega, chinandosi su Glory e facendo rizzare tutti i capelli alla Grifoncina, ricordandole le leggende metropolitane dei gatti che strozzano i bimbi nel sonno - Che bambina meravigliosa! Ha degli occhi stupendi! Diventerà una rubacuori, ci scommetto! Quanto ha?-
- Ad aprile compie due anni.- sussurrò Hermione fra i denti.
- Un attimo!- si mise in mezzo la levatrice, puntando Draco col naso adunco - Ha detto fidanzato? E avete una bambina?-
- Già.- rispose Malfoy, senza fare una piega - L'avevo detto ad Hermione di aspettare, ma non riusciva proprio a togliermi le mani di dosso...- e non finì di dirlo, di ridacchiare e godere della faccia sconvolta della Grifoncina, che la suddetta gli pestò un piede, facendolo ululare internamente per il dolore.
- I ragazzi d'oggi hanno troppa fretta!- gracchiò la levatrice con voce stridula che parve dare fastidio alla bambina, visto la boccuccia imbrociata - Jane ha pensato alla data del matrimonio?-
- Ehm...ci stanno pensando loro.- disse lady Hargrave - Vero ragazzi?-
Herm annuì vigorosamente. Tutto pur di far allontanare quell'orrida donna che invece continuò a parlare a ruota libera sulla sacralità del matrimonio, sul fatto che i figli non devono nascere nel peccato e altre fesserie del genere, tutto con un dannato tono squillante che minacciava di far piangere Glory.
Ma la piccola non pianse.
Mise il broncio, simile in tutto e per tutto a suo padre e dopo un attimo qualcosa si alzò dal letto di Jane e sfrecciò a tutta velocità verso la befana, prendendola in mezzo alla testa. Il sonaglino di Glory.
Tempo un secondo e la vecchia cadde in poltrona, come addormentata.
Hermione si mise la mano sulla bocca, Draco aveva i capelli altri dieci centimetri, ma la moglie di Frailty neanche se ne accorse, troppo intenta com'era a parlare di fesserie. E la piccola Malfoy batté le mani soddisfatta.
- Canaglia.- rise Jane sottovoce, carezzando i boccoli della nipote.
- Bene, torno ad aspettare mio marito.- celiò la strega rompiballe - Se la mia levatrice si sveglia mandatemela per favore, è così stanca di recente. Ci vediamo dopo Jane!-
- A dopo.- soffiò Hermione, per poi guardare sua figlia con gli occhi fiammeggianti - Glorya! Non si tirano gli oggetti! Potevi ammazzare quella povera donna!-
La bambina le scoccò un'occhiata vaga, tipica di chi è molto rammaricato, come no, e tornò a giocare per i fatti suoi.
- Pensa se glielo ficcava in gola.- ponderò Draco con un ghigno diabolico - Che spettacolo.-
- Piantala Malferret, non fa ridere!- si lagnò la sua ragazza - Non può andarsene in giro e colpire chi le pare!-
- Ammetterei che è stato divertente.- cinguettò Jane, faticando a trattenere le risate.
- Oh mamma, per cortesia!-
- Ci si diverte qua dentro.-
Draco si volse, l'espressione già irritata.
- Ci si divertiva.- bofonchiò, vedendo Lucius e Narcissa entrare con un mazzo di fiori.
- Ehi, che siete venuti a fare voi due?- sorrise Jane.
- A trovarti.- rispose la madre di Draco, levandosi il cappotto costosissimo e piegandolo con cura, mentre Lucius posava un mazzo di margherite gialle, le preferite della malata, sul tavolino accanto al letto - E' stato Liam a dirmi in che reparto. Volevamo Smaterializzarci ma qualche fastidioso essere ha messo una barriera. Allora Jane? Come va?-
- Molto meglio.-
- Come mai ridevate?- chiese Narcissa.
- Tua nipote ha scagliato un sonaglino in testa a quella tizia.- ridacchiò lady Hargrave, indicando la levatrice.
- Un sonaglino?- Lady Malfoy non parve stralunata da quel comportamento - E perché?-
- Perché diceva un mucchio di cazzate.- sibilò Draco a bassa voce, visto che sua figlia era come una spugna per le parolacce - Le dava fastidio la sua voce.-
- Ottima soluzione.- sospirò Lucius, carezzando la testolina di Glory che volle subito farsi prendere in braccio da suo nonno - Sono arrivati altri maghi Jane?-
- Qualcuno due ore fa. E anche dei Magonò.-
- Dicevamo che questa storia è fatta apposta per distogliere la nostra attenzione dal resto.- interloquì Hermione - In fondo sono semplici malattie babbane, che si curano in fretta se prese immediatamente. Credo che il Vendicatore abbia voluto mettere su questo circo per altri motivi.-
- Tipo quali?- chiese Narcissa.
- Acciecare dei Veggenti vicini a Harry Potter.- rispose la Grifoncina - Sia la mamma che Damon ora sono senza poteri precognitivi.-
- Anche Damon?- Lucius aggrottò le sopracciglia chiare - Michael e sua madre lo sanno?-
- Non ha voluto che li avvisassi. È maggiorenne.- rispose Draco.
- E che vuol dire?-
- Vuol dire che non vuole seccatori attorno.- chiarì Malferret ironico - Chiaro il concetto?-
- Basta che sia chiaro a te...- gli sibilò Lucius, mentre Glory gli mangiucchiava la cravatta di seta senza che lui facesse una piega - Se non altro questi insulsi babbani ci lasciano il reparto libero. Il dottor Gilmore li ha avvisati di non darci noie anche passato l'orario di visite.-
- Tesoro, una strage ora come ora non mi sembra il caso.- lo redaguardì Narcissa pacata - Quando uscirai Jane?-
- La prossima settimana se tutto va bene.-
Un'infermiera si affacciò di colpo alla stanza, sorridente.
- Signora? C'è un'altra visita per lei. Posso farla passare?-
- Un'altra?- Jane parve stranita - Chi è?-
- Mi ha detto che è suo marito.-
In un attimo, Hermione riuscì a impallidire, sgranare gli occhi e poi ad assumere l'esatta espressione della rabbia pura.
Si mise in piedi di scatto, levando Glory dalla braccia di Lucius e poi infilandosi il mantello di volata.
- Hermione...- sospirò Jane mesta - Per favore.-
- Per favore niente.- ringhiò gelida e impassibile, allibendo perfino Draco per quella fuga - Se mi si presenta davanti potrei non rispondere di me, quindi me ne vado, così risparmio una scenataccia a tutti quanti.-
- Dove vai con la bambina?- la richiamò sua madre.
- Dal nonno. L'unico posto dove lui non avrebbe la faccia tosta di mettere piede!- concluse urlando ma a un passo dalla porta era già arrivato Scott Granger.
Invecchiato di poco, aveva qualche filo grigio fra i capelli, qualche ruga in più. La stessa espressione pacata di un tempo. Osservò sua figlia, poi la piccola Glory che non aveva mai visto.
- Ciao Scott.- disse Jane stanca.
- Chi si rivede.- mugugnò anche Lucius, che non aveva apprezzato come se l'era data a gambe dieci anni prima.
- Buonasera.- disse il babbano - Ciao Hermione.-
La Grifoncina lo fissò truce.
- Così lei è Glorya.- continuò, impacciato.
- Lei per te non è nessuno.- sibilò la Grifoncina con livore.
- Hermione!- la richiamò Jane.
- No.- sbottò, fredda e ferita - Non ho intenzione di stare qua con mia figlia. Ah già...lo sai che è una strega, vero papà? Lo sai?- gli urlò allora, perdendo completamente il lume della ragione.
- Hermione, piccola io...-
- Non chiamarmi piccola!- gridò furente - In questi dieci anni in cui non ci sei stato sono cresciuta se non te ne sei accorto! E di certo non grazie a te! Non permetterò che ti avvicini a mia figlia e che un giorno per caso arrivi a dirle che non l'accetti! Non siamo tenuti tutti a sopportare i tuoi sbalzi di umore e se la mamma è stata tanto stupida da riprenderti a casa allora sono fatti suoi! Raccoglierò i suoi cocci l'ennesima volta quando il tuo patetico complesso d'inferiorità ti porterà di nuovo a piantarla ma io non sarò così avventata! Sta lontano da me e dalla mia bambina!-
- Hermione ti prego...- suo padre si avvicinò - Ascoltami. Ho sbaglito, è vero.-
- Esatto. Hai sbagliato.- recriminò violenta - Ormai di un padre come te non ho più bisogno. In questi anni me la sono cavata bene, il nonno ha sopperito alla tua assenza.- aggiunse acida - Perciò tieniti pure il tuo ipocrita senso di colpa!-
- Ehi, adesso basta!- s'intromise Jane, dal letto - Hermione modera i toni!-
La Grifoncina si volse.
Il viso pietrificato.
E poi rise, rise amara, piena di sprezzo.
- Sai una cosa?- sibilò - Comincio a capire le manie dei purosangue. I maghi non dovrebbero mescolarsi coi babbani!- e senza aggiungere altro, dopo aver visto sbiancare Draco a quelle parole, se ne andò via di volata, lasciando Jane a scuotere il capo e suo padre a piangere lacrime di rimorso.
Per il perdono non era ancora tempo.
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I Figli Della Speranza |Dramione|
FanfictionTerza parte della saga, signori e signore. La battaglia fra Harry Potter e i Mangiamorte subisce nuove mutazioni con l'entrata in scena di personaggi ambigui che minacciano la nuova vita del bambino sopravvissuto, mentre il giovane Tom Riddle, ormai...