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La porta si chiuse di botto e Milo ricevette uno schiaffo tale che pensò di sentire l'osso della mascella rompersi.
Sconvolto, si tenne la guancia pulsante a bocca aperta.
- Ma sei diventata matta??- allibì, fissando Gala allucinato - Che t'è preso zia?!-
Gala Leoninus lo fissò letteralmente disgustata, con una smorfia di disprezzo sul volto.
- Non credevo che avrei mai potuto dirti una cosa simile ma tu non sei diverso da tuo padre e dai miei fratelli!- ringhiò furibonda, con l'affilata dentatura che riluceva alla luce dei candelabri nella stanza del nipote.
- Cosa? Ma di cosa parli?- balbettò Milo, continuando a tenersi il viso.
- Schifoso ipocrita!- continuò la vampira, sovrastandolo con la sua regale persona - Sei uguale a tutti gli altri! E tu dovresti avere un'anima? L'unica cosa di cui sei pieno è vigliaccheria e incapacità di difendere ciò che tu stesso hai creato!-
- Insomma ma si può sapere cos'è successo?- sbottò a quel punto Morrigan, furente quanto lei - Non sono disposto a stare qua a farmi insultare da una come te, chiaro?-
- Chiarissimo! Considerando però che fra me e te non c'è più differenza, visto come hai dato in pasto la donna che ami a quegli animali dei tuoi parenti, posso assicurarti che non ti conviene rizzare tanto le penne nipote!-
- Dato in pasto? Di che cosa parli dannazione Gala?!-
L'espressione del tutto innocente di Milo riuscì a farle montare ancora di più un'ira vorticosa e travolgente.
Gli avrebbe rifilato un altro ceffone e stavolta gli avrebbe davvero rotto qualcosa se non fosse stato per il ricordo della bambina spaventata che aveva riportato in quel luogo sicuro.
La bambina che un tempo era stata anche lei.
Eppure era stata trasformata in una schiava, in un giocattolo, in una serva...e infine in una barbara assassina.
- Allora?- sussurrò Milo, ora preoccupato veramente - Gala cos'è successo?-
- Hai paura?- gli arrivò a un passo dal viso, ghignando amaramente - Hai paura Milos? Fai bene ad averne.-
- Maledizione smettila!- urlò allora il Diurno - Gala dimmi cos'è successo! Hanno fatto qualcosa a Trix?! Dimmelo, avanti!- alzò la voce ancora di più, afferrandola per le braccia gelide - Zia dimmi cosa le è successo! Perché l'hanno chiamata alla Corte? I suoi le hanno fatto qualcosa? E perché sei venuta con lei?-
La donna si scostò, emettendo un gemito divertito.
Scosse il capo, fissandolo.
- Dio...quanto sei debole Milos.-
Gli rovesciò addosso un disprezzo antico, melenso, appiccicoso.
E Milo si sentì morire. Era successo qualcosa.
- Cosa le hanno fatto?-
- Trema.- sussurrò Gala - Kronos ha cercato d'iniziare un vincolo.-
Ah, il terrore.
La principessa dei Leoninus rise malignamente, vedendo suo nipote vibrare come una corda di violino. Un attimo dopo si era accasciato su una poltrona, le gambe piegate dall'orrore.
Ora Milo aveva gli occhi sbarrati e il cuore cominciò a cavalcargli nel petto.
La sua Trix...la sua piccola Beatrix...
Con Kronos.
- Avrai sentito che deve sposarsi entro la fine del prossimo anno.- continuò Gala, implacabile, senza pietà - E Andros Artemas copre i pasti di tuo zio e di tuo padre per tutta Londra e per tutto il Devon. Per farlo tacere e fargli continuare la sua opera, Askart gli ha proposto un patto. Sua figlia, in cambio dei suoi servigi.-
Lentamente, si piegò fino ad appoggiarsi ai braccioli della poltrona dov'era scivolato Milo.
China su di lui, lo fissò fino a trapassargli l'anima.
- Sai cosa significa?- mormorò gelida - Lei ha il tuo sangue dentro di sé. Se Kronos l'avesse morsa, avrebbe significato dannazione eterna per lei. Nel caso migliore sarebbe bruciata all'istante. Nel peggiore avrebbe perso l'anima, diventando un mostro che si nutre solo di cadaveri. E tuo zio Kronos l'avrà prima o poi. Tu questo lo sai. E non hai fatto nulla...non hai fatto nulla per difenderla. L'hai servita a Kronos su un piatto d'argento...come se per te fosse stata solo un oggetto. Ma forse lo è...- aggiunse in un soffio - Non è così nipote? È una schiava? Un oggetto? Una divertimento a letto che puoi passare a tuo zio con semplicità, vero?-
- Perché mi fai questo?- Milo abbassò il capo, tenendosi la testa fra le mani - Perché non taci?-
- Perché sei come loro!- ringhiò allora la vampira con violenza - Sei uguale a loro!-
- No!- urlò Milo, alzandosi in piedi - Che diavolo ti è preso Gala? Cosa ti è successo?!-
- Niente. A me non è successo più niente e da molto tempo.- replicò, girandosi con stizza - Ma Beatrix è finita nelle mie stanze e non ti dico in che stato l'ho trovata! Kronos è quasi riuscito a iniziare il vincolo e non passerà molto prima che le gli finisca di nuovo fra le grinfie! E tu cos'hai intenzione di fare? Eh? Dimmi, avanti! Cos'hai intenzione di fare nipote? Dopo anni in cui non ti sei neanche premurato di spiegarle cosa fosse un vincolo!-
- Lei non deve saperlo!-
- Ma se mai si legherà a qualcun altro brucerà viva!- esplose Gala, diventando la personificazione del diavolo in persona - Maledetto bastardo! Tu l'hai resa quello che è e adesso farai qualcosa! L'hai condannata all'inferno!-
- Eh già, vero?- sussurrò lui, disgustato - Già, io l'ho condannata all'inferno...peccato che l'inferno siate voi schifosi! In quell'orrido palazzo non sapete fare altro che vivere sui cadaveri degli altri!-
- Non osare fare la predica a me.- replicò sua zia, velenosa - Io non ho anima! Questa è la mia natura, è la mia indole! E la tua qual è nipote? Eh? Tu l'anima ce l'hai! Tu hai un cuore che prova emozioni...e adesso cosa provi? Avanti, spiegamelo.- lo sfidò, incrociando le braccia al petto - Dimmi cosa provi ora che sai che tuo zio le metterà le mani addosso entro breve! Un anno Milos! Un anno soltanto! Hai un anno per salvarla! Un anno solo, cosa credi di poter fare? O forse la domanda vera è...vuoi fare qualcosa?-
Il Diurno tacque.
Ricadde seduto, disperato come mai lo era stato nel suo intero secolo.
Beatrix.
La sua Beatrix.
Gala scosse di nuovo il capo, andando alla scrivania e afferrando il bauletto che si era portata dalla Corte.
- Io me ne vado ora.- disse, infilandosi il mantello - Fa come ti pare.-
- Zia...-
- No.- replicò, voltandosi con rabbia - Tu non sai cosa significa essere vendute e usate! Essere considerate meno di niente, meno di un essere che striscia a terra. Tu non lo saprai mai. Fa come vuoi ora, Milos. Sai cosa ti aspetta. Arrivederci. E non cercarmi alla Corte. Non mi troverai.-
- Cosa?- Morrigan levò appena la testa - Dove vai?-
- Dove sarei dovuta essere da molto tempo. Arrivederci Milos.-
E finalmente rimase solo.

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora