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Hermione Jane Hargrave stava sulla terrazza di una palazzina, in Fleet Street.
Proprio davanti alla Chiesa di Nostra Signora di Ramsey, all'alba delle due di notte.
Erano passati tre giorni dal funerale di suo nonno, da quando aveva parlato con Hervè.
Era il venti febbraio, giorno in cui quei vermi si riunivano.
Sentì il rintocco delle campane della chiesa perdersi nell'aria e poi nella sua mente.
Poi un ghigno leggero le increspò le labbra, vedendo il movimento di un mantello rossastro nell'oscurità.
Qualcuno abbigliato di rosso attraversò la strada, guardandosi attorno circospetto.
Illuminati.
Hermione sogghignò ancora, tirando fuori da sotto al mantello nero una grossa clessidra d'ebano e ottone.
La parte inferiore era ricolma di sabbia.
Nella boccia superiore...si agitava un uccellino.
- Perdonami.- sussurrò all'animale - Ma la tua vita mi è necessaria.-
Posò la clessidra sul parapetto della terrazza, proprio quando l'Illuminato s'infilò nella chiesa, chiudendosi i pesanti battenti dell'ingresso alle spalle.
E anche l'ultimo era entrato in gabbia.
Hervè non le aveva mentito.
Era lì che si riunivano.
Sulla terra almeno.
Peccato che ora in quella terra ci sarebbe rimasti sepolti.
Tirò fuori il Grimario di Caesar, lo aprì e con una mano protesa in avanti fece sfogliare rapidamente le numerosissime pagine del grosso libro rilegato, fino a che non si fermarono su una in particolare.
La calligrafia elegante di Cameron desidegnava la morte prescelta per quei bastardi.
Richiuse il libro, socchiuse gli occhi e poi afferrò la clessidra.
Girandola di scatto, la sabbia cominciò a cadere sull'uccellino che prese a dibattersi.
E si dibatté fino a quando non ne venne completamente sommerso.
Quando l'uccello morì soffocato, smettendola di agitarsi, Hermione estrasse la bacchetta, puntandola sulla chiesa.
Che il diavolo avesse avuto pietà di quelle anime.
- Terrae Labes.- mormorò.
Una debole luce sprizzò dalla punta della sua bacchetta, inondandola di scintille.
Poi, dopo appena qualche secondo, il terremoto.
Prima furono poche vibrazioni, poi queste si accentrarono violente nel baricentro della chiesa.
Tremò, tremò così tanto...che sotto gli occhi vuoti e dorati della Grifoncina presto la chiesa si sfaldò, come fatta di carta. Franò dai sotterranei e tutta la costruzione superiore crollò addosso agli Illuminati che vi si erano riuniti.
Tempo qualche minuto ed era tutto finito.
Non rimase a veder sopraggiungere la polizia, ma dovette fermarsi quando si accorse di avere qualcuno alle spalle.
E quel qualcuno, purtroppo, era più forte di lei.
Avrebbe potuto ucciderla.
- Ottimo lavoro di magia oscura.-
La voce di un serpente. Il suo sibilo...
Hermione si girò appena sopra la spalla.
Mai. Mai nella vita aveva potuto pensare, nemmeno nei suoi peggiori incubi, che Lord Voldemort in persona avrebbe potuto farle i complimenti.
A questo era arrivata, pensò per un attimo nel suo cuore.
Era arrivata...a compiacere un grande mago oscuro. Un assassino.
Voldemort la scrutava da sotto il cappuccio, l'espressione vagamente curiosa.
- Non pensavo che una persona tanto vicina a Harry da poter essere sua sorella...sapesse fare di queste magie. Harry sa di cosa sei capace?-
- Poteva uccidermi.- sussurrò - Perché ancora non l'ha fatto? Non attacca alle spalle per caso?-
Voldemort sorrise appena - Mi servi. Devi portare un messaggio a Harry.-
- Non conosce la posta? O...sapere che mi è stato tanto vicino da potermi uccidere è un messaggio sufficiente?-
- Direi di si.- soffiò, freddo e indifferente - I miei servitori erano venuti per occuparsi di quella cloaca di miserabili, quando si sono accorti di te. Allora ho pensato di venire a vedere cosa facevi. E devo ammettere in tutta sincerità che sono strabiliato.-
- Le lusinghe funzionano con gl'idioti che le stanno appresso, compresi quei due parassiti dei Lestrange.- gli disse, rinfoderando con azzardo la bacchetta - Ma la prego di perdonarmi. Ho fretta di tornare a casa. Perciò se...-
- Ho sentito della morte di Lord Hargrave.-
Hermione sollevò gli occhi dorati, ora pieni di collera.
- E' questo che ti ha fatto infuriare?-
- Perché parla con una mezzosangue?- gli girò la domanda - Dovrebbe uccidermi.-
- Oppure provare a corromperti.- sussurrò Tom Riddle - Ma con te non ci devo neanche provare, vero?-
- Per quanto...sia arrivata a pensare che è meglio che maghi e umani stiano separati...- sussurrò con voce vibrante - ..non credo che un genocidio di massa sia la soluzione migliore.-
- E vedi un'altra soluzione?-
- L'unica cosa che per ora vedo sono gli Illuminati.-
- E Grimaldentis. Abbiamo avuto l'onore di conoscerlo entrambi.-
- Quando gli ha bruciato la faccia avrebbe anche dovuto prendersi la briga e il piacere di sventrarlo.- gli sibilò Hermione ribollendo - Avrebbe risparmiato a suo figlio la tortura a cui è stato sottoposto da bambino.-
Fu il turno di Voldemort di serrare le mascelle.
Ah. Se solo quella donna avesse saputo cosa provava al solo pensiero che quell'uomo avesse messo un solo dito addosso a suo figlio. Neanche poteva immaginarlo.
- A quanto pare ho un debito con te. Sei stata tu a salvarlo, visto la vendetta che Augustus ti ha perpetrato.- Voldemort iniziò a camminare avanti a indietro, le mani congiunte dietro alla schiena, con tono di sussiego - Sono veramente colpito. Auror, Zatatrox e gagia. Signorina Hargrave, la piccola pecca del tuo sangue misto a questo punto passa in secondo piano.-
- Ha cercato l'anello debole nella cerchia di Harry, vero?- gli chiese.
- Si, ma credo tu sia troppo dotata di raziocinio. Arrostiresti all'inferno piuttosto che ammettere che le tue idee stanno lentamente cambiando, vero?-
- Le mie idee personali e ciò che è giusto sono due cose diverse.-
Riddle si fermò, a scrutarla con velenoso divertimento.
- E come sai cosa è giusto? La morale e l'etica hanno ucciso più persone di me, Lady Hargrave.-
Sentendosi chiamare in quel modo, la Grifoncina vide rosso.
- Cos'aveva da dirmi?- lo incalzò furibonda - Cosa devo dire a Harry?-
- A parte che hai ucciso almeno duecento persone stanotte, meglio di quanto avrei potuto fare io?- replicò sarcastico - Nulla d'importante. So solo cos'è successo a mio figlio e ritengo che a Hogwarts Tom non sia più al sicuro.-
- E con lei lo sarebbe?-
- Di più che con Harry.-
- Hn.- Hermione distese i lineamenti in un'espressione diffidente - Se la pensa così allora...-
- Allora digli solo che verrò a riprendermi mio figlio il prima possibile.- e le diede le spalle, dopo averle fatto un cenno di saluto - I miei ossequi milady. Rivederti sul campo di battaglia sarà un onore e un piacere. Se cambi idea e vorrai venire da me, cerca Dark Hell Manor. Sarai la benvenuta.- e si Smateriliazzò subito, sparendo in una nuvola di fumo, mentre Hermione restava impalata.
Dio.
No, non poteva...non poteva aver parlato davvero con quell'uomo...
Le aveva fatto i complimenti.
Girò appena lo sguardo, vedendo la chiesa in fiamme, a pezzi, sepolta nelle macerie.
Un attimo dopo si piegò in avanti e vomitò anche l'anima, mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora