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Per ognuno che ci lascia, c'è qualcuno che veglia.


Il pendolo di Hogwarts stava scoccando le dieci di sera di quell'infausto giorno di funerali quando Thomas Maximilian Riddle rimise piede nella Scuola di Magia.
Gazza non c'era. E fuori in giardino non aveva visto nemmeno Hagrid e Thor.
Strano.
Se non altro avrebbe sfangato l'ennesima strigliata, anche se dubitava che la Mcgranitt non gli avrebbe tolto il distintivo di Caposcuola e una caterva di punti, tanto da spedire Grifondoro perfino in fondo alla catena alimentare.
Posò la mano sul portone dell'ingresso.
Ora accanto all'anello dei King, che non era mai riuscito a sfilarsi, alla sua mano sinistra si era aggiunto un anello d'argento spesso, con una pietra nera e ovale, che riluceva alla luce delle fiaccole del castello come una perla.
Ricordò con un sorriso che non era né di gioia né di trionfo le ultime parole che Voldemort gli aveva rivolto.
- Nessuno è mai riuscito a ingannarmi tanto bene. Nemmeno Harry.-
Il Lord Oscuro aveva perso il suo erede.
Da non credersi.
Un uomo come lui, abituato a scontrarsi con un bambino sopravvissuto che prendeva la vita come una guerra continua... non aveva saputo contrastare invece qualcosa come il sentimento del sacrificio.
Probabilmente suo padre non l'aveva mai neanche preso in considerazione.
Troppo debole. Troppo vigliacco come impulso.
E invece suo figlio l'aveva battuto su tutta la linea.
- Non finisce qui fra noi, Thomas.-
Si sbagliava. Si sbagliava ancora.
- Non ti permetterò di voltarmi le spalle così.-
Tom scosse il capo, entrando della Sala dell'Ingresso. Non c'era nessuno.
Guardò le clessidre delle Case.
Altra cosa curiosa. I punti erano invariati.
- Potrai crederti furbo ma c'è sempre un modo per aggirare anche il patto più solido che mente umana abbia mai potuto concepire. E io lo troverò. Non ti lascerò commettere questa follia, Thomas.-
Follia.
Follia perdere un erede che avrebbe preferito morire piuttosto che seguire la sua causa.
Era incredibile il senso di possesso che un genitore poteva dimostrare su un figlio, quasi questo fosse un oggetto.
Dritto all'ufficio della Mcgranitt, sapeva bene cosa lo aspettava ma una volta fermo dietro l'angolo qualcosa gli disse di fermarsi. Una sensazione raggelante gli aveva bloccato le gambe a terra, come massi di granito.
La porta poco dopo si spalancò e Tom sentì la voce di Piton.
- Non si può andare avanti così!- sbottò la voce ansiosa e rabbiosa del professore di Pozioni - Fai come credi Minerva, ma dobbiamo sbrigarci! Ormai l'Ordine è riunito! Non possiamo perdere un secondo di più!-
- Se andiamo via tutti chi resterà qua Severus?- replicò la strega con tono saccente, ma nel contempo preoccupato - Silente è già andato a Grimmauld Place, così come Harry e gli altri Auror. Non possiamo lasciare tutto nelle mani della professoressa Sinistra! E per caso ci fossero degli attacchi? Il signor Riddle ancora non è tornato!-
- In questo momento la nostra preoccupazione deve andare ai prigionieri!-
- E lasciamo la scuola scoperta in questo modo? Senti, comincia ad avviarti. Io mi riunisco con Horace e la Sprite, cercheremo di trovare una soluzione.-
- Perfetto.-
Tom vide Piton farsi apparire un mantello nero sulle spalle.
- Fammi sapere se avete notizie, va bene?-
- Certo.-
Piton sparì lungo il corridoio apposto e Tom corse via, per tornare a Grifondoro.
Prigionieri?
Cosa diavolo era successo?
In un lampo fece la prima cosa che gli passò per la testa. Entrò nella sala comune della torre, interruppe un Prefetto del quinto anno intento in una mano di poker con le sorelle Gilmore e gli consegnò un messaggio da portare alla Mcgranitt, dove l'avvisava che era tornato e stava bene. Aggiunse inoltre che andava alla sede dell'Ordine.
Fatto quello scappò di nuovo fuori dalla scuola e si Smaterializzò via.
Quando riapparve, era in un vicolo di Grimmauld Place.
Il numero 12 era dall'altra parte della strada.
Entrò come una furia, facendo scattare tutti gli allarmi della casa ma quando gl'incantesimi cercarono di spingerlo fuori cozzarono contro una barriera nera, creata dall'anello che gli aveva dato suo padre.
Gli allarmi continuarono a squillare fino a quando, agitando la bacchetta, cessarono di far chiasso.
- Cosa diavolo succede?-
Kingsley Shacklebolt apparve nell'anticamera, con sguardo terreo.
- Merlino, sei tu.- sospirò, passandosi una mano fra i capelli - Meno male, stai bene.-
- Chi è Kingsley?- la voce agitata di Molly Weasley fece tremare ancora di più Tom, che quando si ritrovò abbracciato a Mamma Weasley rischiò il soffocamento.
- Meno male sei salvo!- alitò la strega, stringendolo sempre più forte - Eravamo così preoccupati! Caro dove sei stato? Ti hanno fatto del male? Come sei scappato?-
- Molly, ti prego.- Kingsley la staccò dal giovane Riddle - Avanti, venite in salone. Tom ci sono i tuoi amici.-
- Qualcuno mi dice cos'è successo?- l'interruppe il grifone, senza dargli tempo di ribattere - Ho sentito dalla Mcgranitt che è successo qualcosa! I ragazzi si sono fatti male?-
L'occhiata che Molly e Shacklebolt si scambiarono ebbe il potere di trasformargli il sangue in ghiaccio.
Era successo qualcosa di grave.
Senza attendere oltre li scostò di volata e corse nel salone.
Beatrix, seduta sul divano, appena lo vide tirò un incosciente sospiro di sollievo.
Damon, Cloe e William si aggiravano per la stanza.
Degona invece, seduta in poltrona, lasciò andare il libro e corse da lui.
Per la prima volta da settimane lo abbracciò forte, piangendo.
Poi si staccò e gli tirò un pugno sul petto, rabbiosa.
- Dove sei stato?!- urlò quasi, continuando a piangere - E' tutto il giorno che ti cerchiamo!-
Riddle, addolorato, cercò di calmarsi. Fissando anche i compagni, capì dai loro sguardi che la cosa era più grave di quanto apparisse.
- Cos'è successo?- mormorò allora, sgomento.
- E' successo che quando te ne sei andato da Wizards' Graveyard per andare chissà dove Draco è stato catturato dai Mangiamorte.- gli disse Beatrix, tornando a guardare vacuamente la finestra oltre le spalle di Damon, incurante degli occhi sgranati di Tom - La febbre deve aver facilitato la cattura. Vanessa Lestrange ha mandato un messaggio a Harry prima di cena. Inoltre i Mangiamorte devono essersi alleati con Mezzafaccia, secondo gli Auror, perché quando lo stesso messaggio della Lestrange è stato recapitato a Hermione, che era a Lane Street, c'è stato un attacco. Mezzafaccia ha preso lei, Elettra, Pansy e Ophelia.-
Tom poggiò una mano sullo stipite della porta.
Quasi non stava in piedi.
- I bambini?- chiese, con voce spettrale.
- Catturati.- rispose Damon.
I Mangiamorte e Mezzafaccia.
E lui per tutto il pomeriggio era stato rintanato nella torre di Dark Hell Manor.
A sentire le stronzate di suo padre.
- Figlio di puttana!-
Il suo pugno si scontrò contro la parete. Inutile il dolore, se non porta a qualcosa, gli aveva detto una volta Hermione. Si volse con una maschera di collera stampata in faccia.
Avevano ragione lei e Harry, non c'era più tempo per le mezza misure.
Con passo pesante attraversò tutta la casa, seguito dai giovani maghi che gli stavano a debita distanza, e quando spalancò la porta della cucina gli Auror quasi estrassero le bacchette.
Erano così tanti che molti si erano arroccati nella sala da pranzo accanto.
- Dove sei stato?- gli chiese Ron, seduto a tavola col volto sfigurato dal terrore.
- Signor Riddle!- lo apostrofò anche Piton, che era appena arrivato - Non puoi andartene in giro come e quando ti salta in testa! Avresti potuto essere catturato!-
Tom lo ignorò e si fece abbracciare da sua zia Andromeda e da Narcissa, che lo strinse forte.
Lui ricambiò con uno sguardo pieno di dolore.
- Mi dispiace zia.- mormorò in un soffio.
La bellissima Lady Narcissa Malfoy scosse il capo, tornando a sedersi.
- Non è stata colpa tua.-
- E' vero che sono stati catturati tutti?- e si volse verso il preside e gli Auror - Com'è potuto succedere?-
- Hanno capito dove colpire.- si limitò a dire Edward, seduto davanti a Ron con un bicchiere di whisky fra le dita.
- Dove sono?-
- Sappiamo solo che le ragazze e i bambini sono sull'Arca.- gli disse Sirius, passandogli una sedia - Draco per quel che ne sappiamo potrebbe essere ovunque.-
- Cosa volete fare?- li incalzò - Ce l'avrete un piano!-
Ron rise amaramente, tenendosi la testa fra le mani.
Solo allora Tom si guardò attorno. Dov'era Harry?
- Dov'è?- chiese subito.
- Di là.- Edward indicò la stanza accanto - Visto che...Pansy è incinta...- e Ron tremò di nuovo, fissando un punto imprecisato del tavolo coi chiari occhi sgranati -...non le accadrà nulla. I bambini la proteggono. Se stanno tutte con lei, neanche a Ophelia, Hermione ed Elettra accadrà qualcosa. Sono furbe, sanno che non devono staccarsi da Pansy. Lucas e Glory invece sono sotto la protezione messa loro da Lucilla...il problema è che anche lei è sparita. Come Cameron e gli altri. Tristan è partito mezz'ora fa, per andare a cercarli.-
- La mamma è sparita?- allibì Riddle, fissando anche Degona - Cosa significa?-
- Non lo sappiamo.- sospirò Sirius - Il fatto è che per attaccare l'Arca dobbiamo attraversare il portale che non siamo riusciti a trovare. Inoltre Draco stava male. Se lo lasciamo nelle mani dei Lestrange potrebbero ucciderlo.-
- Perciò entro stanotte troviamo Malfoy.- scandì Duncan serio - E domani mattina si va al Tower Bridge.-
- Si ma non sappiamo come diavolo trovare quel portale.- ringhiò Clay - Io non lo trovo, non so che farci, uccidetemi ma non riesco a sentirlo! È come se fosse nascosto dietro un maledetto velo.-
- Ci va una parola d'ordine.- disse Damon all'improvviso.
Tutti gli Auror, compresi alcuni che venivano dalle altre regioni, lo fissarono increduli.
- Come lo sai, signor Howthorne?- gli chiese Piton.
- Me l'ha detto...Asteria McAdams.- abbozzò.
- Cosa? E tu lo sapevi e non ci hai detto nulla?- sbraitò Asher inferocito.
- Me...l'ha detto...da poco.- continuò.
- Te l'avrà detto prima di suicidarsi, c'era tempo!- fece anche Cloe irritata.
- No...ecco...me l'ha detto dopo...- e incassò subito la testa nelle spalle.
Ora su tutti regnava il silenzio più totale.
- Come dopo?- fece Beatrix sbattendo le ciglia.
- Ci...ci ho parlato tre ore fa.- buttò lì, deciso ad affondare la sua reputazione di sano di mente.
Tom infatti, per un attimo, ebbe la tentazione di andare a mettergli una mano sulla fronte.
Forse lo psicologo poi non era stata un'idea del tutto deficiente.
- E' morta l'altro giorno, lo sai vero?- gli ricordò Piton, con tono che si usa coi bambini testardi.
- Va bene, lo so che sembro pazzo ma è la verità!- sbottò allora il Legimors - Il giorno in cui è morta ha scritto un nome sulla lavagna della professoressa Mcgranitt e prima di cena sono salito sulla Torre di Astronomia. Le ho parlato e...-
-...e tu parli con Non-Vivi.- sussurrò Milo di punto in bianco, zittendo la cagnara degli Auror increduli.
- I Non-cosa?- riecheggiò la signora Weasley.
- Dio Santo, tu parli con gli spiriti ragazzo!- scattò anche Calendulah Roberts, dallo Yorkshire.
- Può parlire con chi vuole, anche con le salme, non è questo l'importante adesso!- l'interruppe Sirius frettoloso, alzandosi di scatto e correndogli incontro - Damon, dimmi la parola d'ordine per l'Arca.-
- Miranda.-
- Perfetto.- annuì Black, lanciando le spade a Kingsley e Gary Smith e passando accanto a Remus, già pronto a partire - Signori diamoci una mossa. Harry ha detto che abbiamo tutta la notte per riunire tutti gli Auror necessari.-
- Quindi Harry...viene?- chiese Tom.
Sirius imprecò fra i denti - Ancora non lo so. E' di là che cerca di capire dov'è Draco, anche se non so come.-
In quella baraonda di spade, bacchette, dichiarazioni di vendetta e guerra, Tom riuscì a entrare nella sala da pranzo, col cuore in gola e l'anima rivolta a suo cugino. Se solo avessero torto un capello a Draco...
A causa delle tende tirate, vide solo la sagoma di Harry Potter, messo di tre quarti contro la finestra, solo quando i suoi occhi blu si abituarono alla penombra.
Solo la luce del lampione davanti alla palazzina delineava il contorno del corpo del suo padrino.
- Avanti, avanti...- diceva a bassa voce - Tieni gli occhi aperti...ce la puoi fare...-
Tom si affiancò a suo zio Lucius, in piedi contro la tavola a fumare da un lungo bocchino.
Il signor Malfoy gli posò una mano sulla spalla, poi tornò ad aspirare l'acre fumo, quasi un calmante, quando entrarono anche Narcissa, Andromeda, Sirius e Remus.
- Su...dai...- Harry serrò la mascella - Devi darmi una mano...-
- Cosa fa?- sussurrò Andromeda.
- Parla con Draco, credo.- le rispose Tom.
- Cosa riesci a vedere?- gli chiese Sirius.
Harry Potter, fissando fuori dai vetri, in realtà vedeva tutt'altro.
- Stanza di pietra, mattoni scuri, soffitto basso. Una sola finestrella, sbarrata.-
- Va avanti Potter.- lo incitò Lucius Malfoy.
- Non c'è molto.- Harry serrò le mascelle - Vedo che c'è qualcosa che brucia nell'aria. Ha un odore terribile, lo sta facendo star male. Sono delle bacchette contorte, rosso intenso.-
- Erba Draga.- disse subito Remus - Il fratello di Ron confermerà. Si usa per sedare i draghi.-
- Ecco perché non riesce a liberarsi, non è solo febbre.- sindacò Narcissa rabbiosa, mentre dentro di sé malediceva mille volte l'orrenda progenie di sua sorella e Rodolphus Lestrange - Che altro?-
- Chi vedi?- chiese invece Andromeda.
- Rabastan Lestrange.- Potter richiuse le palpebre - Vanessa, Rafeus...e...quel bastardo di Marcus Barnett.-
- C'è altro che posso indicarci il luogo in cui lo tengono?- scattò Sirius nervoso - Potrebbe essere tenuto ovunque, dai sotterranei di mia zia Jocelyn ai poderi dei Barnett nel Devon!-
- C'è una lanterna.- mormorò il bambino sopravvissuto di colpo - Sopra la sua testa. È di ottone. Rovinata, il vetro è arancione, con inserti rossi. Formato dei disegni geometrici. Il portalanterna ha un ricciolo contorto.-
- La porta?- continuò Andromeda.
- Girati...- Harry sentì il contatto lenirsi. Doveva sbrigarsi. Lo pregò ancora di voltarsi, di girare appena di poco il capo. E con gli occhi di Draco Lucius Malfoy vide una porta imponente, di legno nero. Forse ebano.
Era...cosparsa di strani segni. Appuntiti, irregolari. A coppie di tre o quattro.
Quando lo disse, i cugini Black scattarono come molle.
- Unghie!- sbottò Narcissa Black Malfoy - Unghie! Quella è la cantina sotterranea di zia Araminta! Ci torturava i babbani lì dentro, dopo che il decreto sulla loro caccia fu bocciato dal Wizengamot!-
- Dov'è questo posto?- chiese Harry, perdendo il contatto con Draco e voltandosi verso di loro.
- Little Mitcham, nel Dorset. Poco lontano dalla sede della Dama Nera.- Sirius lo guardò attentamente - Preparo la squadra. Facciamo irruzione fra un'ora.-
- No.-
Harry cominciò a infilarsi i guanti.
- Vado da solo.-
- Cosa?!- Tom e il suo padrino lo fissarono del tutto atterriti.
- Sei impazzito Potter?- sbottò anche Lucius Malfoy - Vuoi farti ammazzare insieme con mio figlio?-
- Non possono farmi niente.- sindacò l'ex Auror, vedendo anche Ron sulla soglia - Non abbiamo più tempo. Io non ho più i miei poteri di mago, ma ho quelli del Bracciale di Kentron. Basteranno. Inoltre voi dovete prepararvi tutti per l'irruzione sull'Arca. Io vado nel Dorset e riprendo Draco. È inutile attaccare domani se non potremo avere anche lui. Ci è indispensabile. Le ragazze e i bambini sono al sicuro con Pansy ma dovranno aspettare qualche ora. Fate preparare i Medimaghi, che siano pronti al mio ritorno. Voi intanto organizzatevi perché domani mattina alle quattro si va al Tower Bridge. Se non ci vedete tornare, non prendetevi la briga di venirci a prendere.-
S'infilò il mantello e legò la spada alla cinta.
Istintivamente portò la mano sul cuore, oltre la casacca dove aveva sempre tenuto la bacchetta.
Scosse il capo.
Non ascoltò né Duncan, né le preoccupazioni degli altri Auror.
Promise solo che sarebbe tornato presto.
E poi, non si sa bene come, una luce dorata lo prese con sé e lo Smaterializzò via.

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