esperti aveva stabilito che erano attacchi di mannari e quegli attacchi si stavano susseguendo a tappe fino a loro, a Hogwarts. A quanto pareva un folto gruppo di licantropi stava muovendo i suoi passi minacciosi verso la Scuola di Magia e Stregoneria, lasciandosi alle spalle scie di cadaveri di animali e a volte anche qualche babbano che, non venendo tramutato, moriva sotto gli artigli delle belve notturne.
Quella notizia aveva subito messo in allarme il mondo magico e altri Auror erano stati mandati per aiutare Hogwarts in quell'attacco, mentre altre squadre notturne arrancavano per tutta la Gran Bretagna, cercando di catturare i Mangiamorte dichiarati, i sospetti e anche innocenti, in una caccia alle streghe impartita da Orloff che lasciava il bambino sopravvissuto in un profondo stato di angoscia.
Se Harry Potter fin dal principio aveva creduto che Fenrir Greyback fosse un galoppino di quel bastardo di Voldemort e avesse mandato un figlio inesperto e vigliacco come lui, alla fine aveva dovuto ricredersi.
Dopo l'attacco alle spalle di Draco, Malfoy ci aveva messo qualche giorno per riprendersi e dopo aver mangiato mattina e sera bistecche al sangue spesse venti centimetri che avrebbero fatto impallidire una fiorentina, era finalmente tornato alla normalità. In quei giorni gli Auror avevano anche più volte interrogato il mannaro catturato dal biondo, che Silente aveva accettato di tenere nelle segrete del castello, ma invano.
Il prigioniero era lupo mannaro di stirpe, marchiato a fuoco col casato della sua famiglia e sui loro geni dotati di una tempra più forte di quella umana, il Veritaserum non ebbe effetto. Fra i vari dispacci mandati dal Ministero della Magia, alcuni imponevano la tortura ma Harry li rimandò indietro tutti, senza risposta.
Alla fine, dopo tre giorni ininterrotti di domande e risposte ringhiate con rabbia e bava alla bocca, Hagrid aveva avvisato gli Auror che qualcuno era uscito dalla foschia della Foresta Proibita, abbigliato in un mantello di pelle di daino. Sotto quel mantello, Asher Greyback.
Il giovane principe rimase sotto le mura per circa cinque minuti, attendendo senza mai muoversi fino a quando Jess Mckay non uscì fuori per primo, per sentire cosa volesse.
Dietro di lui, Harry, che a fatica aveva convinto Ron e gli altri a poter guardare in faccia il nemico.
Il giovane principe aveva visto trascinare fuori il suo uomo.
Un insubordinato, a dire il vero.
Poi aveva posto una sola domanda.
- E' vero che ha attaccato Malfoy alle spalle?- aveva chiesto Asher, senza staccare gli occhi di brace dal mannaro suo sottoposto.
Jess e Harry si erano scambiati un'occhiata perplessa, ma avevano confermato.
Ad Asher non era servito altro.
Estratto un pugnale alla velocità di un fulmine, aveva diretto la lama alla gola del prigioniero.
Un attimo dopo era agonizzante, a terra.
Il principe aveva levato lo sguardo fiero sul bambino sopravvissuto, prima di andarsene.
- Non mi servono i codardi.- e se n'era andato nella nebbia com'era venuto, lasciamo a Potter la sicura sensazione che quel ragazzino sarebbe stato un nemico più difficile del previsto.
Tutti i professori e gli Auror, presenti al fatto, erano rimasti allibiti.
Uccidere un proprio alleato non era inconsueto nei Greyback ma...per onore...
In seguito, anche Jeager Crenshaw era finalmente guarito dai colpi subiti a casa sua. Un essere umano sarebbe morto, ma lui aveva superato egregiamente la paralisi col famoso stoicismo inglese, così era tornato libero di muoversi come voleva, aggirandosi per la scuola senza farsi notare, ma con l'occhio sufficientemente attento ed esperto per pescare i Dissennatori prima del loro ingresso nella scuola.
Fra i tanti, Jeager, Hermione, Harry e Lucilla erano gli unici che sapevano letteralmente disintegrare gli ex carcerieri di Azkaban con una magia ma sembrava che quei demoni non avessero mai fine.
Spuntavano sempre qua e là e a volte superavano la barriera delle mura attaccandola a gruppi di trenta.
Erano ovunque, un vero tormento, specialmente ora che l'autunno inglese era ormai iniziato.
Anche i duelli interni proseguivano e il 22 ottobre Beatrix era salita sul palco e aveva ottenuto la sua prima vittoria contro Maggie Clark di Grifondoro, sconfiggendola facilmente. Né Tom, né Damon e neanche Cloe invece erano ancora stati sorteggiati e spesso i corsi li portavano a vedersi solo la sera e con trucchi poco corretti, ricorrendo spesso al Mantello dell'Invisibilità di Harry.
A parte l'aria di sostanziale tranquillità in cui Tom navigava, dopo l'incidente in bagno con Cloe, fra i due era rimasto qualcosa d'irrisolto nel profondo: erano tornati quelli di prima, certo, se non altro davanti a tutti, compreso Howthorne e la Vaughn ma i n privato nei primi tempi si erano ancora comportati con i classici piedi di piombo, specialmente durante le lezioni di Focalizzazione che la King impartiva a Riddle.
E ora, a quarantotto ore dalla festa di Halloween, tutti gli studenti di Hogwarts erano in fermento.
Il presidente del comitato studentesco, Albert Johnson, e i suoi compagni più i curiosi della Gazzetta andavano a spasso per i corridoi come degli invasati, per accertarsi che tutto fosse stato approntato nel modo giusto.
Tutto il corpo studentesco non faceva che parlare di abiti o eventuali travestimenti, cosa che sembrava essere tornata di moda. Insomma, erano tutti su di giri. Ma c'erano due unici studenti che le feste proprio le odiavano.
Tom e Beatrix osservavano i preparativi disgustati, seduti insieme in biblioteca e col viso rivolto verso l'ingresso: era la terza volta che le Grazie correvano su e giù con delle zucche in mano che strillavano canzoncine oscene e non trovavano il modo per farle tacere.
- Che schifo.- sibilò la Diurna - Voi inglesi non sapete proprio festeggiarlo Halloween. Credete che basti qualche zucca e della Burrobirra!-
- Più che altro non mi va giù l'idea di tutte queste feste del cazzo.- bofonchiò Riddle, chino sul libro di Erbologia - E' una perdita di tempo bella e buona. Senza contare che alle dieci di sera metà degli studenti saranno ubriachi e cominceranno a sbavarsi addosso gli uni con gli altri.-
- Senti tesoro...io passo, per festa intendo un buffet, ma tu perché disdegni tanto i baccanali?- gli sussurrò Trix maliziosa - Non sei di vetro sai?-
- Non mi va di farmi mettere le mani addosso dalla prima che passa, ecco tutto.-
La Serpeverde sorrise, scuotendo il capo.
Si, poteva capirlo. Ma bisognava essere sinceri fino in fondo. Tom odiava Halloween anche per un altro motivo.
Per traumi avvenuti in giovinezza.
Ovvero gli scherzi bastardi di Harry Potter, lo spirito maligno della festa di Ognissanti.
- Comunque dobbiamo andarci.- sbuffò Tom - Abbiamo promesso a Cloe che quest'anno ci saremmo fatti vedere almeno per dieci minuti ad Halloween.-
- Che rottura. Da che ti vesti?-
L'altro cadde dalle nuvole - Devo anche vestirmi? Ma no, dai che palle!-
- Purtroppo va fatto. E' stato costretto perfino Damon, dopo pranzo le bimbe l'hanno pescato nel sotterraneo e non l'hanno più lasciato andare. A quest'ora starà facendo il modello per Isotta Stevenson e la sua combriccola di sartine, quindi non ti puoi tirare indietro dopo quello che si starà passando lui.-
- Che seccatura...e poi Damon è matto a farsi prendere fra le grinfie da quelle. Hanno quindici anni e parlano come delle maitrèsse, e che cazzo.- Il grifone guardò l'orologio, fregandosene di apparire un uomo del medioevo - Trix è quasi ora di andare da Lumacorno...ah, senti...come facciamo per Rune Celtiche? Interroga lunedì, domani e Halloween e domenica andiamo al Cimitero...-
- No, io non vengo.- disse la Vaughn, improvvisamente distante.
- Non vieni?- Tom scosse il capo - Beatrix vuoi dirmi finalmente che ti sta succedendo?-
- Non mi piacciono i cimiteri.- rispose gelida, con gli occhi bassi - Probabilmente io non ci finirò mai ed è pieno di umani. Non mi va di vedere tutte quelle tombe, ecco tutto.-
Gli occhi blu del Grifondoro si fecero attenti, quasi malinconici.
Prima o poi a tutti toccava morire.
Ma non a lei, non alla sua Trix.
Lei sarebbe sopravvissuta per tanto, tanto tempo.
Le carezzò la mano fredda e lei gliela strinse di rimando, poi s'incamminarono nell'aula di Lumacorno.
Già, il caro vecchio prof spocchioso e melassosso d'Incantesimi. Durante quei due mesi di conoscenza reciproca Tom aveva fatto di tutto per starsene bene al suo posto. Evitava perfino di fare domande, stava in silenzio e faceva quel che doveva, a testa china. Raramente Horace Lumacorno si rivolgeva a lui per far spiegare qualche esercizio difficile ma sempre più spesso Tom si era accorto che il professore lo scrutava con molto, molto interesse.
Quella venerazione sottile lo metteva in un disagio atroce.
Quella curiosità morbosa poi, che lo metteva sullo stesso piano di suo padre, lo innervosiva ogni giorni di più ma Lumacorno si stava dando da fare con Silente per studiare i fantocci di quel Vendicatore col mantello panna nei sogni di Damon e questo, nonostante tutto, gli faceva intendere che il suo professore stava cercando di redimersi.
Quando entrarono, il sorriso luminoso e un po' ruffiano del prof, la spiegò tutta su quello che li aspettava. Lumacorno cinguettò allegramente che presto avrebbero potuto dedicarsi, con l'autorizzazione del professor Mckay, alle Invocazioni.
Nessuno di Hogwarts ne sapeva nulla, invece Tobey Williams e gli altri tre scozzesi sembravano saperne parecchio. Si trattava di un argomento non trattato sul libro di testo e Tom rimase affascinato ad ascoltare la possibilità d'invocare qualcosa o qualcuno attraverso un cerchio magico.
Era una disciplina difficile, che richiedeva molto sforzo e Lumacorno mise in chiaro che ci sarebbero voluti mesi.
A parte il nuovo progetto, si misero d'impegno col perfezionamento degli Incanti Proteus e Glacialius, per finire con gl'Incantesimi di Sdoppiamento di oggetti e animali. Presto avrebbero potuto creare dei sosia perfetti.
- Interessante no?- gli disse Ian, finita la lezione, mentre uscivano per andare a pranzo.
- Si, parecchio.- rispose Tom soprappensiero, raccogliendo i libri che aveva rovesciato, tanto per cambiare.
- Allora ragazzi? Vi coinvolge il programma?-
Riddle levò lo sguardo, per vedere Lumacorno fermo davanti al banco suo e di Wallace, seguito da Asteria McAdams, la sua nuova protetta dopo Cloe.
- Si professore.- annuì Ian - L'Invocazione è una materia affascinante. È un peccato studiarla solo al settimo anno.-
- Si, lo so ma non sempre può essere tenuta sotto controllo, infatti il nostro caro professor Mckay v'insegnerà che ci sono dei lati negativi nell'invocare cose e persone con leggerezza.- annuì Horace serio - Non bisogna mai scherzare con certe forze, bisogna avere doti che vanno al di sopra dell'ordinario per potersi destreggiare con grazia e coscienza.-
- Senza dubbio.- disse Wallace - Crede che potremmo già fare esercizio la prossima settimana?-
- Dipende. Vi sentite pronti?- Lumacorno posò anche gli occhietti su Riddle - Tu Tom? Pensi di essere pronto?-
- Quello che penso e la realtà sono due cose distinte.- rispose il grifone, con tono cortese.
- Vero. In fondo siete ancora giovani.-
- Ma professore.- s'intromise Asteria - In fondo la classe è composta di studenti con una media elevata, no?-
- La media centra poco mia cara con certe discipline. Spesso la media è solo uno specchio, un riflesso. Prendi la Divinazione per esempio. C'è chi studia e chi è dotato. Il signor Howthorne ne è uno splendido esempio.-
Damon, che si stava facendo felicemente i cazzi suoi, scoccò un'occhiata obliqua a Tom.
Non aveva sentito una parola, ma fece docilmente un cenno affermativo, quindi quella pallosa conversazione proseguì su binari tranquilli, con Asteria che premeva per accelerare i tempi e Lumacorno che voleva aspettare. O peggio, lasciare la patata bollente a Tristan.
A pranzo, la faccenda venne ridiscussa per l'ennesima volta, diventando un tormentone.
Tom pensava ad altro, tipo il regalo per il diciassettesimo compleanno di Damon, nato proprio il primo novembre.
Anche Maddy era nel suo stesso stato e guardava Vanity Witch, per farsi venire qualche buona idea.
- L'unica cosa che apprezzerebbe secondo me è un sedativo bello potente.- disse la strega, pensosa, sfogliando le pagine annoiata - Tu che gli fai Cloe? Qualche idea?-
La King giocherellava col cibo, distratta - No, per niente.-
- E tu Tom?-
- Degona ha in mente qualcosa.- rispose Riddle - Mi farò dare qualche dritta da lei, ormai sono alla frutta. Non so più che fargli. L'anno scorso Draco l'ha trascinato via da scuola per un giorno intero, con un permesso.-
- Dove l'ha portato? Non ricordo.- disse Madeline.
- Al maneggio dei Dalton.- le ricordò Cloe - Sai che Damon adora cavalcare.-
- Si e che facciamo? Gli compriamo un cavallo?- sbuffò la Nolan - Già ne ha sette a casa sua!-
- E poi non possiamo uscire di nuovo dal castello. I prof ci ucciderebbero.- bofonchiò Riddle.
- Beatrix cosa gli regala?-
- Credo altri cd. Sai come sono quei due.-
- Comprategli una spogliarellista.- propose Sedwigh - Va in bianco da troppo.-
- Grazie Sed, sei un amico.- brontolò Maddy con una smorfia.
- Compratene uno anche tu, magari è la volta buona che te lo scordi.-
- Sei un monumento alla sensibilità capo, niente da dire.- gli disse Martin con un ghigno - Datti una mossa che abbiamo gli allenamenti. Cloe vieni a vederci?-
- Eh?- Claire osservò di striscio Tom, poi annuì con un mezzo sorriso - Ok, va bene.-
- Io torno in biblioteca. Poi andrò da Tristan.- disse Tom alzandosi da tavola - Ci vediamo a cena gente.-
- Ok, a dopo.-
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I Figli Della Speranza |Dramione|
FanficTerza parte della saga, signori e signore. La battaglia fra Harry Potter e i Mangiamorte subisce nuove mutazioni con l'entrata in scena di personaggi ambigui che minacciano la nuova vita del bambino sopravvissuto, mentre il giovane Tom Riddle, ormai...