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Ah, la prima notte di sonno a Hogwarts.
Harry Potter poteva dire di non conoscere miglior sensazione di quella per addormentarsi.
E svegliarsi fra quelle mura calde e imponenti era come svegliarsi in un nido.
Un nido di protezione e vecchi ricordi dolci e amari.
Ricordi di un tempo che sembrava non essere mai passato.
Si girò lentamente fra le lenzuola, baciando i capelli della donna che gli riposava a fianco, col capo appoggiato al suo torace. Elettra Baley mugugnò qualcosa nel sonno e ricambiò leggermente il bacio che le dette a fior di labbra, poi lo lasciò alzarsi. Suo marito si diresse a una culla poco distante dalla sua sponda, sorridendo.
Lucas Potter era già sveglio e vagiva divertito, giocando coi le farfalle magiche appese sopra la capotte di tulle.
- Ehi cucciolo.-
Lucas gorgogliò di nuovo, facendo un sorriso sdentato a suo padre.
Alzò le braccine e si fece prendere in braccio, poi si aggrappò alla maglia di Harry che tornò a letto, sedendolo sul suo cuscino e mettendosi poi a pancia in sotto.
Giocare con Lucas di mattina presto faceva sentire Harry, in un certo modo, pronto per la giornata che l'aspettava.
Pronto per la guerra che l'aspettava.
Il neonato giocava con le dita del padre, succhiandole e toccando con le manine grassocce il suo viso.
Harry non poteva fare altro che sorridere, che scoppiare di felicità.
Da quando Lucas era nato, un anno e quattro mesi prima, la sua vita era cambiata.
Lucas rappresentava una parte intoccabile del suo animo, una parte in cui nulla poteva entrare se non suo figlio.
Era stato amore a prima vista, un qualcosa di sconvolgente, di profondo e irreversibile.
Lucas era tutto. Lucas era al primo posto, con Elettra.
Loro due erano tutto. Tutta la sua vita.
E quando era con loro...non era il bambino sopravvissuto, non era Harry Potter.
Ma solo Harry.
Lucas gli fece un altro sorriso, passandogli le piccole dita sul volto, poi aggrappandosi ai suoi capelli.
Fin da piccolissimo, suo figlio si era dimostrato allegro e curioso, una vera peste. A differenza di Glory, strillava a ogni ora della notte e con una mania tutta sua si ostinava a cacciare le stelline dentro a forme per i cerchi della sua casetta giocattolo. Una bella testa dura.
- Mostriciattolo.- gli disse, facendosi succhiare l'indice destro.
Lucas tubò un "Dada" che poteva significare papà o chissà cos'altro.
Da principio Harry aveva temuto di non essere in grado di occuparsi decentemente di un bambino. Non aveva mai avuto esperienza in fatto di rapporti paterni, se non con Sirius che però l'aveva conosciuto che aveva ormai tredici anni...ma una cosa se l'era promessa fin dal principio.
Per Lucas lui ci sarebbe stato. Non avrebbe permesso a nessuno di separarli.
E non sarebbe morto. No, non avrebbe lasciato Lucas senza una famiglia.
Avrebbe dato la vita per lui ma...lasciarlo significava fargli vivere la sua stessa esperienza.
- Io ci sarò sempre.- gli sussurrò, puntando gli occhi verdi sul bambino - Non me ne vado.-
- Dada!- gorgogliò di nuovo Lucas - Hori!-
- Glory dorme. Cosa che dovresti fare anche tu a quest'ora.- sbuffò Potter ridendo.
- Hori!- tubò di nuovo suo figlio - Hori!-
- Tesoro...- la voce ora arrivava da Elettra, ancora nel dormiveglia - Sono le sette, fallo dormire di prego!-
- E come faccio?- Harry scosse il capo, carezzandole la spalla e la chioma bionda - Ormai non lo addormenti più neanche con una pozione!-
- Non sarà l'unico sveglio.- sbadigliò Elettra, stiracchiandosi languidamente - Anche Draco sarà a spasso.-
- Spero che Ron gli stia dando un'occhiata. Oggi me lo lasciate fare?-
- Se intendi picchiarlo a sangue, NO!-
- Dai Ele!- sbuffò, facendole le fusa da perfetto ruffiano - Si comporta come un bambino di sette anni, figurati che quando legge il giornale diventa pallido per tutti i casini che fanno i Mangiamorte! Hermione prima o poi lo strangola nel sonno! Senza contare che non mi diverto più...-
- E già, povera stella.- Elettra si mise seduta, prendendo in braccio Lucas - Senza il tuo compagno di giochi ti senti escluso eh? Vero che papà è tutto pazzo tesoro?-
- Dada!- tubò di nuovo il bambino.
- Senti ma mamma lo dice, perché non dice anche papà?- si lagnò capricciosamente Harry.
- E io cosa ne so, si vede che non gli viene.- ghignò sua moglie, perfida - Prima o poi te lo dirà, tranquillo.-
- Un corno.- Harry si girò improvvisamente verso la porta, sentendo un tonfo al piano di sotto - Eccolo. O è Malfoy o Hermione. Se si è alzata da sola giuro che la prendo a schiaffi!-
- Sciocco. Lo sai che non è facile per lei.-
- Si ma è questione di un mese!- sbuffò Potter, alzandosi in piedi - In più oggi è anche il primo giorno di scuola e lei è lì che sfrigola! Mi faranno diventare matti quei due!-
- A proposito, hanno posticipato la data di nozze, lo sai vero?-
- E certo. Dopo ben cinque tentativi andati in fumo direi che è meglio andarci cauti.- rognò l'Auror, iniziando a vestirsi e chiudendosi in bagno - Hermione se la prende comoda comunque.-
- Ha le sue idee.- sorrise Elettra, dondolando Lucas che ridacchiava allegro - E' meglio aspettare.-
Aspettare non era una delle doti peculiari di Hermione Jane Granger Hargrave, futura Lady Malfoy.
La bella strega dagli occhi dorati ora vagava per la sala riunioni della Torre Oscura con le braccia e le mani protese in avanti, per sfiorare e memorizzare ogni superficie.
I suoi occhi erano spenti, puntati su qualcosa di vago mentre lei viveva in un mondo fatto d'ombre.
Arrivando alla tavola incolume, si sedette e cercò la bacchetta nella manica della vestaglia di seta color cielo.
- Gigì?- sussurrò.
La fatina si levò dal suo alveare, arrivandole sotto al naso.
- Si seccatrice? Sai che sono le sette?- sbottò Gigì, illuminata di rosa e sempre di cattivo umore.
- Puoi farmi puntare il braccio verso la cucina? Ho voglia di un caffè.-
- D'accordo.- la fatina, con la tipica forza del Piccolo Popolo, le spinse il braccio destro alla sua sinistra e con l'ordine della strega, tazze, zuccheriera, cucchiaini e bricco si misero all'opera.
- Grazie.- mormorò Hermione, già abbastanza frustrata.
- Glorya?- le chiese la fatina, sbadigliando e sedendosi sulla sua testa.
- Con Draco.-
- E hai lasciato tua figlia nelle mani di...-
- Suo padre?...Si, anche se senza memoria, Glory è più al sicuro con lui.-
- Solo perché non vedi non significa che non sei più la stessa per tua figlia.- disse una voce alle sue spalle, una voce che lei riconobbe subito. Si sforzò di sorridere e quando Ronald Weasley si sedette al suo fianco, dopo averle baciato la guancia, arrivò anche il caffè.
- Non scherzare.- sussurrò Hermione, abbassando il capo - Già prima Draco mi diceva che non ero abbastanza affettuosa con lei ma almeno potevo capire le sue espressioni e le sue esigenze guardandola. Ora invece non riesco a fare più neanche quello.-
- Sei troppo dura con te stessa.- Weasley le versò il caffè, mettendole un goccio di latte e niente zucchero - Ho dovuto imparare molto con Jeremy, non siamo nati tutti genitori provetti.-
- Se non altro tuo figlio non piange ogni volta che lo prendi in braccio.-
- Pansy dice che i bambini sentono cosa provano i genitori. Se sei nervosa, Glory lo sente.-
Hermione sospirò, portandosi la tazza alla bocca - Mi sa che ho un grave problema allora.-
In quel momento s'insinuò nella stanza un bel po' di chiasso e un tonfo che la Granger aveva imparato a riconoscere.
Quattro strani esseri femminili alti poco più di un metro fecero il loro ingresso, dopo aver posato delicatamente a terra un box magico per neonati.
Erano quattro follette arboree, con orecchie lunghe e facce dai tratti umani, tranne per gli occhi che erano straordinariamente troppo verde pallido, un tono quasi fosforescente.
Erano le tate del rinomato Asilo Magico di Londra, le tate dei figli di maghi famosi e che erano state chiamate apposta per proteggere i loro bambini. Le migliori nel loro campo: Fulva, Fauna, Flora e Fiona.
Con le loro gambette zozze depositarono Lucas e Jeremy nel box, mentre alle loro spalle arrivarono anche Pansy, Elettra, Harry ed Edward.
- Buongiorno.- celiò Ron - Come va gente?-
- Tutto alla grande.- bofonchiò Harry seccato - Draco dove sta?-
- A fare il bagno a Glorya, signor Potter.- disse Fiona, zompettando per preparare i biberon a Lucas.
- Non è che l'affoga vero?- soffiò Pansy.
- E chi lo sa.- frecciò Harry - Certo che se mi lasciaste fare a modo mio...-
- ...lo uccideresti.- concluse Edward, sbadigliando - Sta buono, quel Medimago ha detto che era questione di giorni.-
- Già e intanto io che faccio?-
- Lo sappiamo che ti annoi ma sopporta ancora un po' eh?- gli sorrise Elettra, carezzandogli la testa.
- Pensa io.- mormorò Hermione, che non poteva neanche leggere.
- Tesoro...- la Baley la guardò preoccupata - Come vanno gli esercizi di visione mentale?-
- Uno schifo. Fossi una Sensistrega andrebbe di certo meglio.-
- Clay magari può darti una mano.- propose Ron.
- No, lui deve stare con voi e preoccuparsi dei ragazzi e della scuola.- scandì la Granger seria - Non voglio che questo intoppo metta gli altri nei guai. E anche voi, dovreste già essere a pattugliare le mura e i corridoi.-
- Gli ordini sono di pattugliare anche Harry.- ridacchiò Dalton.
- Salve a tutti.- disse Jess, scendendo in quel momento con Tristan e Alexander.
- Ciao. Avete dormito un po'?- s'informò Weasley.
- Abbastanza.- sorrise Tristan, mentre Jess lasciava Alex nelle mani di Fulva - Gli altri?-
- Fra poco saranno qua.- gli disse Harry, finendo il caffè e la sua ciambella - Lucilla?-
- E' da Silente. Per mezzogiorno abbiamo riunione anche con lui.-
- Ottimo.- Potter si alzò - Vado a cercare Malfoy.-
- Hori!- tubò Lucas.
- Si, un attimo e te la portiamo!- rise il bambino sopravvissuto - Dio, neanche fossero gemelli!-
- Che ci vuoi fare, il giorno in cui un Potter e un Malfoy dovevano andare d'accordo sarebbe arrivato prima o poi, sai?- ridacchiò Jess, sedendosi accanto a loro - Piuttosto, dove cavolo sta Milo si può sapere? Ancora non ci ha detto un tubo della discussione con quelle sanguisughe! Mi piacerebbe sapere che diavolo hanno in mente di fare.-
- Considerato che i Leoninus e i Greyback sono nemici secolari, forse ci alleggeriranno di mannari prossimamente.- disse Hermione, fissando il vuoto - Il fatto che ci sia quel principe in giro però mi piace poco.-
- Parli di Asher Greyback? Quello con cui ha parlato Tom?- fece Tristan pensoso - Si, in effetti un licantropo di stirpe è una bella grana. Si trasforma quando vuole e ha un aspetto umano che inganna come quello dei vampiri. Bisognerà che ne parli coi prof. Forse dovremo limitare le uscite quest'anno.-
- E tenere d'occhio il mostriciattolo!- disse Harry, scendendo con Draco alle costole.
- Buongiorno.- Pansy ridacchiò verso l'aria svagata di Malfoy - Ehi Dray, tutto bene? Hai fatto il bagno a Glory?-
- Si.- rispose il biondo, più fuori di un balcone - E' stato divertente! Vero piccola?-
Glory, stranamente, visto che era molto espansiva con suo padre, si limitò a sbadigliare e guardarlo non molto convinta. Era impressionante come quella piccola fosse ricettiva. Da quando Draco aveva perso il lume della ragione anche la neonata si era fatta un po' diffidente con lui. Così, allibendo Hermione che poteva solo sentirla, pronunciò uno stentato "mamma" e allungò le braccine grassocce verso di lei.
Malfoy non fece una piega e aiutò la Granger a tenerla in braccio.
Come accadeva sempre, Hermione la teneva come se fosse stata di vetro ma Glory stavolta non si mise a piangere, restando tranquilla aggrappata alla vestaglia di sua madre con un dito in bocca.
La strega dagli occhi d'oro le carezzò i capelli, ora col bisogno di toccarla e sentire il suo profumo, come per riconoscerla.
- Signorina, vuole che le dia io il biberon?- le chiese Fauna, arrivando col vassoio.
- Forse è meglio che ci provi io.- borbottò Hermione, con una smorfia corrucciata. Dopo vari tentativi fu Glory ad afferrare il malefico strumento di tortura che sua madre le aveva già cacciato in un occhio, capendo che se non voleva morire di fame era meglio aguzzare l'ingegno.
Così ridendo e scherzando iniziò quel nuovo anno.
Harry guardò fuori dalla finestra, mentre gli altri parlavano di Mangiamorte e disastri naturali.
Si. Era davvero ricominciato tutto...e una strana sensazione s'impadronì di lui. Attesa. Eccitazione.
Voldemort era lì fuori.
Era tornato. Era vivo.
Ma Wizloon...no, Lucilla aveva ragione. Quella non era opera sua.
Avrebbero dovuto parlare di quella faccenda prima o poi. Faccia a faccia.
E Harry sapeva bene che quell'idea non sarebbe piaciuta a nessuno dei suoi compagni.
Specialmente a Tom.

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