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Wizards' Graveyard.
Cimitero dei Maghi.


I funerali di Asteria McAdams si erano svolti il giorno dopo il suo suicidio a Hogwarts, ma ora la comunità magica intera si era stretta al cimitero dei maghi, per l'ultimo addio a quella strega diciottenne che li aveva lasciati.
Che aveva deciso spontaneamente di lasciarli.
Che si era alzata e se n'era andata, quando tutti erano rimasti seduti ai loro posti.
Il profumo dei crisantemi e del glicine infestava l'aria, scossa da un forte vento di metà pomeriggio.
C'era odore di pioggia.
Il sole nascondeva il viso oltre spesse coltri di nubi plumbee, quasi perlacee.
Gli scozzesi superstiti di Wizloon piangevano a quella nuova, dolorosa perdita.
Ma i genitori della ragazza non erano presenti.
I maghi, abbigliati di nero, restavano in piedi di fronte alla lapide che portava il nome della giovane strega.
Gli studenti di Hogwarts a capo chino ascoltavano le parole del pastore.
Parole per loro senza significato.
Qua e là qualcuno scoppiava in singhiozzi.
Qua e là qualcuno apriva ombrelli scuri alle prime gocce di pioggia.
Parole di fede su una vita oltre la morte si disperdevano.
Nessuno fra i giovani maghi le ascoltava.
Nessuno fra loro poteva avere ancora la forza di crederci.
Qualcuno cominciò a gettare fiori nella fossa, altri lasciavano messaggi sulla tomba, piccoli oggetti, foto, ricordi.
Hogwarts era in lutto.
Di nuovo.
Il Ministro Orloff, accanto al preside Silente, disse qualcosa e di nuovo nessuno lo ascoltò.
Nessuno voleva più sentire.
Erano già state raccontate troppe bugie.
Non c'era motivo per credere ancora.
Non c'era più nessuno a salvarli.
Thomas Maximilian Riddle ne era consapevole.
Appoggiato ad un pino, poteva ancora risentire le ultime parole che lui e quella ragazza si erano detti.
Parole senza senso.
Dettate dalla rabbia.
Dettate da un brivido di paura.
Asteria non aveva mai avuto speranza.
E se n'era andata quando i suoi l'avevano abbandonata.
E quando lui l'aveva messa sullo stesso piano di Mezzafaccia.
Dov'era andata la speranza?
Volse lo sguardo alla sua destra, a metri e metri di distanza.
Gli Auror capeggiavano il cimitero, stretti a cerchia protettiva.
Harry James Potter era con loro.
Nascosto sotto un cappuccio nero, gli occhi smeraldini che guardavano lontano.
Che avevano sempre guardato lontano.
Dove nessuno poteva arrivare. Solo lui.
Dov'era andata la speranza? Dov'era andata?
La cerimonia finì quando Orloff e le sue boriose parole terminarono di appestare la tomba. Ci fu un ultimo saluto, un'ultima processione di parenti stretti, con a capo un'altera strega dai capelli quasi bianchi, alta e rigida.
Non una lacrima le solcava il viso.
Tom non rimase oltre.
Disse a Sedwigh, che era accanto a lui, che li aspettava all'uscita e Stanford come Martin e Bruce non cercò di trattenerlo.
Si mosse fra studenti e professori senza quasi farsi notare, a testa bassa, senza guardare dove andava.
Fu nella piazzetta che precedeva l'area sepolcrale che voltò il capo a ovest, dove tramonta il sole.
Lost Graveyard. Il Cimitero dei Maghi Perduti, che si erano macchiati di opere nefande.
Bellatrix Lestrange stava là.
Probabilmente alla sua morte anche lui sarebbe stato seppellito lì.
Come un reietto.
Senza aver fatto nulla...nulla di male.
Serrò le mascelle, avvertendo un'incredibile colata di odio e ribellione dentro di lui.
Non poteva restare oltre. Non voleva restare fra quella gente un minuto di più.
E c'era un unico posto dove avrebbe potuto rifugiarsi in un momento simile. Un posto in alto, dove nessuno avrebbe fatto domande. Dove avrebbe potuto stare solo.
Tom Riddle sparì in quell'esatto punto, lasciando solo una lunga piuma rossa di fenice.
Fu Draco Malfoy a trovarla, poco più tardi, dopo averlo visto sparire in mezzo a quella folla.
La prese fra le dita, osservandola.
Dov'era andato?
Uscì dal Cimitero, trovando un lungo viale alberato cupo e tetro.
Ma di Tom nessuna traccia.
Una fitta alla testa lo fece appoggiare a una statua di marmo, una donna che pregava.
La febbre era salita ancora di qualche grado. Ormai toccava i trentanove.
Cominciò a tremare, sentendo freddo e le membra doloranti.
Dannazione.
Ostinato, si mise a camminare nel viale, spiando il cielo.
Non vedeva che corvi e passeri grigi.
- Cerchi la redenzione cugino?-
All'improvviso orde di risate lo attorniarono mentre la pioggia smetteva di cadere.
Un odore pestilenziale che gli diede la nausea riuscì ad annebbiargli ancora di più la vista.
Accerchiato.
Da ogni dove cominciarono a spuntare Mangiamorte e in un lampo si ritrovò solo, in mezzo a un cerchio di nemici.
Vanessa Lestrange fu la prima a sorridergli.
E anche la prima ad attaccare.
E sfortunatamente per Draco Lucius Malfoy quello non era il suo giorno fortunato.
Fu la febbre a piegarlo, ancora prima dei colpi ricevuti.
Poco prima di perdere conoscenza già sapeva come sarebbe finita.
In fondo erano anni che se l'aspettava.
E ora era venuto il momento di guardare in faccia la realtà...una realtà dove il suo Marchio Nero bruciava terribilmente.
Thomas Maximilian Riddle invece entrò a Dark Hell Manor.
Non guardò in faccia né i Mangiamorte tantomeno suo padre.
Tanto l'odio di Voldemort aleggiava in quella dimora come una cappa velenosa.
Affrontarlo prima o farlo dopo...non avrebbe fatto alcuna differenza.

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora