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Sirius Black tornò nel salone di Grimmauld Place n°12 con due bicchieri di porto.
Il fuoco scoppiettava allegro nel caminetto e il pendolo batté mezzanotte.
Posò i bicchieri davanti Harry e Remus Lupin, sedendosi al suo posto.
- E tu?- gli chiese Potter.
Black sogghignò, con aria di dirgli "Beata innocenza!" e tirò fuori dalla schiena la bottiglia intera, attaccandovisi.
Remus rise, portandosi il bicchiere alla bocca e alzando le spalle, come dire "Lascia che si diverta..."
- Scusate se vi tengo alzati.- borbottò Harry, sorseggiando lentamente il liquore.
- Figurati.- cincischiò il suo padrino - Non ho niente da fare e non ho sonno.-
- Ha litigato con Deirdre.- lo informò Remus.
- E tu allora perché sei qua?- frecciò Sirius - Mia cugina ti ha buttato fuori di casa forse?-
- Perché lasciare Harry in tua balia?-
Dio, quanto li adorava quei due.
Il bambino sopravvissuto sorrise, sentendoli battibeccare come al solito.
Non sarebbe cambiati proprio mai. Mai. Neanche quando sarebbero diventati due vecchietti coi capelli bianchi.
E questo lo confortava enormemente.
- Perché hai litigato con Deirdre?- chiese Harry, fermando la cagnara (in tutti i sensi).
- Hn.- Black alzò le spalle - Nulla d'importante.-
Vedendo l'occhiata obliqua di Remus, l'Auror capì che Sirius nascondeva qualcosa ma qualunque cosa fosse, Potter decise di lasciar perdere. Deirdre Warfield non gli era mai stata troppo simpatica e aveva commesso un unico grande errore. Aveva cercato di "portargli via" il suo padrino e con una sorda di infantile gelosia, Harry continuava a tenersi alla larga da lei, ben sapendo che il suo fosse un comportamento del tutto assurdo.
Tornò a bere il porto, sentendolo scendere denso e bruciante in gola.
Abbassò gli occhi sulla spada della sua famiglia, che Custodius gli aveva portato quel pomeriggio stesso.
Sirius e Remus non erano stati stupiti di rivedere quell'arma ma avevano compreso il suo stato, coccolandolo a modo loro e facendolo calmare dopo quella giornata intensa.
-...e poi con questo sciame di mannari in giro è bene stare attenti.-
Harry tornò ad ascoltarli, libero dalla corrente dei suoi pensieri.
A quanto pareva le orde di Greyback si erano avvicinate sempre di più.
- Puntano dritte su di te, lo sai vero?- gli disse Sirius, fissandolo attentamente.
- Si, lo so. Ma vogliono Tom.-
- Vogliono ucciderti.- lo corresse Remus - E a difenderti sono in pochi.-
- Orloff ha mandato le squadre che ti ha promesso?- lo inquisì Black.
- Secondo te?-
- Che bastardo.- sibilò il suo padrino, posando la bottiglia sul tavolino con stizza - A quello andrebbe intestata tutta l'ala dei malati di mente al San Mungo. Come la risolvi?-
- Come la risolvo cosa?- rise Potter - Vedrò quando ci attaccheranno.-
- Oh, ma certo. Ottima soluzione. Ti ha dato di volta il cervello per caso? Hai idea di che massa di licantropi stia per attaccarvi? Non credo, altrimenti non saresti così tranquillo.-
- Rischio di morire da quando sono nato.- sorrise gelidamente Harry - Dovrei suicidarmi per caso Paddy?-
- Lo farai se non richiedi aiuti.- gli consigliò Remus - Conosco una buona quantità di gente che darebbe un braccio o la vita per stare al tuo fianco.-
- E' quello che mi preoccupa.- ammise il più giovane del gruppo - Gente che rischia la vita per una guerra non sua.-
- Finché la penserai così temo che avrà sempre ragione Ron allora.- sospirò il padrone di casa.
- Che intendi?- gli chiese Harry.
- Ron dice che sono stati i maghi a farti morire sei anni fa. Perché nessuno ha alzato la testa.- gli spiegò Black, pacato, senza staccargli gli occhi di dosso - Ora lo stanno facendo e tu mi dici che non vuoi aiuto? Stai scherzando spero. Devi smetterla di pensare che la cosa riguardi solo te. Finché ci sarà gente in giro che crede che Babbani e Mezzosangue debbano morire, ci saranno anche quelle persone che confidano che tutto questo possa cambiare. E se non seguono un capo, allora a chi può affidarsi questa gente?-
Harry abbassò lo sguardo - Non sono un capo. Né una bandiera.-
- Invece lo sei. Che ti piaccia o no. Tu sei un emblema.- gli occhi grigi di Black lampeggiarono - Tu incarni tutto ciò che Voldemort ha sempre cercato di distruggere. E tu sei la prova vivente che non potrà mai fare a pezzi fino in fondo il mondo dei maghi.-
Dalla sua faccia il giovane Potter non sembrava per nulla contento di quella filippica così chiara e schietta, per questo Remus si mise a ridere, scuotendo la testa.
- Lascialo stare Paddy. È stata una giornataccia per lui.-
- Per me lo è sempre.-
- Ah si?- insinuò Harry - Passi le nottate a bere.-
- Mi conciliano il sonno quando il mio figliastro fa da bersaglio per i lupi.-
- Ah, che spiritoso.- l'Auror si stiracchiò - Qua a Londra come va?-
- Uno schifo. Siamo in piena caccia alle streghe.- disse Lupin - Orloff sta facendo sbattere in cella tutti gl'indiziati che hanno una faccia che a lui non piace.-
- Ovvero la metà dei maghi barboni e alternativi delle strade.- concluse Black serafico - Il Ministro è un deficiente e insieme a lui metà del Wizengamot che gli dà retta. Non vedono più in là dei loro giganteschi nasi.-
- Arthur sta facendo un buon lavoro di mediazione però.- proseguì Remus - Dovremmo ringraziarlo. Lui e i suoi colleghi al Ministero ce la stanno mettendo tutta per calmare le acque ma non è facile.-
- Come si fa a placare questo polverone? È impossibile!-
Harry sospirò mesto, appoggiandosi su un gomito.
Possibile che non fosse mai salito al potere un Ministro con un minimo di cervello e umanità?
Non pretendeva un quoziente intellettivo da Nobel ma almeno un essere pluricellulare con più di tre grammi di materia grigia! A quanto pareva però erano standard troppo alti per un politico.
Stavano per versarsi il terzo bicchierino della staffa e Black si stava stappando invece la seconda bottiglia quando qualcuno bussò alla porta di casa, facendo così in modo che la madre di Sirius si svegliasse e si mettesse a strillare come un'isterica.
Harry e Remus stavano a pontificare sui vari e cruenti modi con cui bruciare o far saltare per aria quel dipinto quando Sirius tornò dall'ingresso con aria tetra.
Rimase sulla soglia e la sua espressione piacque poco ai suoi ospiti.
Non fecero in tempo a chiedergli spiegazioni che Kingsley Shacklebolt, Dedalus Lux e Mundungus apparvero alle sue spalle.
- E' successo qualcosa?- sussurrò Harry, alzandosi in piedi.
Kingsley si fece avanti, porgendogli un dispaccio e una lettera spiegazzata.
Potter lesse prima la lettera. Veniva dal villaggio di Bigsville, ad appena una cinquantina di chilometri da Hogsmade.
- Sono a un giorno da Hogwarts.- disse Dedalus Lux - Harry, cosa facciamo?-
Con mano ferma, Potter percorse anche tutto il dispaccio.
Un esercito di licantropi di Greyback, il numero più grande mai visto da quasi sessant'anni, marciava fra le pianure e i boschi del territorio dei maghi. Avevano infranto una ventina di decreti e disseminavano morte e infetti.
Fenrir Greyback era ad appena un giorno da Hogwarts.
- Duncan lo sa?- chiese, senza staccare gli occhi dal dispaccio.
- Si.- annuì Kinglsey - L'ha saputo poco fa. Non sappiamo come abbiano fatto a passare inosservati per tutta Bigsville ma gli Auror del Devon hanno avuto un bel d'affare per contenerli. Ora marciano verso di voi, alla scuola. Duncan ha avvisato Silente. Ora è a Hogwarts.-
- Quanti sono?- sibilò Sirius.
- Più di un centinaio.- rispose Mundungus, serio per una volta - Se i calcoli degli esperti sono giusti.-
- Domani?- Remus serrò la mascella, puntando un dito contro la finestra aperta - Domani sarà luna piena.-
Tacquero, fissandosi.
Luna piena.
- Anche i sangue impuri si trasformeranno.- continuò Lupin - Rischiamo decine di trasformazioni!-
- E il vecchio Fenrir non è uno che usa i guanti.- bofonchiò Lux - Cosa facciamo?-
Già, cosa fare?
- La scuola sarà messa sotto assedio.- ringhiò Sirius fra i denti - Dannazione! Fenrir è stato furbo! Ha aspettato il momento giusto!-
- Credevo che non tutti i suoi sudditi però fossero d'accordo.- replicò Kingsley - Come li ha convinti?-
Asher.
Harry sollevò gli occhi verdi sgranati verso Remus.
Asher!
- Ammazzerà il principe.- disse Lupin in un soffio - Ammazzerà suo figlio, dando la colpa a noi!-
- Così avrà i consensi di tutti.- annuì Potter cupamente - Quello però è troppo stupido per aver elaborato una tattica del genere! Ci vedo lo zampino di quei maledetti dei Lestrange!-
- Non mi stupirei di vederli domani notte.- Sirius lo guardò attentamente - Adesso mi capisci? Ti serve aiuto!-
- E dove lo trovo contro cento mannari?- sbottò Harry fuori di sé - Per Dio, come hanno fatto ad attraversare il Devon sotto gli occhi degli Osservatori eh? Chi cazzo li ha coperti?!-
- Di questo se ne occupa Arthur Weasley.- gli rispose Kingsley - Ora dicci solo cosa ti serve.-
- Un esercito.- ringhiò il bambino sopravvissuto, afferrando spada e mantello - Ecco cosa mi serve, un dannato esercito! Torno a Hogwarts, tutti devono essere avvisati e le mura rinforzate! Questa volta Lucilla dovrà scendere in campo con noi!-
- Noi andiamo al Ministero.- gli disse Sirius, vestendosi con Remus, pronto a Smaterializzarsi - Parliamo con tutti e poi raccoglieremo un po' di forze. Entro domani pomeriggio saremo da te.-
- D'accordo ma sbrigatevi!-
- A domani!- Sirius gli serrò forte la mano - Occhio Harry.-
- Altrettanto.- rispose il moro - Non sparire.-
- Neanche tu.-

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora