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Hermione Granger stava seduta in sala d'aspetto, all'aeroporto, sotto il cielo di una Londra grigia e cupa.
Era il sei gennaio e fuori, il tempo, era ancora dannatamente gelido.
Aveva smesso di nevicare, così come le tormente avevano dato un po' di pace alla campagna inglese ma lei ora aspettava qualcuno.
Il volo dall'Italia delle undici era atterrato in quel momento.
Pochi minuti e Gemma Lombardi sarebbe uscita dal gate n°3.
Erano anni che non si vedevano, anni in cui però gli Auror italiani avevano lavorato sodo, esattamente come loro.
Una fiumana di uomini d'affari, turisti e hostess si riversò all'uscita del gate ma la Grifoncina si accorse subito di lei.
Attorniata da una decina di maschi in giacca e cravatta che facevano a gara per portarle una valigetta rosso acceso, Gemma Lombardi era una dea greca. Prosperosa nei punti giusti, lunghi capelli bruni ondulati, bocca morbida e un tailleur dai colori sgargianti. Si vedeva lontano un miglio che non era inglese.
- Hermione!- tubò, non appena la vide.
Senza fare una piega si scollò i mosconi di dosso e corse da lei, travolgendola in un focoso abbraccio.
- Quanto tempo che non ti vedo!- le disse in italiano, per poi mettersi a chiacchierare in uno stentato inglese - Devi raccontarmi un sacco di cose in questo week-end di vacanza!-
- Certo, vacanza.- soffiò la Grifoncina - Sei uno splendore. Come sempre.-
- E tu?- replicò la mora, guardandola da capo a piedi - Non conosco tante mammine con la tua figura! Oh, devi assolutamente presentarmi Harry Potter e il tuo quasi marito! Siete leggenda da noi, lo sai!-
- Con calma.- rise la Granger.
- Ma che calma! La vita non è fatta per essere presa con calma.- fece l'italiana con un sorriso malizioso - A proposito, Vittorio e Andrea ti salutano e di mandano un bacio. Non hanno potuto liberarsi.-
- Problemi?- le chiese, prendendola sotto braccio per uscire dall'aeroporto visto che tanto l'amica non aveva bagaglio.
- Diciamo che i vampiri ci danno qualche grana. Pensa la follia, due giorni fa li abbiamo beccati di fronte al Duomo a fare una specie di rito collettivo.-
- Però. Dagon è diventato plateale.-
- Già. È piuttosto irrequieto di recente. Ha tramutato una ventina di persone nel giro di due settimane. Il capo è furibondo!-
- Ce lo vedo.- ghignò la Grifoncina, fermandosi sulla porta d'ingresso.
Il caos di Londra le colse in pieno, insieme a una folata di vento gelido.
- Ah, voi britannici e il vostro tempo indecoroso. Dove starò?- le chiese Gemma.
- A Hogwarts.-
La mora s'illuminò di curiosità - Vuoi proprio rendermi questa vacanza indimenticabile, eh?-
- Ti piacerà, vedrai.-
- Oh, non ne dubito.-
- Andiamo in taxi fino a Lane Street, la nostra casa d'appoggio. Devo prendere delle cose poi andiamo a scuola.-
- Non vedo l'ora.- l'assicurò l'italiana, strizzandole l'occhio.
A Lane Street fu una cosa veloce.
La Granger raccattò qualcuno dei suoi tomi proibiti, prese il Grimario di Caesar che sentiva ormai di poter aprire, o avrebbe ucciso Cameron a morsi, mentre la Lombardi preparava del thè, osservando curiosa le foto sparse per casa.
Gemma osservava Harry, Draco, Ron e gli altri.
Li vedeva ridere, li vedeva salutare.
Studiò le foto del matrimonio di Harry ed Elettra, di Ron e Pansy.
Resse fra dita leggere una vecchia immagine di Hogwarts, loro insieme nell'ultimo giorno di scuola.
- Eccomi, ho tutto.- l'apostrofò la Grifoncina, scendendo dal secondo piano.
- Thè?- le chiese l'italiana, porgendole la tazza con la telecinesi - Qual è? Quello con gli occhi azzurri?-
- No.- Hermione sogghignò, vendendo che Gemma indicava Edward - Lui è un amico. Ti piacerà.-
- Oh, non stento a crederlo.- cinguettò quella - E' fidanzato?-
- E' innamorato di una babbana e in paranoia perché la sua famiglia è di purosangue ristrettissimi.-
- Conosco la storia.- sospirò Gemma - Mio padre è un despota del genere.-
- Tuo padre non è tanto male.- ironizzò la Grifoncina - Aspetta di conoscere Draco. E’ quello biondo.-
- Notevole.- la Lombardi sollevò le sopracciglia, scoccandole un'occhiata eloquente - Com'è?-
- Un despota.- rispose l'altra a tono, facendola ridere - Ti va giusto bene che sei purosangue. È scontroso con gli estranei e insopportabile con gli amici. Lui e Harry si prendono continuamente a pugni, ma non farci caso. Si comportano tutti in modo strano, ma tu cerca di soprassedere.-
- Peggio di Vittorio e Andrea?-
- Molto peggio. Avanti, andiamo. Preparati al fine settimana più sballato della tua vita. A cena potremo parlare in santa pace anche perché adesso è presto.-
- Già, non è neanche l'ora di pranzo. Voi inglesi mangiate da cani.-
- Se non sai cucinarti un uovo.-
- Ma almeno in Italia hai mangiato bene, no? Negalo se hai il coraggio.-
- Oh, non nego nulla. Ho messo su tre chili in quell'anno.-
Gemma scossa il capo, rimettendosi il cappotto.
- Pronta alla partenza.-
- Ok, si va.-

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora