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In questo mondo non vi sono che due tragedie: una è causata dal non ottenere ciò che si desidera, l'altra dall'ottenerlo. Quest'ultima è di gran lunga la peggiore, la vera tragedia.
O. Wilde, Il ventaglio di Lady Windermere.

Non c'è vendetta che valga quanto l'oblio, giacché esso basta a seppellire il nemico nella polvere del suo nulla.
Baltasar Graciàn.

Ti amo Draco.
Perdonami se ci riesci.
Era un addio.
Avrebbe dovuto capirlo.
Era un dannato, un codardo, un vigliacco addio.
Un infame, miserevole addio.
Glorya continuava a piangere.
Perfino la sua bambina l'aveva capito prima di lui.
Lui, che se ne stava in ginocchio, senza sentire altro che quel pianto.
Lui, che stava lì in ginocchio, senza più neanche il desiderio di respirare.
Lui, che sentiva solo le gocce di sangue, che lente e sinuose scivolavano giù da quella lama...
Voleva morire.
Voleva solo morire, insieme a lei.
Insieme a Hermione.
Incatenata a quella colonna, trafitta da quella lama al cuore...
No.
Non voleva più vivere.
Niente valeva più la pena di restare a quel mondo.
Perché gli avevano appena strappato via l'unica persona che avesse mai desiderato salvarlo.
L'unica che l'aveva amato com'era.
Arrogante, supponente, viziato, possessivo, aggressivo, codardo e debole.
Un principe senza cuore, che camminava senza badare a nessuno, senza pietà per nessuno.
Finché non era arrivata lei ad avere pietà di lui. Ad insegnargli a camminare sulle sue gambe.
Ma ora che lei se n'era andata...
A che senso respirare ancora? A che senso...vivere?
Una lacrima gelida gli scivolò dalle ciglia lungo lo zigomo.
Perché?
Perché gli avevano portato via proprio lei?
Tutt'intorno a lui le persone si muovevano, le fiamme delle fiaccole continuavano a languire.
Sentiva delle voci.
Sentì perfino la voce di Tom, da qualche parte in quella stanza, scagliare un incantesimo contro l'uomo che gli aveva strappato l'amore e la vita.
A malapena vide Grimaldentis cadere a terra, colpito dalle magie incrociate di Tom e dei ragazzi.
La vista gli si oscurava.
C'era il buio ormai.
Ma quel buio non era da cercare dentro di sé.
C'era davvero dell'ombra. Un'ombra che si agitava come una nera cortina, attorno a lui.
Sembrava...veleno. Una nube tossica che era uscita da ogni angolo scuro, che lentamente si raccoglieva.
Le catene che lo imprigionavano si spaccarono, liberandolo.
Rimase in ginocchio, osservando quelle scie di fumo nero...scie di fumo...che raggiungevano lei.
Hermione.
- Draco!- Tom lo raggiunse di volata, afferrandolo forte - Draco parlami! Dimmi qualcosa!-
Non lo sentì. Rimase a fissare quelle scie di fumo denso filtrare dentro il corpo senza vita di sua moglie.
Cos'erano?
Cos'era quell'ombra che sembrava impossessarsi di lei?
Tutti rimasero immobili, gelati, quando il cigolio delle catene sembrò bloccare il tempo.
Hermione Jane Hargrave, trafitta a morte, col capo e i lunghi capelli ricci rovesciati in avanti...si mosse.
Mosse un mano.
Poi l'altra.
E quando mosse anche la testa, a Draco sfuggì un gemito strozzato.
- Oddio...è ancora viva.- alitò Beatrix - Il Lazzaro...l'acqua del Lazzaro!-
Ma quando accennarono a correre per raggiungere la pozza di quell'acqua miracolosa, il rumore del metallo magico spaccato fermò la loro avanzata.
Hermione aveva usato la forza. Si era liberata le mani dalle catene!
Usando la forza! Era viva...
Sempre a capo chino, allungò poi le lunghe ed esili dita fino all'elsa del pugnale.
E senza un lamento lo estrasse dal marmo della colonna e quindi dal suo corpo.
Tutto questo senza un fiato.
Nascosta sotto i lunghi crini bruni, la strega sembrò osservare la lama...ora sporca di sangue nero.
La lasciò andare a terra, evidentemente priva d'interesse e la nube nera che l'attorniava finalmente sparì. Fu come se Hermione l'avesse risucchiata dalla bocca e dagli occhi, perché accadde qualcosa di stupefacente.
All'improvviso la sua pelle divenne pallidissima ma liscia come l'alabastro.
I suoi capelli assunsero una piega composta, perfetta. Quasi immobile e si raccolsero in uno chignon alto, in cima al capo mentre alcune ciocche continuavano a penderle sul viso.
E lo squarcio che aveva nel petto si risanò, proprio come sul suo esile corpo apparve una lunga tunica nera, quasi impalpabile.
L'incarnazione della perfezione.
Ma quando sollevò lo sguardo, Draco Malfoy avvertì la sua debole speranza finire di nuovo in pezzi.
Quegli occhi.
Non più d'oro. Non più occhi di strega. Occhi di donna, occhi di umana.
Le iridi...erano bianche.
Come quelle di un demone.
E demone puro...ora lei era.
- Cristo Santo.-
Istintivamente Tom e i ragazzi si serrarono attorno a Draco, continuando a guardarla.
Senza fiato per una domanda, per chiedere una sola spiegazione.
Ma non erano gli unici, totalmente gelati.
Lord Voldemort e i Mangiamorte insieme a lui sembravano non essere in grado di muoversi.
Solo Grimaldentis, colpito dai giovani maghi, era riuscito ad emettere un ruggito di rabbia e disperazione.
Così attirò proprio l'attenzione di Hermione che posò i candidi occhi su di lui.
E non lo vide.
- Tu, demone infernale!- gridò Mezzafaccia - Che tu possa bruciare mille volte all'inferno!-
Senza attendere oltre, col coraggio dei folli e dei condannati a morte, prolungò il Guanto di Minegon contro di lei e le fuoriuscì una folgore di grandissime dimensioni.
Viaggiò veloce e spedita...fino a infrangersi contro una barriera invisibile, che Hermione non aveva invocato né a parole né a gesti. Rimase ferma, avvolta da quella luce, senza che nemmeno uno spiraglio d'aria si abbattesse su di lei.
Lei, onnipotente.
Quando Grimaldentis lo capì, tremando, fece l'unica cosa ancora possibile.
Di volata corse verso Miranda ancora svenuta a terra e la coprì col suo mantello. La fece sparire, poi a sua volta vi si avvolse e scomparve alla loro vista, scappando come un coniglio da qualche parte, sull'Arca ora sua prigione.
- Dov'è andato?- annaspò Tom.
- Tranquillo.-
La voce di Hermione lo raggiunse, del tutto pacata.
- Non potrà scappare in eterno.- e socchiudendo le palpebre bloccò ogni via d'uscita, tanto che perfino nella stanza del Lazzaro i presenti avvertirono le vibrazioni di ogni passaggio che si chiudeva.
I Mangiamorte erano ingabbiati con loro.
E così i prigionieri vennero contemporaneamente liberati.
- Oh santo cielo!- Pansy e Ophelia uscirono dalle gabbie d'onore con un gemito di sollievo - Meno male che state bene!-
- I bambini come stanno?- esalò Elettra, correndo da Lucas e Glory - E...questo fuoco?-
L'anello di fuoco che li proteggeva sparì quando il piccolo Potter vide il volto della madre, così come fece sparire anche la cupola che li proteggeva. Subito la Baley prese in braccio il figlio, baciando poi la piccola Faith che era anche riuscita ad addormentarsi, in braccio a Ophelia. A sua volta, Hermione sorrise appena prendendo in braccio Glory.
Cullandola, la fece smettere di piangere.
- Tutto bene, tutto bene.- mormorò, carezzandole i riccioli biondissimi - Tutto bene piccolina.-
E andò ancora meglio quando Draco le fu vicino e prese in braccio la bambina, stringendola forte.
- Dio.- sussurrò, inspirando il profumo della loro piccola.
Era viva. Senza un graffio.
- Tutte intere?- chiese, sforzandosi visto il cuore in gola che quasi gl'impediva di parlare.
- Tutte intere.- replicò Elettra - Pansy tu stai bene, vero?-
- Benissimo.- rispose la strega, carezzandosi il pancione - Le pesti si sono rese utili.-
Il sorriso delle streghe e di Draco si spense quando si posarono su Hermione.
- Cosa diavolo hai fatto?- mormorò Tom angosciato, senza riuscire a smettere di scrutarle gli occhi - Sei...sei diventata...un demone? Un demone puro?-
Lei annuì. Senza una parola.
- Che razza di magia è?- alitò Elettra sgomenta - Hermione come hai fatto?-
- Incanto Demonicus.-
L'Hargrave si volse, sentendo gli occhi rossi di Lord Voldemort puntati su di lei.
- Incanto Demonicus.- annuì lei - Vedo che lo conosce.-
Stavolta Riddle non rispose.
Se possibile, Tom non aveva mai visto suo padre tanto atterrito. Tanto impietrito.
- Io non ho mai sentito che un essere umano potesse diventare un demone!- ribattè Tom incredulo.
- A più tardi le spiegazioni.- rispose Hermione, senza inflessioni nella voce - Dobbiamo finire la partita, o appena Grimaldentis ritroverà i suoi seguaci potrebbero riprendersi le pedine. Forza, sbrighiamoci.-
Detto fatto, mentre tutti ancora non riuscivano a capacitarsi di ciò che lei era stata in grado di fare, da lontano cominciarono a sentirsi i rumori della battaglia e lo scalpiccio di Auror, Mangiamorte e Illuminati che sopraggiungeva.
- Finiamo quei bastardi una volta per tutte.- ringhiò Nott - Mio Signore, non dobbiamo perdere tempo.-
- Bene.- Lord Voldemort fece appena un cenno, del tutto disinteressato - Vi lascio carta bianca.-
Il problema sopraggiunse quando la battaglia si spostò tutt'intorno la Sala del Lazzaro.
I fantocci erano sempre in maggioranza e Crocker, che non voleva decidersi a morire, capeggiava un centinaio d'Illuminati ancora più agguerriti dal discorso di Mezzafaccia, che ovunque si fosse nascosto stava usando il Sonorus per incitare i suoi burattini.
- Gli piace tanto starsi a sentire.- mugugnò Trix.
- Adesso gli faccio fare io quattro risate.- ringhiò Draco, tirando fuori la bacchetta - Ci serviranno anche Faith e Jeremy, ammesso che riusciremo a farli ridere con questa baraonda!-
- Ehi!- Harry Potter irruppe nella sala, con la casacca lacera sulla schiena, come se fosse stato ferito da un artiglio ma senza una goccia di sangue - Ragazzi state tutti bene?-
- Sempre in ritardo.- sibilò Lord Voldemort.
- Io almeno le battaglie me le combatto da solo.- replicò Potter inferocito - I tuoi stanno facendo solo un gran casino!-
- Aspetta che vado subito a sgridarli.-
- Oh all'inferno voi due!- sbottò Tom, zittendoli - Harry dov'è il rombo?-
- All'inferno tu, chi cazzo ti ha mai detto di muoverti??- ruggì il bambino sopravvissuto in risposta, facendolo diventare minuscolo - Quando non vi abbiamo più visti a momenti ci è venuto un colpo!-
- Lascia perdere.- sospirò Elettra, abbracciandolo forte - Dov'è il rombo?-
- E' con Edward, giù al piano di sotto...- poi però l'aspetto di Hermione impedì a Potter, e quindi a Ron e a Blaise, di riuscire a dare altre spiegazioni.
- Dio Santo...ma cosa cazzo hai fatto stavolta?- allibì Weasley, con in braccio Jeremy.
- Sei...sei come Lucilla...- mormorò Zabini, guardandola da capo a piedi.
- Volete lasciar perdere per ora?- Hermione rispose sempre con lo stesso tono pacato, quasi indifferente - Dobbiamo invocare qua Edward e il rombo, così mentre sterminiamo i fantocci potremo anche decimare questo maledetto esercito prima che Mezzafaccia e sua figlia ci rimettano le mani sopra.-
- Faccio io.- disse Jess, ansante, che era appena arrivato con altri rombi - Indietro rimangono altri fantocci gente, sbrigatevi.-
- Ok...- Harry si volse appena - Ma dopo io e te parleremo di questa storia Herm.-
- Come vuoi.- e il suo tono accondiscendente, lo annientò.
Già non sembrava più con loro.
Perché non era più un essere umano.
Era un demone. Come Lucilla.
La battaglia continuò a infuriare violenta. Crocker riuscì a uccidere alcuni Auror mentre Jess tracciava il cerchio evocatore a terra, per richiamare Dalton e la Lestrange.
Apparvero subito, ma dalle dimensioni del rombo i pezzi mancanti erano ancora molti.
- Oh, era ora!- disse Edward, guardandosi attorno con espressione spiritata, disastrato come Vanessa visto che giocavano dalla bellezza di sette ore di fila - La prossima volta a giocare a dama si ferma qualcun altro, sia chiaro.-
- Già.- si lagnò Vanessa disgustata, uscendo dal cerchio dopo aver rubato le sigarette a Dalton - Meglio affrontare una carica di troll!-
Abbracciata Ophelia tanto da stritolarla, alla fine anche Edward si accorse del cambiamento di Hermione ma lungi dall'essere il momento giusto per discutere, iniziarono a raccogliere tutti i fantocci possibili attorno alla Sala, per permettere al Sonorus di propagare abbastanza risate da incenerirne il più possibile.
Fra le beghe dell'ultimo momento dovettero cercare di impedire a Lucas di rimettersi a giocare col fuoco, svegliare Faith che, beata innocenza, continuava a dormire, e cercare di far divertire Glory, cosa che sembrò praticamente impossibile dopo quello che era successo.
Alla fine, disperati, ci andarono giù di solletico e funzionò alla grande.
Le risate dei quattro piccoli si allargarono a macchia d'olio su tutta l'Arca dell'Alleanza e in mezzo ai duelli, fra spade e colpi di magia, i fantocci cominciarono ad accartocciarsi su loro stessi.
Ne rimase polvere in breve tempo, più rombi disattivati che raccolti andarono ad aggiungersi al rombo di gioco.
- A quanto siamo?- chiese Duncan, arrivando trafelato e con un profondo taglio sull'occhio.
- Cinquecentoventi, arrotondando. Ne mancano cinquanta.- sibilò Edward, fumando come una teiera - Chissà dove saranno adesso, bisognerà battere tutta questa maledetta nave!-
- E il Ministro Orloff l'avete trovato?- chiese Milo.
- Già, Miranda l'aveva catturato. Sotto Imperius, Orloff le ha detto i nomi dei gagia.- mormorò Elettra, carezzando con affetto la testolina nera di Faith.
- Che s'impicchi Orloff, ora c'è altro a cui pensare.- disse Blaise - Gente, armiamoci di santa pazienza.-
- Andiamo a fiuto di cadavere, facciamo prima.- sibilò Asher infastidito.
- Non serve, verranno loro.- disse Hermione - Lasciamo il rombo in bella vista. Mezzafaccia non può permettersi di perdere il suo esercito, verrà a riprenderlo. O manderà qualcuno.- e dicendo questo posò una mano a pochi centimetri di distanza dal rombo - Ecco, ora è protetto da una barriera. Nessun Illuminato riuscirà a toccarla.-
- Allora noi continuiamo a giocare.- fece Edward, sbuffando - Mi serve un Mangiamorte.-
- Non pensarci neanche Dalton! Io me ne vado!- sbottò la Lestrange, andandosene a combattere.
- D'accordo, mi sacrificherò.- sibilò Nott, facendosi largo fra gli Auror a spallate.
- Sicuramente non sarà la fine che farai, fidati.- minacciò Draco bellicoso.
- Sta zitto Malfoy. Non fosse per tua moglie ora saresti all'altro mondo con tua figlia.-

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