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Sabato primo dicembre.
San Firmino.
Un nome, una condanna riecheggiante.
Thomas Maximilian Riddle, si sa, era una persona decisamente migliore di tutti quanti i suoi predecessori consanguinei. Di buon carattere, di una cortesia e un'eleganza giunte non si sa bene da quale pecora nera dei Riddle o dei Black, Tom aveva ereditato poche similitudini caratteriali da suo padre, ma una di queste particolarità era l'avversione viscerale e profonda per qualsiasi pagliacciata o messa in mostra pubblica data dall'ipocrisia o da comportamenti infantili o poco seri. Più semplicemente, le feste, le ricorrenze e i party.
Eh si.
Tom ODIAVA San Firmino. Lo odiava fin dal suo primo anno a Hogwarts.
Era talmente radicata quell'avversione in lui che a ventiquattro ore dalla mezzanotte del primo dicembre gli veniva sempre un'orticaria atroce a pelle, che gli arrossava l'epidermide di burro ereditata dalla madre.
Eh si.
Perché sfortunatamente per lui, negli anni la sua firma era diventata estremamente ricercata.
A Hogwarts erano presenti lungo la durata dei corsi ben due San Firmino: quello invernale, dove erano le studentesse di tutta la Scuola di Magia e Stregoneria a farsi scarabocchiare il corpo dai loro compagni come prosciutti di marca e il San Firmino di primavera, che cadeva il 13 marzo, e vedeva lo scambio per i ragazzi.
A marzo toccava infatti agli stalloni di Hogwarts farsi firmare le parti del corpo.
Tom naturalmente non ci aveva mai partecipato e dubitava fortemente che anche magari dopo essersi tirato una pista sarebbe mai stato tanto idiota da partecipare a quella vergognosa tradizione.
Senza contare che di solito veniva messo in mezzo anche senza volerlo. Maggie, Mary, Maddy e pure Cloe ogni anno compivano centinaia di tentativi di effrazione alla sua camera, ben sapendo che ci si chiudeva dentro.
Solo al quarto anno si era fatto furbo, cominciando a commettere piccole scorrettezze qualche giorno prima di San Firmino e obbligando i professori a metterlo in punizione nell'ufficio di Gazza.
Quindi solitamente si salvava, ma dubitava che questa volta la Mcgranitt ci sarebbe cascata.
Da quando l'aveva punito grazie alla faccenda del cadavere di Halloween, lo teneva fastidiosamente d'occhio e ogni occasione era buona per la prof di Trasfigurazione per farlo essere un po' meno asociale, ma stavolta non si sarebbe fatto fregare.
Si sarebbe chiuso in camera con le dovute precauzioni del caso: Incantesimi di Sigillo e Insonorizzazione.
E pazienza se Cloe l'avrebbe trovato.
Di certo non l'avrebbe fatta entrare neanche se lo pregava in arabo! E poche storie.
Così di pessimo umore si mise a sedere nel letto, massaggiandosi la testa indolenzita. La sera prima l'intera torre di Grifondoro si era data alla pazza gioia per aver vinto l'ultima partita della sezione invernale di quidditch contro Corvonero e avevano fatto un chiasso tale che si era addormentato solo verso le quattro di mattina.
La testa gli doleva e le tempie martellavano impietose.
Guardò l'orologio da polso e vide che erano le dieci di mattina.
Accidenti, aveva dormito pochissimo!
Chissà le ragazze...
Ghignò come un sadico. Una giustizia divina c'era almeno!
Avevano fatto tanto casino che quelle maledette di certo avrebbero perso ore preziose a dormire e poi a rifarsi il trucco, prima di andare a caccia di firme. Altro che San Firmino.
Era solo la fiera della vanità.
Stava ancora rimuginando su come sopravvivere a quell'atroce e pallosa giornata, ancora nascosto dalle tende del baldacchino chiuso, quando avvertì finalmente un profumo e un freddo conosciuto.
Riuscì a sorridere perfino, tirando le tende.
Una luce pallidissima ma accecante lo colpì in pieno.
Il freddo pungente gli ferì appena la gola e i polmoni.
Neve.
Aveva nevicato.
Ignorando il pavimento gelido raggiunse scalzo la finestra della sua stanza, attaccando la fronte al vetro ghiacciato.
Hogwarts era magnifica tutto l'anno ma per lui...bhè, lui adorava la Hogwarts d'inverno.
Era come una Dama della Neve.
E quel bianco sembrava come pulire ogni cosa. Sangue e morti.
Tutto quel candore dava quasi l'illusione che tutto presto sarebbe stato lindo e pinto come quell'eccezionale paesaggio.
Guardò giù in giardino e vide con piacere Hagrid trascinare un immenso abete verso l'ingresso principale.
Era quasi Natale.
Tom inspirò l'aria buona, chiudendo gli occhi.
L'ultimo Natale.
A quell'idea scosse il capo. Si era ripromesso di godersi quegli ultimi mesi e voleva mantenere quella promessa, quindi filò dritto in bagno, lasciando che i suoi pensieri riprendessero la strada di San Firmino.
Dunque, a quanto ne sapeva lui e sinceramente gliene fregava anche poco, le ragazze di tutti gli anni e di tutte le Case si raccoglievano sempre a classi, in un posto pattuito precedentemente.
Aveva sentito per caso Maggie Clark la sera prima dire che loro del settimo anno si sarebbero ritrovate nel bagno di Mirtilla Malcontenta. Ma l'apoteosi vera per lui era un'altra: la gara delle firme iniziava alle nove di mattina per concludersi alle undici di sera e dove si sarebbero ritrovate tutte per la conta finale poi, per eleggere la più scema più ricoperta di firme di tutta la scuola? Nella Sala Grande, col consenso dei professori.
Il Comitato Studentesco intero, con a capo quel demente di Albert Johnson e la vicepresidentessa Juliette Caldwell, all'ultima riunione di consiglio avevano piantato una grana grande come una casa, esasperando tanto i docenti che alla fine avevano dovuto acconsentire a perpetrare quella dimostrazione di ritardo di massa.
Ad avere un'opinione non proprio lusinghiera di San Firmino c'era anche Claire King ma era pur sempre una ragazza e adattarsi a qualche demenza non le costava molto, anche se quella mattina avrebbe voluto trovarsi ovunque tranne che nel bagno di Mirtilla.
La sera prima aveva avuto una nottataccia e non era l'unica ad avere delle occhiaie spaventose.
C'erano tutte: Grifondoro, Corvonero, Tassorosso e Serpeverde del settimo.
E guarda caso, tutte più succinte, con trasparenze e frivolezze femminili del solito.
Peccato che avessero tutte fatto la notte in bianco per i bagordi e in faccia avevano tre chili di correttore a testa.
L'unica lì in mezzo a non aver bisogno di certe precauzioni era Beatrix, fresca come un fiore.
Cloe la guardava storta, attaccata al lavandino coi fianchi.
- Ti odio.- le sibilò, bevendo direttamente dal termos del caffè.
La Diurna rise, succhiando dalla cannuccia della colazione - Dovevi andare a dormire prima. Avete fatto festa?-
- Hn.-
- Che entusiasmo.-
Cloe fece una smorfia, guardando il liquido scuro dentro al termos.
Rigirò lentamente la borraccia fra le mani, ansiosa.
- Allora? Che hai?-
- Ti ricordi che Martin mi doveva parlare l'altro ieri? Bhè...mi ha baciato e mi chiesto di mettermi con lui.-
Mancò poco che Beatrix sputasse tutta la sua preziosa emoglobina addosso a Mary J. Lewis che le dava la schiena.
- Worton?- riecheggiò sconvolta - Ti ha chiesto di...-
- Ahah.- ammise la bionda mesta.
- E che gli hai detto?-
- Lo sai com'è Martin.- sorrise la King - Ci prova con tutte, è uno scemo. Mi ha detto che gli piaccio da sempre.-
- Il bacio com'era?-
- Come un bacio qualunque.-
- Quindi gli hai detto di no.-
- Già. Se non fossi tanto innamorata di quell'essere senza cuore con Martin sarei stata davvero bene. È divertente e brillante. Una storia leggera per farmi uscire il Signor Occhi Blu dalla testa. Martin comunque l'ha presa bene. Aveva capito che mi piaceva Tom e ha colto l'occasione per ficcarmi di nuovo la lingua in gola, palparmi e poi scappare con Bruce. Idiota.-
- Comunque anche con Prentice era una storia leggera.- bofonchiò Trix - E poi è diventata la quattordicesima guerra mondiale. Ti fai troppi scrupoli.-
Cloe le scoccò un'occhiataccia e cambiò argomento - Milo l'hai più visto?-
- Ma che ne so. Prima m'ignorava, ora invece mi guarda sempre come se dovessi prendere fuoco da un momento all'altro. Chi lo capisce è brava.-
- E non avete parlato?-
- Non mi parla da quasi tre mesi.- replicò acidamente la strega dai capelli neri - Che devo fare? Immolarmi alla sua deficienza? Già fatto. Adesso però basta.-
- Damon cede eh?-
- Si abbastanza.- rise la Diurna - Ancora un mesetto e sarà come pastafrolla!-
- Perfida.-
Vennero interrotte dalla vocetta trillante di Juliette Caldwell, la capo delle Grazie di Corvonero, che era salita in piedi su un gradino improvvisato e rialzato con la magia di circa un metro per farsi sentire meglio da tutte le presenti.
- Ehi, ragazze ascoltatemi!- disse ad alta voce, sovrastando il chiacchiericcio - Dunque, vi ripeto regole e punteggio per l'ennesima volta, così stasera non potrete rompere per il trattamento dei punti.-
- Si ma muoviti.- la incalzò Kara Kendall, Tassorosso e migliore amica di Patience Hogs.
- Già, io stavo già prendendo le firme!- si lagnò Maggie Clark.
- Non abbiamo tutto il giorno sai?- le chiarì anche Cordelia Chilton, Serpeverde, con aria altezzosa.
Fra tutte non si sapeva bene chi fosse la più tirata quel giorno.
Fra minigonne, scollature e trasparenze...mah!
- Ok.- Juliette si fece passare una pergamena da Regina Farrell, altra Grazia sua sottoposta - Bene, cominciamo. Per le firme sulle mani sono cinque punti. Dieci per braccia e polpacci, venticinque per cosce, schiena e collo. Trenta punti per la pancia, quarantacinque per sotto l'ombelico. Cinquanta per seno e sedere.-
- Le firme...- continuò Paige Brinkam, l'ultima Grazia - saranno sottoposte a un incantesimo di Autenticazione. Per ogni firma falsa c'è una penalità di trenta punti. Si, so che è tanto ma è necessario. Inoltre da quest'anno quelle del settimo potranno prendere le firme solo dai maschi del quinto anno in su. E i professori non sono più inclusi, quindi solo ragazzi dai quindici anni in avanti. Più la firma del ragazzo è rara e più vale. Tutto chiaro?-
- Gazza non è un prof.- ridacchiò una Tassorosso - La sua firma vale?-
- No.- si schifò Juliette - E purtroppo neanche quella del prof Mckay. Allora tutto chiaro? Alle undici c'è l'aduna in Sala Grande.-
- Una domanda ce l'ho io!- fece Kara Kendall - Qualcuno prende le scommesse per caso?-
Le ragazze apprezzarono l'idea e Juliette si voltò verso Claire.
- Cloe, tesoro...ti va di prendere le scommesse?-
- Se ci tenete.- la King alzò le spalle - Favorita?-
Si guardarono tutte con civetteria ma era chiaro su chi stava per cadere il dito.
- Ok, ok.- riassunse la biondina senza neanche dare loro il tempo di strepitare - Venti a uno su Beatrix.-
- Ehi, un attimo.-
Quella voce fece venire l'orticaria pure a Cloe. Aveva fatto di tutto per ignorarla ma non c'era riuscita.
Si girò appena, contando fino a cento per placare i nervi, trovandosi di fronte Asteria McAdams.
I capelli con più mesches bionde del solito, aveva un trucco luminoso decisamente estivo che mascherava bene una nottata di gozzoviglie.
- Non voglio assolutamente sminuire Beatrix, anzi.- Asteria strizzò sensualmente l'occhio alla Vaughn, che a dire il vero cominciava a temere assalti a sfondo sessuale - Ma voglio gareggiare con lei. Posso avere chi mi pare qui dentro.-
Neely Montgomery, che si era alzata giusto perchè le Grazie l'avevano trascinata lì con la minaccia di far sapere al suo ex che era ancora libera, intercettò gli occhi di Cloe.
C'era il fuoco dentro.
Ora la cosa si faceva interessante.
- Davvero?- soffiò Maddy alle spalle della King - Puoi avere chi vuoi?-
- Mi sa di sfida questa.- ironizzò Regina Farrell - Asteria t'interessa una scommessa?-
La scozzese sorrise dopo un secondo d'indecisione.
- Ma certo. Modestamente ci so fare. Secondo voi chi è il ragazzo più difficile di tutta Hogwarts? Scommetto con chi vi pare che entro fine febbraio sarà mio.-
Cloe sentì il gelo invaderla. Una maledetta cattiva e spinosa sensazione s'impadronì di lei.
E infatti accadde.
- Il ragazzo più difficile di Hogwarts?- disse Fern Gordon, ridendo - Assolutamente Tom Riddle!-
- Già, nessuna è mai stata con lui!- sospirò Cordelia Chilton con aria sognante - Nessuna l'ha mai neanche baciato.-
Asteria assottigliò le palpebre, voltandosi verso Beatrix.
- Ci hai mai provato con lui?-
La Diurna rimase impassibile - E' un caro amico.-
- E che amico!- ridacchiarono quasi tutte.
Ma ormai il danno era fatto.
Cloe si sentiva le braccia di pietra e il cuore a pezzettini ma fu costretta a fare quello che doveva.
- Bene.- disse atona - I soldi entro stasera per la vincita di Asteria o per il suo fallimento entro la fine di febbraio.-
- Si, certo ma una cosa Cloe.- le disse la scozzese, con gl'incredibili occhi da gatta puntati su di lei come per avvisarla - Lui non deve saperlo. O potrebbe mandarmi tutto all'aria.-
- Però. Credevo che potessi avere chiunque in qualunque circostanza.- la sfidò Maddy sarcastica.
- Non si sa mai.- rise la McAdams ingoiando una risposta malevola - Allora siamo d'accordo. A stasera gente!-
Una volta rimasta sola con Beatrix, Cloe sentiva solo i piagnistei di Mirtilla.
Aveva quasi voglia di tuffarsi nella tazza insieme a lei.
Tom e...quella vipera.
Oh no!
- Idiota.- le disse Beatrix, con aria superiore ma paziente.
- Non sono un'idiota.- alitò Cloe cianotica - SONO LA REGINA DEGLI IDIOTI!- sbottò istericamente - Oddio! Oddio Trix! CAZZO! E adesso che faccio? Quella maledetta me lo porterà via!-
- Non è quel tipo di ragazzo.-
- MA QUELLA ME LO MANGERA'!- le urlò addosso, spettinandola.
- Che palle duchessa! È tutta colpa tua! Avresti subito dovuto mettere le cose in chiaro e invece col tuo stupido orgoglio da Grifondoro ti sei cacciata in questo casino!- la Diurna alzò le braccia, ormai arrendevole - Ok, va bene. Hai tre soluzioni. Uno: gli dici tutto, cosa che hai giurato di non fare ma che farò io alla prima occasione perché quella potrebbe traumatizzarci Tom e la cosa non mi sembra carina. Due: te lo fai prima di lei.-
- Sarebbe divertente ma lo sai che ha delle manie strane e non si lascia toccare.- rispose la King serafica - Tre?-
- Chiudilo in camera.- finì la Vaughn.
Chiuderlo in camera. Non era male come idea! Ecco, il piano "Difendiamo le Grazie di Riddle" scattava!
Andava via la Grifondoro alla velocità della luce, neanche si trattasse della sua di castità, Beatrix guardò l'orologio.
Erano le dieci e mezza.
Bene, forse poteva iniziare a far finta che San Firmino le interessasse. Scese così in sala duelli, dove appena varcata la soglia si trovò attorniata e puntata come una preda di caccia. A quanto pareva non ci sarebbe stato neanche da chiedere, tutti i suoi compagni la fissavano bramosi, con le piume già in mano.
Dopo essersi staccata a forza Flanagan dalle gambe, il porco infatti aveva insistito per firmarle una coscia, si ritrovò con l'innamoratissimo e dolcissimo Matt alle costole.
Rogers le stava scrivendo sulla nuca con l'inchiostro rosso e lei sorrise, sentendolo tremare.
- Guarda che devi solo firmare. Non devo baciarti stavolta.-
- Non dirmelo.- sospirò teatrale - Potrei uccidermi per tale perdita. Comunque se d'ora in avanti fate le petizioni sulla tua schiena, considerami sempre pronto.-
- Posso anche io?- le chiese Lot Frommer timidamente, arrivando con Tobey Williams.
- Non dovete neanche chiedere.- rispose - Ciao Tobey. Tutto bene?-
- Abbastanza.- rispose il Corvonero - Matt stai ripassando la firma o le guardi nella scollatura?-
- Cosa?- sobbalzò Rogers - Ehi non è vero!-
Ridendo e scherzando arrivò anche Sedwigh e dalla sua faccia doveva aver passato una mattinata infernale.
Oltre ad aver firmato tutta Grifondoro, aveva litigato in mezzo ai corridoi con Charles Patters, il battitore del sesto anno di Corvonero che il giorno prima, in partita, aveva quasi ammazzato la sua cacciatrice con una bastonata.
- Che faccia.- lo salutò il gruppetto.
- Lasciamo perdere, non sento più il polso.- e osservò Beatrix da capo a piedi - Devo dedurre che vincerai tu?-
- Non si sa mai.- rispose la Serpeverde - Cloe potrebbe avere una firma irreperibile.-
- Tom?-
- Se lo droga.-
- Immagino. Te li fai due tiri?-
- Anche subito.-
Fu come sempre un allenamento spettacolare. In coppia stavano diventando sempre più bravi e il divertimento per un ardito come Stanford era assicurato ma una cosa sola lo irritava: l'incredibile resistenza di Beatrix. Dopo tre quarti d'ora di tiri di scherma lui era senza fiato, lei invece stava benissimo.
Come quando scesero dal palco, aiutato da Matt e Lot.
- Grandi ragazzi.- si complimentò Rogers - Tristan dovrebbe darvi dei punti in più solo per gli allenamenti.-
- Altro che per il mostro nascosto a scuola.- sospirò Lot - Qualcuno di voi c'ha più pensato?-
- Ognuno ha le sue croci gente.- sogghignò Beatrix - Stanford che ne dici di elogiare la mia vittoria?-
- Ci avrei scommesso.- rispose, bevendo avidamente da una bottiglietta - Mi verrà una paresi stanotte. Dove?-
- Fammi vincere cinquanta punti, sii gentile.-
E Sedwigh senza fare una piega le firmò sotto la clavicola e sopra il bordo dello scollo della maglietta nera di lycra.
Mentre lui scriveva però, avvertì qualcosa.
Lui aveva ancora il fiatone, era accaldato. Beatrix invece...era sempre ghiacciata.
La sua pelle sembrava marmo tanto era liscia. Non aveva mai sentito una pelle così liscia. E fredda.
Com'era possibile che dopo tanto allenamento...?
E poi...il suo torace. Non si abbassava, non si alzava! Non respirava? Possibile?
Con la mano sul suo cuore...quasi non sentiva un battito. Perché doveva esserci! Doveva.
- Finito?- lo interruppe la Diurna - Ora scusate ragazzi ma devo andare a svegliare Howthorne. Ci vediamo a pranzo!-
E se ne andò, senza accorgersi minimamente di aver innescato una reazione a catena.

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