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I can fly
But I want his wings
I can shine even in the darkness
But I crave the light that he brings
Revel in the songs that he sings
My angel Gabriel



Albert Johnson, il Presidente del Comitato Studentesco, aprì la porta a due battenti della Sala Duelli quando la mezzanotte era ormai passata da circa dieci minuti.
Entrò guardandosi attorno nel buio, per poi osservare il corridoio per l'ennesima volta.
- Entrate.- ordinò il Tassorosso, serio e cupo.
Un nugolo di studenti dai sedici a diciassette anni si riversò nell'immensa sala, regno del professor Mckay e agitando lievemente le bacchette accesero le fiaccole alle pareti di pietra, mentre Johnson Disilludeva le vetrate, già coperte dalle tende, affinché nessuno avesse potuto scorgervi la luce più fioca.
Dietro di lui, Philip Prentice e Tom Riddle raggiunsero gli opposti del primo palco di duello e cominciarono a prepararsi. Dai loro sguardi, Johnson capì che centravano le ultime notizie sui Mangiamorte e i genitori del Corvonero.
- Il giudice sono io.- proclamò Albert - Mi serve un Serpeverde come arbitro. Uno per casa, questa è la regola.-
I presenti si guardarono.
Beatrix Vaughn, Cloe King e Neely Montgomery erano appoggiate contro la parete, accanto alla porta dell'ingresso.
Erano presenti anche Sedwigh Stanford, Flanagan, Alderton, Matt Rogers e Adam Broody.
Alla fine fu proprio Broody ad acconsentire a fare da arbitro.
Come Tom, durante il Torneo Interno, aveva al suo attivo numerose vittorie.
- Qualcuno mi sa spiegare che cazzo è successo?- sussurrò Johnson mentre Tom e Philip s'infilavano i guanti e consegnavano ai loro secondi la spada, arma secondaria scelta dalle bacheche.
- Prentice ha dato in testa.- sibilò semplicemente Flanagan, a bassa voce - Ha insultato la King e Riddle non l'ha presa bene.-
- Ditemi che non lo sta facendo anche per farlo scaricare.- aggiunse il Tassorosso.
- Considerato che i Prentice sono stati accusati di essere Mangiamorte e Tom è figlio di Tu-Sai-Chi...- replicò Sedwigh che era seduto accanto a loro, che invece stavano in piedi -...credo che questa eventualità sia possibile.-
- Non spetta a Riddle fare da baby-sitter a chi si fa prendere dalle crisi isteriche.- sentenziò Johnson.
- Tu occupati di fare il tuo lavoro.- lo zittì Broody - Loro penseranno al duello.-
Albert Johnson imprecò mentalmente.
Era stato strappato dalla festa della Licorne e la cosa gli piaceva poco anche se da un pezzo le Grazie l'avevano avvisato dei problemi che le malignità sui Prentice avrebbero comportato.
Per lui Philip aveva solo colto l'occasione al volo di prendersela con Riddle. Poteva giurarci.
Finalmente li vide salire sui gradini, avvicinarsi lentamente.
Erano a due metri di distanza. Alle spalle dei duellanti, Damon e Stewart Travers, Corvonero e il secondo di Philip, il quale aveva accettato unicamente perché né Matt Rogers né Jeff Lunn o Tobey avevano voluto seguirlo.
Prima di parlare e dire le frasi di rito, Johnson si voltò a guardare la King con espressione seria. Forse pensava che qualche supplica da parte della sua ragazza, avrebbero convinto Riddle a tirarsi indietro.
Gli occhi nocciola della King però erano contratti. Le unghie piantate nelle braccia incrociate al petto.
Tornò a voltarsi e si mise subito all'opera.
- Signori.- scandì con voce imperiosa - Dichiarate le vostre intenzioni.-
- A me il pretesto di questo duello.- iniziò Tom, pacato, ritto come un re - Sfido Philip Prentice del Corvonero perché ha insultato un membro del Grifondoro.- finì con tono impassibile.
Philip serrò le mascelle.
- Accetto la sfida di Riddle perché non merita di stare al mondo.-
- Un'altra battuta del genere e verrai automaticamente squalificato.- lo ammonì Broody gelidamente - Sono stato chiaro Prentice?-
Johnson continuò, ignorando i rimbrotti del Corvonero - Signori, chi risponde del vostro onore?-
- Io, Damon Howthorne, rispondo per l'onore e la vita di Tom Riddle.- recitò il Legimors con voce strascicata e la stessa espressione serafica di Travers, dall'altra parte del palco - E sono pronto a sostituirlo nel duello nel caso di morte o incapacità di proseguimento.-
Travers ripeté le stesse esatte parole, dopo di che Johnson e Broody fecero loro segno di scendere.
- Bene.- Albert serrò gli occhi, in tensione - Signori, due passi, inchino e poi schiena contro schiena.-
Si misero uno di fronte a l'altro ma l'inchino non si sognarono di farselo e sia Adam che Albert decisero di lasciar correre. Una volta di spalle, Johnson cominciò a contare i dieci passi affinché potessero prendere posizione.
- Uno, due, tre...-
Cloe serrò di più le unghie, tanto da conficcarsele nella pelle.
Perché? Cosa gli era saltato in mente?
Non capiva che così si stava solo esponendo ad altre chiacchiere? Così si sarebbe messo in luce e magari qualcuno avrebbe insinuato che si era battuto per l'onore di suo padre e dei Mangiamorte!
E poi quella rabbia...non era riuscita a dire nulla dopo che Philip al colmo della collera l'aveva definita come la puttana dei Mangiamorte. Non era perdonabile un comportamento del genere, ma Tom avrebbe potuto capirlo. Tutti avevano capito il comportamento di Philip!
Sfidandolo gli aveva servito uno sfogo su un piatto d'argento.
Battendosi con Tom che era figlio di Voldemort, Philip stava dicendo a tutti che non erano vere quelle voci.
- ...sei, sette...-
- Tom lo massacra.- sussurrò Trix, tranquilla.
- Solo che Prentice ancora non l'ha capito.- mormorò Alderton, accanto a lei.
- ...nove... e dieci!- Albert Johnson li vide voltarsi e attendere il suo segnale - Al tre attaccherete. Capito? Al tre.-
Ora erano in posizione.
Tom a destra e Philip a sinistra, sullo sfondo delle fiaccole della Sala Duelli.
Cadde un silenzio pesante, quasi soffocante e quando Johnson si rimise a contare, Cloe dimenticò anche il fiato.
- Uno, due...tre!-
- Expelliarmus!- gridò Prentice.
Il fasciò di luce vibrante s'infranse sulla barriera magica di Riddle, che l'aveva evocata senza pronunciare l'incantesimo a voce alta. Col fluido movimento del polso si scostò appena di fianco, restando ad osservare il volto congestionato del Corvonero.
Si, c'era una fondamentale differenza fra loro due.
Se Philip fremeva di collera quasi da non riuscire a pensare, il Grifondoro era tanto calmo da sembrare irreale.
- Stupeficium!- gridò ancora il Corvonero.
Tom si gettò di lato, evitando il colpo per un pelo, ritrovandosi in ginocchio e non attese oltre ad attaccare.
- Impedimenta!-
- Protego!-
La fatica fatta da Philip per bloccare quella bordata avrebbe subito dovuto fargli capire chi avrebbe vinto, invece continuò con una serie di attacchi feroci, che quasi non toccavano il Grifondoro.
La sua difesa era ottima, le sue barriere impenetrabili.
E già dopo un quarto d'ora il Corvonero sembrava esausto.
L'ira però era una buona fonte di energie perché continuò ancora, apparentemente senza una tattica precisa.
- Serpensortia!-
Dalla punta della bacchetta di Prentice apparve una vipera scura, che cominciò ad avanzare verso Tom sibilando.
Da subito, tutti si stupirono della sciocchezza commessa da Philip visto che Riddle era Rettilofono ma appena il grifone aprì bocca per dire al rettile di levarsi di mezzo, il Corvonero scattò col suo vero intento.
- Incarceramus!-
Tom allargò gli occhi bluastri quando una lunga catena andò ad avvolgerlo al collo, strozzandolo. Ricadde in ginocchio, una mano agli anelli affinchè guadagnasse qualche centimetro d'aria, l'altra con la bacchetta bassa, lungo il fianco.
Gli anelli della catena magica schioccavano e dopo un duro colpo, Cloe non riuscì a reprimere un gemito.
- Basta lo sta strozzando!- urlò - Albert fermali!-
- Non posso.- rispose Johnson - Le regole...-
- Io me ne frego delle regole!- gli strillò furibonda - Se non li fermi all'istante giuro che...-
Si zittì, quando Tom Trasfigurò sotto gli occhi allibiti di tutti gli studenti del settimo le catene in acqua, colpendo semplicemente uno degli anelli con la punta della bacchetta.
Le gocce ricaddero sul palco, infradiciandolo.
Prentice era senza parole.
Col collo ricolmo di lividi, Tom si rimise in piedi massaggiandosi la gola e una spalla.
- Bastardo.- gli sibilò il Corvonero.
Riddle lo ignorò, alzando di nuovo la barriera quando Prentice cercò di Schiantarlo.
- Tanto non vanno da nessuna parte.- sentenziò Flanagan - La disparità è palese, gente.-
- Non posso determinare la fine con tutti e due in piedi.- gli spiegò Adam Broody - O Prentice si scusa, o andremo avanti fino a che uno di loro non sarà battuto.-
- Piuttosto che scusarsi si ammazzerebbe.- sibilò Neely nervosa - Di Cloe non gliene importava nulla, l'ha insultata solo per attaccarsi con Tom. Che idiota, avrei dovuto capirlo che prima o poi sarebbe andato a colpire lui.-
- Prentice dovrebbe stare a Grifondoro.- fece Alderton con sarcasmo, facendosi offrire una sigaretta da Trix e accendendosela dalla sua stessa fiammella.
Un istante dopo, Philip ricadde pesantemente a terra, a faccia in giù.
Si teneva lo stomaco e imprecò rabbioso, poggiandosi su un gomito per ricomporsi.
- Philip vuoi farti ammazzare?- gli chiese Travers, salito sul palco e ora in piedi davanti a lui.
Il suo tono pacato e quasi pietoso lo fece rabbuiare.
- Si, se sarà necessario!-
- Imbecille.- gli disse il compagno di casa - Scusati e falla finita. Non ci hai fatto una bella figura.-
- Almeno avrò la coscienza pulita Stewart!- ringhiò fra i denti, rialzandosi con uno sforzo sovrumano - I miei non sono Mangiamorte!-
- Questo potevo dirtelo anche io.-
La voce di Tom lo raggiunse gelida e distante.
- Lo sapevo...- Philip lo fissò con disgusto - Lo sapevo che di te non ci si poteva fidare!-
- Non m'importa cosa pensi di me.- gli rispose, levando ancora la bacchetta - Ma se solo riprovi ad aprire la bocca a sproposito verso Claire giuro che non ti resterà un dente sano.-
Il Corvonero fece per pronunciare un altro incantesimo, quando Riddle, ormai privo di pazienza, fece ciò che doveva.
- Silencio!-
Conscio che Prentice era ancora un cane ad utilizzare le magie d'attacco senza la sua voce baritonale, il grifone aveva colpito il punto giusto. E infatti il Corvonero pestò un piede a terra.
Dalla mimica delle labbra, cacciò una bestemmia terribile e si rivoltò come un animale in gabbia.
- Bene. Deduco che abbiate finito.- sospirò Johnson sollevato - Dichiaro Tom Riddle vincitore del...ehi! Tom attento!-
Riddle si era appena girato verso Damon, per scendere dal palco, che sentì una fitta acuta alla spalla.
Cloe cacciò un altro grido, coprendosi gli occhi con le mani.
La spada di Philip aveva appena lacerato la camicia bianca di Tom, sulla spalla.
Una ferita di striscio, assolutamente superficiale, ma che cominciò a sanguinare copiosamente.
- Fermi.- Broody bloccò tutti, che lanciavano grida di rabbia - Il duello non era ancora finito. Albert non aveva terminato di decretare la vittoria. Si passa alle spade. Signori inchinatevi e poi incrociate le lame.-
Tom, a sguardo basso, senza mai staccare gli occhi dal Corvonero si fece lanciare la spada da Damon.
La prese al volo, gli occhi blu contratti.
Era da tempo che sapeva riconoscere la rabbia cieca.
Da molto tempo.
C'era disperazione nel volto dell'avversario.
Collera, frustrazione.
Tutti sentimenti che lui conosceva fin troppo bene.
Philip tossicchiò, con la voce ritrovata.
- Che ne sai tu dei miei, eh?- sibilò, mentre si giravano attorno con la lama bassa, pronta a fendere l'aria.
- So quello che sanno gli Auror.-
- Tu sai troppo. È questo il problema.- si ribellò il Corvonero.
- Il problema è che dovevi subito venire da me.- lo zittì con voce glaciale, facendolo tremare inconsapevolmente - E non prendertela con lei. Voglio le tue scuse.-
La lama di Prentice, spadaccino esperto, saettò nell'aria fino alla sua gola.
A capo alto, Tom rimase immobile.
Non si persero di vista un attimo, mentre la King avvertiva il cuore galoppare senza posa.
- Scusati con lei.- disse di nuovo Tom.
Philip serrò i denti, tacendo.
- Tu...tu hai idea di cosa comporta la tua costante presenza in questo posto? Eh?- gli urlò esasperato - Tu non dovresti stare qua! Tu non fai altro che sviare tutti quanti! Sei con Harry Potter, poi sparisci e tutti dicono che sei con tuo padre, quindi riappari e cominciano a cadere accuse su gente innocente!-
- Gente innocente, appunto.- sussurrò Riddle, la lama che gli tagliava il collo.
- Peccato che nessun altro oltre te lo sappia.-
- Devo sbandierare ai quattro venti che sono stato rapito e portato in un covo di Mangiamorte?- gli disse, facendolo vergognare profondamente - Devo andare da quelli della Gazzetta di Hogwarts e dire che non ho mai visto i tuoi con mio padre? Così ti metterai l'anima in pace? E la prossima volta chi ci finirà sull'altare sacrificale? Io non faccio miracoli Prentice, ma non sono un Mangiamorte!- con un gesto secco della mano, ferendosela, si tolse la lama dalla gola e lo afferrò per il bavero, con uno sguardo impietrito - E la prossima volta che dai della puttana alla mia ragazza perché ti girano le palle e non sei ermetico ai pettegolezzi come i Serpeverde, giuro che te la spacco quella faccia, sono stato chiaro?- lo strattonò ancora - Fuori il fiato!-
- Ho capito...- ringhiò Philip nervosamente - Ho capito.-
Tom non mollò la presa.
- Non sono la vostra balia, il vostro specchio delle allodole. E non lo è Serpeverde! Qui chiunque può avere le mani in pasta dove gli pare, ma io sono stufo di essere messo in mezzo! E ora scusati con Claire!-
Lo lasciò bruscamente, tanto che per poco il Corvonero non perse l'equilibrio.
Mordendosi le labbra, sussurrò le sue scuse per la King, anche più accorate e sincere di quanto avessero tutti immaginato, quindi Albert e Adam poterono finalmente considerare chiuso il duello.
Vittoria a Tom Riddle.
Scesi dal palco, Sedwigh raggiunse immediatamente il compagno di Grifondoro per controllare le sue ferite.
Eppure non fece neanche in tempo a fasciargli la mano che Cloe, arrivata spintonando tutti, si piazzò di fronte a Tom.
Il ragazzo la scrutò appena un attimo, con espressione imperturbabile.
A differenza della strega, i cui occhi mandavano fiamme d'indignazione.
Un secondo dopo gli rifilò un ceffone che mozzò il fiato anche a Trix.
Riddle rimase col capo girato a sinistra, tacendo, mentre Cloe si avvicinò a un palmo dalla sua bocca, furente - Mai più.- gli disse con voce roca e bassa, quasi minacciosa - Non osare mai più farmi una cosa simile.- e appena finito di dirlo girò le spalle e se ne andò via, senza aggiungere altro.
L'una e mezza.
La torre del pendolo di Hogwarts risuonò in quel momento su tutta la valle.

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