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Harry Potter aveva le braccia incrociate, le gambe lunghe sul tavolo e un muso da ragazzino diciassettenne che era tutto un programma.
A tenere il broncio c'era anche Hermione Granger, accoccolata sul divano con un diavolo per capello.
Evidentemente quella non era una buona giornata per nessuno e il fosco cielo grigio che incombeva su tutta la valle sembrava dare appena un accenno di ciò che avrebbe riservato fino a sera.
- Insomma voi due è ora che la finite di fare i bambini!- sentenziò Ron Weasley, mani sui fianchi e aria seria più che mai, in piedi in mezzo alla sala riunioni della Torre Oscura.
- Mi avete rotto! Lo capite si o no che non siete nelle condizioni per poter uscire fuori dalle mura del castello?-
- E già, sono cieca.- sibilò la strega rabbiosa.
- Ok, passi lei che è cieca...io che problema ho?- sibilò Potter con aria incredibilmente adolescenziale.
- Tu non hai cervello, ecco la magagna!-
- Questa vostra nuova fissa sulla mia protezione mi sta dando il voltastomaco.- Harry assottigliò gli occhi verdi - Dovete finirla di trattarmi come un prigioniero!-
- Non sei un prigioniero ma siamo circondati da pazzi assassini, non so se ti è entrato in testa.- aggiunse anche Edward, mangiandosi uno yogurt seduto a tavola - Ora non c'è più solo Voldemort ma anche questa setta di maniaci che non si sa ancora bene cosa vogliono. Per favore quindi, non andare a cacciarti nelle grane. Chiaro?-
- Chiaro un accidenti!- sbraitò - Elettra difendimi!-
La Baley alzò le spalle, inzuppando dei biscotti nel caffè - Io sono d'accordo con Ron e Ed.-
- Grazie e le parole "ti sosterrò contro ogni avversità" che fine hanno fatto?-
- Sono diventate "mettiamo cervello quando il nostro maritino si comporta da moccioso".- soffiò la biondina.
Potter roteò gli occhi, rovesciando la testa indietro oltre lo schienale della sedia.
- Biondastro dì qualcosa.-
Draco Malfoy non aprì bocca. Stava a tavola, intendo a dare la pappa a Glory con un cucchiaio di plastica. La sua aria funerea, più o meno la stessa di Potter, indicava tempesta in arrivo.
- Allora?- lo incalzò Ron - Non hai niente da dire?-
- Hn,- Draco pulì la bocca della sua bambina, sempre più disgustato - cos'ho da dire? La vita fa schifo.-
- Esatto.- annuì Harry.
- Sapete cosa fa ancora più schifo?- proseguì Malfoy - Crescere i figli nel peccato, per esempio.-
Hermione, per tutta risposta, roteò gli occhi ciechi.
Eccolo che cominciava. Quando diventava melodrammatico non lo sopportava proprio.
- Eh già.- proseguì Draco senza ascoltare il filo dei discorsi altrui - Facciamo figli senza pensare alle conseguenze... senza essere sposati e sbattendocene di quello che potranno soffrire, mandandoli in depressione fin da neonati. Che dici Glory? Vero che sei sull'orlo di una crisi di nervi?-
La bambina emise un vagito inconsulto, tornando a mangiare la pappetta.
- Certo, se quella mezzosangue di tua madre mi sposasse forse...-
- Bene, perfetto.- Pansy rise acidamente - A quanto pare abbiamo due ragazzini invece che uno.-
- Io non mi comporto da ragazzino!- sibilarono Harry e Draco in coro.
- Siete voi che mi trattate così!- continuò Potter - Non ho bisogno di un quintale di balie, chiaro?-
- Bene e allora non farci preoccupare. Stattene buono e mettiti sui libri!- sindacò Ron, ficcandosi il mantello - Vado di ronda con Milo e Clay. Vedi di non farti venire a cercare per tutto il castello. Ci vediamo a pranzo!-
- Goditi l'uscita. Potrebbe essere l'ultima che farai.- lo minacciò il suo migliore amico.
- Ahah, molto spiritoso. Ed, noi ci vediamo giù.-
- Già, oggi i ragazzi vanno a Hogsmade.- disse Pansy - Come siete messi?-
- Il tragitto verrà sorvegliato.- rispose Dalton - E giù al villaggio ci penseranno Gary e gli altri.-
- Perfetto. Herm ci facciamo una canna?- rognò Harry fra i denti.
- A questo punto...- brontolò la Grifoncina - Pare che qua non ci sia altro da fare.-
- Dio ma siete impossibili.- sorrise Elettra - Senza rischiare il collo non vi divertite eh?-
- All'inferno.- la Granger si mise in piedi, serrando le palpebre - Vado in camera. Se non altro lì non sentirò ritorsioni da parte del primo uomo al mondo che vuole ingabbiarsi.-
- Ah, molto divertente mezzosangue!- fece Draco irritato - Ne riparliamo più tardi.-
- Contaci!-
Spariti i soggetti recalcitranti, Edward e Draco rimasero soli in cucina mentre Elettra e Pansy erano salite al piano superiore con le tate, per giocare coi bambini già belli vispi alle otto di mattina.
Malfoy cominciò a prepararsi per uscire quando il perpetuo rumore che provocava Dalton lo bloccò.
L'ex Corvonero ticchettava col cucchiaio sul bancone della cucina, dondolandosi sulla sedia.
Sembrava uno spiritato.
Alzò un sopracciglio, restando a fissarlo fino a quando Edward non si accorse che lo puntava come un cane da caccia.
- Bhè?- Edward si prese un portacene, accendendosi una sigaretta - Ti serve qualcosa?-
- No...e a te?- rispose Draco diffidente - Ti serve un elettro shock?-
Dalton si morse il labbro, indeciso sul da farsi.
- Lo sapevo che prima o poi avresti cominciato a dare segni di demenza.- il biondo lo guardò con un mezzo ghigno appena accennato - Allora? Sei di nuovo senza soldi o hai messo incinta qualcuno?-
- No, per il momento niente bambini...anche se sono comunque al verde.- bofonchiò l'altro - Senti...ce l'hai un minuto?-
- Dipende. Se è una cazzata ti prendo a pugni, oggi non sono dell'umore adatto.-
- Si tratta di...rapporti di sangue.- iniziò Edward, sedendosi di nuovo e dando un lungo tiro dalla sigaretta.
- Allora dammi un altro caffè.-
Pochi minuti più tardi, stavano faccia a faccia, a discutere di un argomento vecchio come il mondo.
Edward aveva atteso a lungo ma sapeva che non poteva parlarne con nessuno al di fuori di Malfoy.
L'aveva ascoltato in silenzio e gli aveva detto tutto.
Di Ophelia Haeder.
Di come l'aveva conosciuta un anno prima, una babbana ventiseienne che viveva a Londra, in cerca di lavoro. Di come la prima volta che l'aveva incontrata per le scale con un semplice saluto gli avesse tolto il sonno. Di come, stranamente per uno come lui, non era riuscito a chiederle un appuntamento per una semplice birra per ben quattro mesi. Di come parlare con lei fosse difficile ma anche...diverso, dal mondo in cui era cresciuto.
Di come le mentiva, di quello che era stato costretto a raccontarle.
- Noi siamo uguali.- gli disse Edward, fissandolo - Io e te siamo stati cresciuti con le stesse idee e gli stessi valori. Purosangue di qua, mezzosangue di là. I babbani per me non dovrebbero neanche esistere.-
- E invece sei andato a impegolarti con una di loro.- Draco rimase impassibile - Pessima idea.-
- Lo so.- ammise Dalton - Ma non ci riesco a tagliare i ponti. Non potremmo essere più distanti ma...-
- Ma un corno.- il biondo scosse il capo - Perché hai deciso di parlarne con me? Sai come la penso.-
- Perché speravo mi facessi rinsavire.-
- Inutile. Sai già cosa ti risponderei...-
- Ma?-
Draco ciccò nel portacenere, rimettendosi la sigaretta in bocca e versandosi altro caffè.
- Ma tu ci tieni già a lei, no?-
Fu la prima volta che lo vide arrossire, intimidito.
- Cazzo. Sei proprio andato allora.-
- Non fa ridere. È orrendo.- sbottò Edward - Mi comporto come un deficiente di tredici anni!-
- Riassumiamo. Ti sei innamorato di una babbana. O no?-
- Non so.-
- Si.- sindacò Draco, ignorando i suoi lamenti - E da quando sei bambino ti hanno insegnato che noi siamo qua e loro là, per farla breve. Giusto?-
- Giusto.-
- E faresti venire a tuo padre un infarto, sbaglio?-
- No, non sbagli.-
- Che casino.-
- Non dirlo a me.- Dalton si passò le mani nei capelli, distrutto - Mio padre mi ucciderà e io non so neanche da che parte cominciare per spiegare ad Ophelia cosa sono. Non so neanche se lo accetterebbe. E non so come conciliare due mondi così diversi. Un conto è se fosse mezzosangue...io non avrei il minimo problema, sono sempre maghi, sono come noi.-
- Hn.- la smorfia ironica di Malfoy lo fece sorridere.
- Infatti con Hermione ti è andata bene.-
- Perché lei è una strega. Tu invece sei purosangue, lei una babbana.-
- La grana è questa.-
- Hai tastato il polso?-
- Con cosa? Dovrei mettermi ad agitare la bacchetta e farle venire un collasso?-
- E allora lasciala.-
- Non stiamo insieme.-
- Senti Dalton, arriviamo al sodo. Pensi che ne valga la pena?-
Lo vide mordersi le labbra. Dio, non si era mai sentito così indifeso e impacciato in vita sua.
- Allora?-
- Allora non lo so! Va contro ogni cosa mi è stato ripetuto fino alla nausea!-
- Te ne sei sempre sbattuto del sangue, non dirmi balle. Si, quand'eri studente eri orgoglioso di essere purosangue, poi hai cominciato a fregartene anche di quello sotto l'influsso malefico dello Sfregiato, quindi per favore non stare ad angosciarmi. Sei adulto ed è ora che la pianti di sbatterti le prime che passano. Non che straveda per i babbani, fosse per me li deporterei tutti e la faccenda di questa tizia mi piace anche meno...ma in fondo è la tua vita. Tuo padre è anche peggio del mio ma ti ha sempre voluto bene. Sei tutto quello che gli rimane.-
- Già e io vado a mandargli in malora la tradizione di famiglia con una babbana.-
- E allora sposati la prima deficiente purosangue che passa e vivi una vita all'ordine del country club e di riunioni di famiglia con vecchie mummie che pontificano sui tempi andati. Da quando sei diventato così conservatore eh?-
- Scusa, non volevo fregarti il posto.- brontolò Edward immusonito.
E facendo ridere sommessamente Draco, iniziò a picchiare la testa contro la tavola.
E fu così che finalmente quel giorno Edward Dalton iniziò a crescere.

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora