4

1.3K 43 26
                                    

Passarono pochi giorni e il trenta agosto Tom Riddle si svegliò nel suo letto provvisorio a Grimmauld Place con un timido sorriso che saliva per arrivargli alle labbra.
Dopo tanti incidenti accaduti in seguito alla notte della rinascita di suo padre, Lord Voldemort, Tom aveva trascorso la rimanenza delle sue vacanze estive con gli Auror che affollavano la sede dell'Ordine della Fenice.
Era stato un via vai di informazioni, ipotesi, nuovi piani d'attacco, articoli della Gazzetta che urlavano alla guerra e illazioni del Cavillo che dicevano che Harry Potter fosse fuggito.
In certi articoli si era parlato anche lui. Secondo una certa Rita Skeeter (che Tom non aveva ancora avuto il piacere di conoscere, se Merlino voleva) Lord Voldemort sarebbe tornato per riprenderlo con sé e l'opinione generale era che, ma guarda, tutti i maghi mezzosangue erano in grave pericolo.
La lucidità di certi giornalisti era brillante quanto il loro genio.
Comunque lui quella mattina riuscì ad accantonare ogni brutto pensiero. Voleva farlo per qualche ora perché quella mattina lui, Sirius e Remus sarebbero andati nel Surrey, a Privet Drive, per riprendersi Lucas e Glory e la cosa lo riempiva di gioia.
Un po' meno rosea era la situazione in generale ma lui aveva fede che tutto si sarebbe sistemato.
Purtroppo, non aveva ancora potuto incontrare Ron e gli altri, immersi fino al collo nelle ricerche, ma ogni tre ore gli mandavano messaggi da picchi di serietà a voragini d'idiozia veramente divertenti.
Almeno loro stavano bene.
Chi lo convinceva poco era Damon.
Aveva parlato con Cloe la sera prima e preoccupato per tutte le lettere a cui non aveva trovato risposta, la biondina l'aveva avvisato che Damon si trovava si a casa sua, ma si era asserragliato in camera.
Da anni, conoscendolo, sapevano bene che quando era colpito dalle sue emicranie era meglio girargli allargo ma a quel punto il giovane Riddle era rimasto senza risposte.
Perché il suo migliore amico non aveva previsto quelle morti?
Anche Silente, in una delle loro conversazioni nei giorni precedenti, era alquanto preoccupato da quella faccenda. Ma il giorno dopo sarebbe finalmente partito per Hogwarts. E allora sarebbe finalmente venuto a sapere la verità.
Tornava per l'ultima volta a casa...e Harry l'avrebbe aspettato lì, con Draco, Hermione ed Elettra.
L'unica cosa in cui ora sperava il giovane Riddle era che i Mangiamorte l'avessero smessa di macinare vittime, senza contare il malsano desiderio di prendere Lord Voldemort per la gola e spezzargli il collo.
E al diavolo l'etica e la morale.
Quando scese in cucina, passando dal salone, evitò di salutare la madre di Sirius per cortesia, come faceva sempre, rischiando così di svegliarla e di farsi bestemmiare dietro da tutti gli altri ritratti ma anche a tavola c'era una bella lotta all'ultimo sangue. Tanto per cambiare fra Black e Malfoy.
- Per favore, volete smetterla?- Narcissa Malfoy sembrava esasperata, spingendo suo cugino lontano da suo marito - Siete insopportabili di prima mattina! Oh Tom, buon giorno.-
- Ciao zia. Zio.- sorrise, sedendosi accanto a Sirius - E' successo qualcosa stanotte?-
- Non è morto nessuno, se è questo che intendi.- frecciò Lucius Malfoy.
- A questo però si può sempre provvedere.- replicò Black con sarcasmo, attaccandosi al caffè - Ti sono arrivati messaggi mostriciattolo?-
- Si, un paio da Ron e Blaise. Sono tornati a Wizloon, stanno raccogliendo le ultime prove con Gary Smith e la sua squadra. Edward è al consolato, sta parlando coi tedeschi riguardo ai Lestrange però hanno promesso col sangue che domani verranno con me a King's Cross, quindi li avremo per cena.-
- Peggio dei vip, si fanno desiderare parecchio.- Lucius schioccò la lingua, finendo per appoggiarsi allo schienale della poltrona - Quand'è che potrò rivedere mia nipote?-
- Quando porterai la tua malefica persona dai babbani.- gli disse Sirius.
- Meglio la morte.-
- Non ne avevo dubbi. Quindi andremo noi a riprendere i bambini dopo pranzo.-
- Non corrono rischi, tranquillizzatevi.- disse Remus con pacatezza, leggendo il giornale con attenzione mista a disgusto - La protezione di Lily si perpetua nel tempo. Hermione ha fatto studi approfonditi.-
- Ma che persone sono?- chiese Tom, servendosi di uova e pancetta.
- Vagamente mi ricordo della sorella di Lily...- borbottò Sirius pensoso - Una scopa.-
- Già, non le assomigliava per nulla. Lily era un angelo.- disse Lupin.
- Mica tanto. Rifilava dei ceffoni...- ricordò Black.
- Avessi fatto meno il porco ai tuoi tempi, forse la mezzosangue non ti avrebbe preso a ceffoni.- sentenziò Lucius seccato.
- Ha parlato il santo martire dei casti.-
- Nel senso...- Tom corresse il tiro della conversazione, visto come sapevano degenerare quei tre - Sono persone gentili? Non è che avranno maltrattato i bambini vero?-
- Considerando che Hermione è una di quelle streghe che ritengono di non dover legare la magia dei neonati in fasce, credo che si siano divertiti parecchio in questi quattro giorni.- rise Narcissa con un sottile veleno nella voce, ringraziando il buon senso della nuora - E lo stesso varrà per Lucas. Saranno scoppiati disastri ovunque per quella casa babbana.-
- Già, gli Obliviatori avranno altro lavoro, chissene frega.- sibilò suo marito - Ognuno ha la sua croce, io rivoglio mia nipote qua seduta stante. Il solo pensiero che sia fra quei babbani rivoltanti mi fa venire i brividi.-
- Viva il pacifismo.- brontolò il giovane Riddle, ben sapendo che sia Draco che suo padre avevano le loro idee e non potevano di certo cambiarle da un giorno all'altro - Allora andiamo dopo pranzo?-
- Si e armiamoci di santa pazienza.- concluse Sirius, stracciando in mille pezzi il Cavillo senza fare una piega - I Dursley non sono un esempio di civiltà.-
- Fa ridere questa frase sparata dalla tua bocca insolente, Black.-
- Sta zitto Malfoy.-
- Fatela finita tutti e due. Basta.- sbuffò Narcissa.
Intanto, in un'altra parte della casa, Jess Mckay stava bevendo la terza tazza di thè corretto con brandy della giornata, sperando di tranquillizzare i nervi che minacciavano di farlo esplodere.
Poggiato alla finestra, spiava fra il vetro e la tenda senza particolare interesse.
Quando capì di essere fissato, rimase immobile e fece finta di nulla.
Sarah allora bussò sullo stipite del vecchio bouduaire del padre di Sirius, per attirare la sua attenzione.
- Ti disturbo?-
- No.-
Il tono era secco, a negare ciò che aveva appena detto.
Sarah lo raggiunse, stropicciandosi le mani.
- Volevo chiederti se volevi qualcosa da mangiare. Hai bevuto solo thè in queste ore...-
- No, grazie. Non ho fame.-
La bionda non si lasciò scoraggiare e si sedette sulla mensola con lui, a debita distanza.
Amareggiata, si accorse che qualsiasi cosa facesse forse lui l'avvertiva come un'intrusione.
- Alexander?- le chiese l'Auror.
Sorrise a mezze labbra, pensando al loro bambino.
- E' a giocare con Jeremy e Herik. Si diverte molto.-
- Chi c'è a sorvegliarli?-
- La moglie di Arthur Weasley.-
- Bene.-
- Bene...- Sarah deglutì, guardandosi attorno nella disperata ricerca di prendere tempo. Dio, possibile che non riuscisse neanche a scambiare due parole con suo marito? Ma perché?
Stava per cedere e alzarsi in piedi, gettando la spugna, quando dei passi leggeri ma cadenti risuonarono nel corridoio.
Senza vedere l'espressione umiliata di Sarah, Jess scattò verso la porta.
- Lucilla?- chiamò.
La Lancaster apparve sulla soglia, più bella di una dea ma infuriata e stanca per lunghi giorni di ricerca andati a vuoto.
- Trovato niente?- le chiese Jess.
Lei si posò un dito sulle labbra, mentre passavano alcuni amici di Kingsley alle sue spalle.
Le fecero un mare di inchini e occhi dolci, poi Lucilla tornò a rivolgersi a Jess.
- Zero totale. Ma forse ho la soluzione per capire come mai i Veggenti non hanno previsto niente. E' illegale ma è l'unica possibilità rimasta.-
- E sarebbe?-
- Te lo dico quando saremo a cena con Tristan. Ora vado da Degona, per aiutarla coi bagagli.-
- D'accordo, a dopo.-
Una volta richiusa la porta, Jess si rimise a guardare fuori dalla finestra e ancora una volta, troppo perso nel rimpianto, non si accorse di chi gli stava accanto. Gli occhi sgranati e lucidi di sua moglie ora si stavano velando anche di rabbia.
- Lo sa Tristan?-
- Sa cosa?- borbottò lui distrattamente, quasi senza averla nemmeno sentita.
- Che sua moglie e suo fratello lo tradiscono.-
Stavolta la sua voce gli arrivò forte e chiara perché Jess si girò con gli occhi verdi che fiammeggiavano.
- Cos'hai detto scusa?-
Sarah si alzò, stringendo i pugni e tremando per l'impotenza.
- Hai sentito benissimo! Cosa credi, che non mi sia accorta di come la guardi?! Lo dice anche tu madre!-
- All'inferno mia madre.- sibilò il mago mettendosi in piedi e sovrastandola al limite dello sdegno - Credevo che almeno avessi un minimo di cervello e invece mi rendo conto che la mia era solo una vana speranza! Come diavolo di permetti d'insinuare che Lucilla tradisca Tristan?!-
- Bhè, forse allora lei non lo tradirà ma vedo bene come la guardi!- urlò la strega piangendo - Lo vedo! A volte passi intere giornate a guardare solo lei! L'ami è vero? Almeno dimmi la verità! Amavi lei anche quando sei salito all'altare con me!-
- Sarah per l'amor di Dio!- Mckay imprecò, girandosi e passandosi le mani fra i capelli - Fra me e Lucilla non c'è niente, dannazione!-
- Non mentirmi! Quando la guardi quasi ti s'inumidiscono gli occhi!-
- Per Dio, guarderò Lucilla ma ti assicuro che non è lei che vedo.-
Sarah questa volta tacque.
Una lacrima le rigò la guancia arrossata. Non capiva...non riusciva a capire.
- Non mi hai mai amato.- sussurrò.
- Per favore.- Jess rise mestamente, appoggiandosi con la schiena al muro, stanco, tanto stanco - Non dirmi che tu mi hai sposato perché mi ami. Hanno insistito i miei e i tuoi per il loro tanto sospirato erede, quindi risparmiati la commedia.-
- Forse è questo che ha spinto te...- Sarah si fece indietro, abbassando il viso - Ma io mi sono innamorata di te fin da quando ci hanno presentato la prima volta. Sei tu che sei sordo Jess, sei tu che non capisci. Sei cieco. Non hai mai capito niente.-
Rimasto solo, il primogenito dei Mckay scosse il capo. Si, lui non aveva mai capito nulla.
Proprio niente.
E ora guardava Lucilla, pensando alla donna che aveva ucciso...senza sapere di amare.

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora