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22 dicembre.
Hogwarts si stava svuotando per le vacanze natalizie ma cinque persone a caso, all'ora di pranzo quando tutti tiravano via le loro valigie verso l'ingresso per tornarsene a casa loro, si riunirono sotto l'immenso albero di Natale nell'ingresso della Scuola di Magia e Stregoneria.
- L'hai lasciato nella vasca?- sbottò Sedwigh Stanford sconvolto, imbacuccato nel cappotto e nella sciarpa, rivolto a Beatrix Vaughn - Tu sei tutta matta! Sai che fatica ho fatto per ricucirlo? Non sono un sarto, per chi mi avete preso? Dovreste farlo vedere da un vero Medimago!-
- Tu basti e avanzi.- sentenziò Tom Riddle, che come Trix e Damon era ancora senza cappotto, visto che sarebbero gli stati gli ultimi ad andarsene con Harry e gli altri Auror - E poi anche se schiatta sai che perdita.- aggiunse infastidito.
La Diurna lo guardò storto - Con tutte le grane che ci siamo tirati addosso per tenerlo in vita? Non scherziamo.-
- Certo, peccato che morda come un pesce cane.- frecciò Riddle - Non mi piace quello lì.-
- A me neanche. Non sta zitto un attimo.- scandì Cloe King, annodandosi una sciarpa rosso rubino al collo sottile e frugando nella sua borsa - Comunque ormai dobbiamo dirlo a Harry e agli altri. Non possiamo lasciarlo qua e se volete portarlo a Lane Street, di certo i ragazzi noteranno che hanno un cucciolo in più da sfamare, no?-
- Cucciolo.- ironizzò Damon, sogghignando sarcasticamente - Sembra uscito dal decimo girone infernale.-
- Il casino non è questo ora.- sentenziò Sedwigh serafico, chiudendosi gli ultimi bottoni della giacca grigia - Me l'avete fatto rimettere in sesto? E adesso ve lo portate a casa con voi!-
- Lo sai bene che se lo prendono gli Auror lo sbattono ad Azkaban!- sibilò Cloe - Lo uccideranno!-
- Harry lo proteggerebbe di sicuro.- fece il biondo, pacato - Il problema è il collare.-
- Funziona.- scandì Tom - L'ho provato a lungo prima di metterglielo.-
- Ma non puoi neanche riempirlo di sedativi! Vuoi farlo andare in coma?-
- Ma che sedativi! È lui che non riesce a trasformarsi!- Riddle fece una smorfia acida - Poveretto, è sotto shock.-
- Ehi, ehi!- lo zittì la King - E' stato tradito da suo padre, non c'è da scherzarci.-
- Doveva solo aprire gli occhi e ammazzare meno gente.-
Cloe e Tom si rivolsero uno sguardo diffidente, poi la Sensistrega sospirò.
Dio, da qualche tempo era terribilmente intrattabile.
- D'accordo.- sospirò, vedendo la carrozza dei King parcheggiata davanti al portone con tante altre - Ora devo andare. Ci vediamo la sera di Natale. Siamo a cena dai Mckay. Eccovi i regali, Buon Natale ragazzi.- e dopo abbracci e baci se ne andò allegramente con Stanford, lasciando quei tre a guardarsi mesti e scoraggiati.
Grazie mille Cloe.
E ora come glielo dicevano a Harry, Ron e agli altri che avevano...come dire...un lupacchiotto nella vasca da bagno? Imbavagliato, legato e pure nutrito a brodo di pollo tramite cannuccia?
E come dire loro che il lupacchiotto sbraitava da giorni nel sotterraneo dei Serpeverde, nella stanza di Trix, perché esigeva di essere liberato e anche sfamato?
Il loro lupetto, come lo chiamavano in codice anche se di carino aveva poco e niente, non si era dimostrato un paziente facile. Da quando Trix l'aveva trovato nella Foresta Proibita, il lupacchiotto aveva dormito due giorni di fila.
Preoccupata delle sue condizioni e non convinta di chiedere aiuto agli adulti, la Diurna aveva chiesto una mano all'unica persona che fra loro studenti se ne intendesse abbastanza di guarigione e Stanford, venuto a sapere della faccenda, era rimasto di sasso. Però non si era tirato indietro e una notte, sotto il Mantello dell'Invisibilità di Tom, era sceso con lui e la King a Serpeverde per ricucire la ferita da coltello che Asher Greyback si era procurato col tradimento di suo padre.
Si era risvegliato due giorni prima da un lungo sonno e...da quel momento non era stato più zitto.
Aveva gridato come un matto per un giorno intero, poi Trix esasperata l'aveva messo a tacere ficcandogli fra le fauci un pezzo di legno abbastanza grosso da non poterlo rompere.
Il bello però era che la sua forza, dopo quei giorni d'indigenza, stentava a tornare. Per fortuna.
Altrimenti tenerlo lontano dagli occhi degli Auror non sarebbe stato facile.
Tom poi, che non si fidava minimamente di Greyback, gli aveva cacciato un collare al collo che rispondeva agli ordini suoi, di Beatrix, Damon, Cloe e Sedwigh.
Questo aveva contribuito a far inferocire ancora di più il ferito.
Frustrato e umiliato, il principe non apriva bocca se non per imprecare e cercare di parlarci era stato inutile.
E adesso con le vacanze non potevano di certo chiuderlo nella stanza di Trix.
Dovevano per forza portarlo con loro...e parlarne con Harry.
Stavano ancora confabulando quando Potter, Weasley e Dalton apparvero sulla scalinata.
Con guanti e mantello, erano pronti ad andare via visto che le tate coi bambini erano già sparite da un bel pezzo.
- Ehi, che fate?- li richiamò Ron - Ragazzi preparatevi. Si parte non appena arrivano Hermione e Malfoy.-
- Ecco...- Tom roteò gli occhi, cercando di trovare le parole adatte - Harry...noi ti dovremmo dire una cosa.-
- Oh no.- Potter la conosceva quell'espressione. Fin troppo bene.
- Che è successo?- chiese, pronto a tutto.
- Niente a noi.- rispose subito Riddle, per tranquillizzarlo - Ma vedi...ti ricordi di quella volta che i mannari sono venuti davanti a Hogwarts?-
- E si sono messi a ballare in can can?- frecciò il bambino sopravvissuto, serafico - Si, mi ricordo. E allora?-
- Bhè...sai che avete cercato un cadavere in particolare dopo la battaglia no?- andò avanti Damon.
- Si, quello del principe.- Edward sbatté gli occhioni - Oh no! L'avete trovato voi e l'avete aperto in due di nuovo!-
- E ma che schifo!- sbottò Harry - Tom, Dio! Devi farti vedere da qualcuno!-
- Voi non siete normali!- si sdegnò anche Ron, senza farli parlare - Che mania avete di vivisezionare i cadaveri eh?-
- Chi ha vivisezionato cosa?- sbottò Draco, arrivando dalle scale dopo di loro.
- Di nuovo?- allibì anche Hermione - Voi siete matti!-
- Ci lasciate parlare?- rognò Trix - Non abbiamo aperto in due nessuno!-
- E allora dov'è il principe?- fece Ron sconvolto.
- Nella mia vasca da bagno.- rispose angelicamente la Vaughn.
Gli Auror avevano espressione contrastanti: incredulità, disgusto, sconcerto.
- E ti tieni un cadavere nella vasca?- se ne uscì alla fine la Granger, pacata.
- Oh, che palle! Ok, adesso basta!- sbuffò Damon, che se ne era stato zitto anche troppo - Venite, andiamo a Serpeverde e vedrete coi vostri occhi!-
Una volta scesi nel sotterraneo, parecchio straniti da tutta la situazione, il gruppetto entrò nella sala comune delle vipere, avvertendo il solito freddo e la solita deleteria umidità.
- Non ti è mancato questo posto?- sorrise Hermione, osservando Draco di striscio.
- Scherzi?- il biondo aveva già la mano alla gola - Da quando sono uscito da qua la mia laringite mi ha dato pace.-
- Sei proprio di vetro Malferret.- frecciò Ron.
- Sta zitto Donnola. Tu te ne stavi al caldo.-
Infilato il dormitorio femminile non senza qualche problema, arrivarono finalmente nella stanza singola della Vaughn.
Ignorando i poster e le pile di cd illegali che salivano lungo tutte le pareti, la seguirono fin davanti alla porta del bagno.
- Ok.- sospirò - Promettetemi che non darete i numeri.-
- L'avete squartato davvero allora.- bofonchiò Harry.
- Non abbiamo squartato nessuno.- replicò Tom per l'ennesima volta - Ma loro vogliono che tu ci prometta che ti occuperai di lui e non lo lascerai finire ad Azkaban.-
- Chi scusate?- li apostrofò Edward.
- Lui.- e finalmente Trix aprì la porta. Nel momento stesso però in cui si aprì un leggero spiraglio, fra battente e stipite passò un latrato allucinante che fece traballare tutti i muri. Si misero le mani sulle orecchie, davanti alla sequela di bestemmie ben poco fini che li investì in pieno.
In mezzo al bagno piastrellato di scuro c'era una vasca.
E dentro...Asher Greyback, legato e imbavagliato.
Un pezzo di legno fra i denti, si agitava come un dannato ma niente gl'impediva d'imprecare.
Era pallido e dimagrito ma...un collare di cuoio rosso al collo stava a indicare che era sotto incantesimo.
Harry Potter socchiuse gli occhi.
Era vivo.
Si mise le mani sul viso e gli altri presero quel gesto come disperazione ma non era così.
Non era mai stato così felice di vedere vivo quel moccioso.
E col cavolo che l'avrebbe consegnato a Orloff. No.
Asher sarebbe rimasto con loro.

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora