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Il pendolo batté la mezza.
Fuori continuava a nevicare ma il cielo era nero come pece.
Cloe King guardava a intermittenza verso la porta del bagno, preoccupata. Avvolta nella nuvola di un golfino bianco che sembrava un fiocco di neve, stava accoccolata sul divano più vicino al caminetto scoppiettante. Le fiamme le avevano colorito intensamente le guance...ed era bellissima.
- Non ti è sembrato strano Sedwigh di recente?- sussurrò piegandosi sulla spalla Tom.
Riddle continuò a mangiucchiare uva, indifferente.
- Hn.-
- Ma cos'hai stasera?- gli chiese con tono quasi supplichevole - Cosa ti preoccupa?-
- Niente.-
- Tom.-
- Claire, ti prego.- si volse a fissarla, trapassandola con gli occhi blu totalmente ghiacciati.
- D'accordo.- acconsentì la biondina - Ma se vuoi parlarne...-
- Si, so che sei qua.- finì, addolcendosi appena - E scusa per la scenata con Prentice.-
- E' stato un imbecille. Tu non ti sei mai messo in mezzo quando stavamo insieme. Deve aver visto l'anello e...- la Sensistrega alzò le spalle, guardando con amore l'anello dei King all'anulare sinistro del suo compagno di casa, come se fosse stato un anello di fidanzamento - Forse è sempre stato geloso di te.-
Tom sollevò la mano sinistra, guardandosi le dita da pianista. Lo adorava quell'anello d'oro, spesso e caldo.
- Geloso?- sussurrò vacuamente - Forse aveva capito che già allora eri innamorata di un altro.-
Cloe sentì un fremito.
- Probabile.-
- Non dovresti continuare a ignorare i sentimenti per quel bastardo.- Tom chiuse le palpebre, lasciandosi andare all'indietro contro uno dei cuscini del divano - Diglielo. Se non altro riceverai una risposta e anche se sarà negativa almeno non continuerai a vivere di sogni.-
Cloe sorrise, desolata.
- E tu farai lo stesso?-
- No, non credo.-
- Forse dovresti mettere a punto i tuoi consigli.-
- Con me servono a poco.-
- La tua adorata ragazza non apprezza la sincerità?- lo sfidò, mandando giù una Burrobirra.
Tom scosse il capo, continuando a tenere gli occhi chiusi - E' impossibile che mi veda in quel senso, te l'ho già detto.-
- Ma almeno ti metteresti l'anima in pace.-
- Come hanno detto prima, non c'è pace per i dannati.-
Risero insieme, piluccando acini di uva. Il calore del golfino di Cloe scaldava anche Riddle, che senza accorgersene quasi si fece molto più vicino. Lì, accanto al fuoco, appena circondati da voci vacue e lontane, sembrava di essere addirittura in un altro mondo.
- Ehi piccioni.- Damon si sedette sullo schienale del divano, sopra al grifone - Scusate il disturbo ma ho un brutto presentimento.-
- Su Trix e Sedwigh?- l'anticipò la King.
- Si.- annuì il Legimors.
- Aspettiamo ancora un po'...- Cloe guardò l'orologio da polso - Sono dentro solo da quattro minuti.-
Dentro a quel bagno in effetti c'era un'atmosfera tesa ma solo Stanford si sentiva i muscoli duri come roccia.
Beatrix invece si rifaceva il trucco allo specchio, mentre chiacchieravano.
Dopo troppe risposte a monosillabi però, la strega si volse a guardarlo, stranita.
- Si può sapere cos'hai? È da una settimana che mi sembri totalmente fuori di testa. Anche sul palco in sala duelli. Ti ho battuto sette volte di fila. Sette. Non è da te.- e tornò a girarsi verso lo specchio, per sistemarsi il lucidalabbra - Allora? Che è successo?-
- Niente. Ho solo qualche grana con...con Difesa. Ecco tutto.- il biondo le si mise alle spalle - Le lezioni in generale sui vampiri sono pesanti.-
- Hn, una noia.- bofonchiò la Vaughn.
- Hai sempre le lenti a contatto. Sai che non so di che colore hai gli occhi?- le chiese di colpo, imbarazzato.
- Sono castani.-
Bene, era ora. Le chiacchierate pre partita erano finite.
Sedwigh mosse un passo, col cuore che galoppava. Ci siamo.
Beatrix stava riavvitando il tappo del lucidalabbra quando Stanford la prese per mano, facendola girare su se stessa.
Un attimo dopo si chinò e la baciò, schiacciandola contro il bordo del lavandino.
Lo stupore fu tanto, ma era tanto sconcertata che rimase immobile...anche se dopo qualche secondo rispose al bacio.
Il tocco era gentile, non ruvido e le piacque ma...cominciò a sogghignare fra sé quando il Grifondoro le portò le mani al collo. Entrambi le mani ora le carezzavano la nuca ma chissà come mai due dita si posavano su una vena specifica.
Non male come espediente.
Ma di certo una sua mano non scivolò da sola ad accarezzarle un seno, tantomeno per fermarsi al livello del cuore.
E bravo Stanford. Aveva capito.
Si staccò dalla sua bocca, posandogli le labbra ad un orecchio - Soddisfatto? Non batte.-
Il biondo si scostò immediatamente, estraendo la bacchetta.
Era pallido ma anche abbastanza agguerrito, tanto che le piazzò una croce in faccia.
Beatrix alzò le sopracciglia, risistemandosi la maglietta che le aveva slacciato.
- Sta ferma.- le sibilò lui, gelido - Dov'è quella vera?-
- Come prego?- la Vaughn sorrise, scoprendo i canini e facendolo tremare sul serio.
- Allora non mi ero sbagliato. Sei davvero un vampiro.-
- Il costume di Halloween non lo era propriamente.- sospirò soave - Bastava chiedere Stanford. Non dovevi baciarmi per forza. Quando te ne sei accorto?-
Lui levò di più la bacchetta - A San Firmino. Non ti ho sentito il cuore. E non ti ho mai vista mangiare. Cosa diavolo...- ma si zittì, proprio mentre entrò Damon.
- Ehm...scusate...- li apostrofò, vedendo il rossetto sulla bocca del grifone.
- E' una vampira Howthorne!- gridò Sedwigh.
Il Legimors quasi rise - L'ultima volta era una Diurna, per quel che ne sapevo io.-
- Cosa?-
Stanford lo fissò stralunato e poi quei due maledetti Serpeverde iniziarono a ridere come matti.
- Tu lo sapevi?- balbettò - Anche Tom! E Cloe!-
- Già. Hai superato l'esame Stanford.- cinguettò Trix, veleggiando verso al porta - Tranquillo, lo dico io a Tristan. Un'altra cosa...- e gli strizzò l'occhio - Sei tenuto al silenzio, a non rompere, grazie per il bacio e...ah si, i miei occhi sono color topazio. Ci vediamo dopo.-
Uscita lei, Damon cominciò a temere che al biondo venisse un attacco di cuore, perché sembrava serialmente sull'orlo di una crisi di nervi. Se non altro, visto che non aveva voglia di fargli da baby-sitter, ringraziò dell'ingresso di Tom.
- Tutto a posto?- chiese Riddle, chiudendosi la porta alle spalle - Sed? Stai bene?-
- Tu lo sapevi e non me l'hai mai detto!- sbottò Stanford.
- L'ha capito.- Howthorne sospirò - Ha capito cos'è Trix.-
- Era ora.- considerò Tom, allibendo Sedwigh - Non fare quella faccia Sed. È lei l'esame di Tristan.-
- Quindi non è...cioè...è una mezza vampira? Da sempre?-
- Certo, Diurni si nasce. Vampiri si può anche diventarlo.-
- E voi tre, compresa Cloe, lo sapete da sempre!-
- Si, dal primo anno.- annuì Tom - Sei stato bravo a capirlo finalmente.-
- Ne parli come se fossi normale! Ma il preside e i prof lo sanno?-
Damon ridacchiò - Certo che lo sanno. È stato Silente stesso a volerla qua.-
Sedwigh restò a bocca aperta. Era abbastanza scioccante, ma s'incazzò ancora di più quando gli dissero che anche Matt Rogers lo sapeva. Tom gli raccontò di com'era venuto a saperlo il Corvonero, durante quella battaglia contro il Basilisco e di come da sette anni tutti insieme mantenevano un segreto, in fondo in fondo, molto sciocco.
Arrivò pure Matt, proprio per dar man forte e sorrise, ricordando il suo stupore di tanti anni prima su quello presente ora sulla faccia del biondo Grifondoro.
- Dai Sed.- cinguettò Matt pacifico - Se non avessi saputo che aveva questo semplice problema di dieta non avresti fatto una piega, no?-
- Semplice problema di dieta?- fece sgomento - Beve sangue!-
- Che testa dura.- sbuffò Tom, sedendosi davanti a lui - Possibile che sei sempre così diffidente? È come Milo, le mandano delle sacche di plasma sintetico da Londra. Non ha mai morso nessuno. In sette anni puoi dire di aver mai sentito di studenti con strani buchi sul collo?-
- In effetti no.- brontolò Stanford - E' del tutto normale a parte...quei denti...-
- T'è venuta strizza eh?- lo prese in giro Rogers, facendo sorridere Tom e Damon.
- E smettila. Non è mica facile da mandare giù!-
- Io la trovo eccezionale.- rispose Matt, fissandolo intensamente - Terrai il segreto?-
- Mi conosci, per chi hai preso?- Sedwigh lo guardò storto - Ma devo parlarne col prof Mckay.-
- Ti accompagnerà lei appena usciti da qui.- gli spiegò Howthorne - E rilassati. Io ci dormo quasi sempre assieme e non allunga un dito neanche quando dormo.-
- Chissà che fai tu invece.- ghignò Stanford.
- Ecco, l'ha presa nel modo giusto.- Tom si rialzò, sbadigliando infastidito - Vado a bermi qualcosa. Voi state pure qua a chiacchierare ancora. Matt ci pensi tu?-
- Si, tranquillo. Gli racconterò tutto.-
Tornati in sala, Damon e Tom si scambiarono un'occhiata e poi sospirarono pesantemente.
Erano anni che solo loro sapeva di Trix e ora...che Sedwigh sapeva di lei, si sentivano quasi minacciati.
- Guardala là...- Howthorne scosse il capo, vedendola ridacchiare con Cloe e Neely Montgomery.
- E' cambiata. Non gliene frega più niente.-
- E' un bene. Ne sono successe di cose dal primo anno.-
- Tutti cambiano.-
- Anche tu?-
Riddle gli scoccò un'occhiata ostile.
- Qual è il problema stasera?-
- Tu.- gli rispose pacatamente Damon, accendendosi una sigaretta - Tu e quello che non mi dici.-
- Tu non mi hai detto di Wizloon.-
- Ma me l'hai tirato fuori a forza.-
- Quindi lo fai per ripicca.-
- Sai una cosa?- Howthorne ghignò amaro, scuotendo la testa - E' inutile parlare con chi non vuol sentire. Dovrei saperlo ormai.- e lo piantò lì, andando a sedersi con gli altri.
Il resto della nottata passò in fretta e verso le tre di mattina andarono tutti a dormire, mezzi ubriachi e stanchi morti.
Tutti, tranne Tom.
Rimase alzato, a leggere, a trafficare con boccette e pozioni.
Si muoveva freneticamente, passando da libro in libro.
Provò anche a smuovere il Sigillo con la magia ma, sgomento, si accorse che non...riusciva.
Non ne era capace.
Ma in fondo...sarebbe stato così il suo futuro no?
Si lasciò andare seduto davanti al porta dai doppi battenti, gli occhi fissi sugli arabeschi che intagliavano il legno.
Già. Perché cercare di uscire?
Tanto...era quello che l'aspettava. Era quello con cui sarebbe dovuto convivere.
Dei passi leggeri alle sue spalle lo fecero voltare.
Cloe era inginocchiata accanto a lui, in un pigiama rosa pallido e i capelli raccolti in una coda alta.
Lo scrutò, poi osservò la porta.
- Mi chiedevo se...è il tuo ego spropositato di mago a non farti mollare neanche a quest'ora o...qualcosa che riguarda il passato.-
Riddle serrò appena la mascella, volgendo il volto altrove.
- Cosa intendi?-
- Odi gli ascensori. In galleria a Londra sei senza fiato e in quelle della metro anche peggio.- la King allungò la mano, sfiorandogli la sua - Dimmi la verità. C'è qualcosa che non mi hai detto?-
- Ognuno ha i suoi segreti Claire.- le disse, serio.
- Damon è preoccupato. Anche io e Trix lo siamo.-
- Non c'è niente di cui preoccuparsi. È affare mio.-
- Fra noi non ci sono "cose" di cui non preoccuparsi.- gli disse con dolcezza.
- Bhè, questa lo è.- replicò brusco - Ti prego, cercate di controllarvi. Vi chiedo solo questo.-
- Sei sempre pronto ad aiutarci. Ma quando bisogna accettare l'aiuto degli altri tu sei l'ultimo a farlo.-
- Colpa del mio cattivo sangue.- sibilò allora, acidamente.
Cloe si sedette accanto a lui, armata di santa pazienza.
- Io adoro il tuo cattivo sangue.- mormorò.
- Hn.- gli strappò un sogghigno - Davvero? A volte mi chiedo se non diventerò come lui...o come Bellatrix.-
- Che domande idiote. È come stare sempre a chiedersi "perché siamo al mondo?" o "chi ci ha mandati qui".-
- Sul chi ci ha mandati...- Riddle rise -...non azzarderei risposte.-
- Sul serio.- Claire gli strinse la mano, appoggiandosi col capo alla sua spalla - Tu non sei come loro. E se anche lo fossi...- prese coraggio, col cuore in gola -...ti adorerei lo stesso.-
Tom si girò lentamente. Il fiato di Cloe gli solleticava la guancia, caldo e profumato.
Incontrò il suo sguardo da bambola, la gota rosea e gli occhi nocciola, densi come cioccolato.
Oh, sarebbe stato facile.
In un momento del genere.
Sarebbe stato facile rovinare tutto.
- Che ho fatto per meritarvi?- le chiese in un sussurro - Cos'ho fatto per avere questi anni?-
- In che senso?- la Sensistrega lo studiò attentamente - Non parlare di meritare. Tu non hai mai fatto nulla di male. Tutti i bambini nascono puri e candidi. Non hai colpe.-
- Si ma c'è quella cosa chiamata karma, Claire.- mormorò, desolato - E un giorno mi ricadrà addosso.-
- E Harry e Draco saranno lì a ritirarti in piedi.- lo smorzò, con tenerezza - Sei uno dei nostri, perché ancora non lo capisci? Tu sei la speranza di Harry. L'hai riportato a una vita normale. Con te la vendetta se n'è andata. Non lo capisci? Tu gli hai cambiato la vita, Tom.-
- E questo implica scordare il passato?- le chiese, sfidandola - Implica che mi scordi chi sono? Che sangue mi scorre nelle vene? No, Claire. Non bastano pochi anni per cambiare una vita.-
- Dici? A te bastano pochi giorni, per farlo.-
- Sciocchezze.-
- Non svilire quello che è successo in questi anni.- gli ordinò dura - Ti vogliamo bene. A nessuno frega del passato.-
- A me si però.- disse fra i denti, irrigidendosi di colpo - Non posso dimenticare di essere il figlio dell'uomo che ha ucciso tanta gente. Non posso dimenticare di essere il figlio dell'uomo che ha reso Harry orfano, che ha portato via l'infanzia a Draco. Ogni mio passo in questa scuola è un insulto a tutti quei morti.-
- Ogni tuo respiro è un onore alla gente che potrai salvare!- lo zittì rabbiosa - Perché non capisci Tom? Non sai più ascoltare, ha ragione Damon. Finché continuerai a punirti in questo modo ti limiterai a sopravvivere.-
- Tanto non ha più importanza.- gli sfuggì.
Ma ghiacciò immediatamente.
- Cosa vuol dire?- Cloe gli prese la faccia fra le mani, avvertendo la sua paura - Che significa?-
- Che...tanto siamo di nuovo in guerra.- mentì, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi - Sarà la morte di qualcuno a decidere della mia vita.-
- Silente l'ha detto sempre. Non sono le nostre capacità o le nostre radici a dire ciò che siamo.-
- Già. Sono le nostre scelte.-
E lui la sua scelta l'aveva fatta ormai. E non l'avrebbe cambiata.
Prigionia. Sigillo. Si, solo un collare avrebbe potuto sancire la sua scelta.
Avrebbe posto fine a tutto, in un modo o nell'altro.
- Ti voglio bene Claire.- sussurrò all'improvviso, con tono leggero, giocando con le sue dita.
Fece finta di gongolare, sentendo la levigata sericità della pelle di Tom.
- Anche io.-
- Sul serio.- continuò, massaggiandole dolcemente il polso e il dorso della mano destra - Ci ho pensato spesso di recente. Quando avevo bisogno, ci sei stata. Ci siete stati tutti. Sei unica Claire.-
Il cuore le batteva così forte che ringraziò di avere abbastanza faccia tosta per rispondergli.
- Ah, Thomas Maximilian Riddle. Se non fossi così schizzinoso tutte le ragazze ti cadrebbero ai piedi.-
Tom rise finalmente, baciandole il palmo con riverenza.
- Me ne basta una.-
- Sciocchezze. Sei tu che sei speciale.- Cloe si rannicchiò, piegando le ginocchia contro il petto - Ti basterebbe sbattere un po' gli occhioni. E sai una cosa?-
- Cosa?-
La strega sorrise, depositandogli un bacio sulla guancia.
- Mi mancheresti anche se non ci fossimo mai conosciuti.- e appoggiò la fronte alla sua spalla, inspirando forte.
Dopo un attimo lo sentì abbracciarla forte e restò col viso nascosto nel suo collo, inspirando il suo profumo.
Dio, se solo avesse avuto il coraggio di parlargli.
Se solo...non l'avesse visto così lontano, così innamorato di un suo fantasma.
Se solo...
Lo strinse forte per il collo, desiderando di non lasciarlo andare.
- Ti spiace se restiamo un po' così?- gli chiese leggermente intimidita.
- No.- le rispose a sorpresa - Staremo quanto vuoi.-
- Grazie.-
Tom le baciò i capelli, carezzandole la schiena e la vita sottile - Grazie a te, duchessa.-
E ridendo, ebbe finalmente ciò che voleva.
Averlo solo per sé. Almeno per una notte.

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