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Una grande aquila nera.
Su un cielo tutto bianco.
Una chiazza di buio in un paradiso innevato.
Volava limpida, fluida, facendosi portare dal vento ma domandolo con la fierezza degna di una regina dei cieli.
Tom Riddle non le staccava gli occhi di dosso, il viso rivolto verso l'alto in quella gelida mattina del primo giorno dell'anno.
Anche lui, un punto nero immerso nel bianco pallore della neve.
Solo che quell'aquila se ne stava in cielo.
Lui, invece, lì...all'inferno.
L'aquila planò qualche secondo più tardi, immersa in un turbine di piccoli fiocchi di neve.
Si adagiò dolcemente sulla spalla del mago, che le carezzò le penne con riverenza.
- Ciao Persefone.- le disse, con voce vuota e senza aggiungere altro le slacciò il messaggio, chiuso nella pergamena arrotolata alla sua zampa sinistra con un laccetto di cuoio.
La lettera era dura, aspra. Dai toni assai chiari.
Ma nonostante le parole, Tom ottenne ciò che desiderava.
Rilesse le ultime righe, chiudendo poi le palpebre sollevato.

"Non sono affatto d'accordo, ma se tua madre l'ha accettato, allora farò come desideri. Hai il mio consenso, verrò con te al Ministero quando dovremo firmare il Giuramento. Fino ad allora però, ti prego di ripensare a ciò che stai facendo e a ciò a cui ti stai condannando.
A presto e Buon Anno, Tom.
Caesar. N. C."

 

Si, Caesar aveva accettato finalmente.
Era fatta.
Lasciò libera l'aquila, poi camminando nella neve senza sentire il sottile e affilato respiro del vento si lasciò andare seduto sotto le arcate del giardino.
Hogwarts dormiva ancora.
Era presto, molto presto per un primo dell'anno.
Il pendolo batteva in quel momento le nove di mattina.
Ma lui non era riuscito a dormire, a chiudere occhio.
Claire.
Claire.
Claire.
Non riusciva a pensare ad altro. Quasi non respirava, quasi non si sentiva più il cuore.
La sua Claire...
Sotto quell'arcata, seduto su una panchina fredda e dura, rimase a fissare il vuoto.
La sera prima Claire gli aveva detto che l'amava. Che amava lui...da sempre.
Non Sedwigh, non Martin, non Prentice.
Lui.
Per tutto quel tempo era stato geloso di se stesso.
Per tutto quel tempo...non aveva mai capito nulla. Assolutamente nulla.
Aveva ragione lei. Era solo un egoista, un pezzo di ghiaccio senza sentimenti.
Il solo pensiero che lei...lo amasse...lo uccideva e lo innalzava di gioia al tempo stesso.
Claire amava lui. Solo lui.
Ma poteva? Poteva ricambiarla?
Guardò la lettera di Caesar e chiuse le palpebre, distrutto.
Dio. Era felice. Dannatamente felice. Ma tutto presto sarebbe finito.
Non c'era strada per il suo amore.
L'aveva fatta soffrire a basta, per tutti quei mesi. Come aveva potuto non capirla? Si era sempre vantato di saperla leggere come un libro aperto, aveva sempre creduto di poter scrutare negli occhi della King e di capire qualunque pena l'angustiasse. Ma davanti a quella prova, aveva miseramente fallito.
Accartocciò la lettera, serrandola forte fra le dita.
Inutile. Era tutto inutile.
Non c'era strada, non c'era modo di essere felici.
Non c'era un "noi".
Non ci sarebbe mai stato.
Per il bene di Claire, doveva troncare quell'amore sul nascere.
Anche se ormai, in cuor suo, sapeva bene che era tardi. Non c'era più tempo.
Per loro non ce ne sarebbe mai stato.

Beatrix Vaughn sentiva caldo, quella mattina.
Un calore piacevole, intenso. Mai provato prima.
Un battito del cuore vicino, due braccia forti e muscolose.
Sentì una fitta in tutto il corpo, sentendo muscoli doloranti e una presenza pesante ma non fastidiosa addosso a lei.
Aprì finalmente gli occhi, lentamente.
Un suono vibrante, simile a fusa di un gatto, le fece voltare appena il viso.
Asher.
Sorrise senza accorgersene. Il principe le teneva un braccio sul corpo, per trasversale. L'altro sopra la testa.
Se non era possesso e protezione quella.
Il dolore continuò, ma lo ignorò per girarsi nel suo abbraccio.
Era bello anche quando dormiva.
Però, pensò fra sé. Chi l'avrebbe mai detto.
Aveva fatto l'amore con un mannaro. Il principe dei Greyback.
Era quasi surreale.
Era stato esigente, appassionato, selvaggio com'era nella sua natura. Ma dolce al momento giusto.
Si rannicchiò di più contro la sua spalla, cercando di non guardargli il collo. Ok, inutile negare.
Era stata sul punto di morderlo un sacco di volte la notte prima, dopo che si erano scolati quella bottiglia di champagne e anche a letto, il lupacchiotto aveva rischiato la gola più volte ma alla fine l'intensità del piacere aveva smorzato la sua sete per cercare qualcosa di più profondo e intenso.
Gli carezzò la schiena, sentendolo fare di nuovo quel suono gutturale simile alle fusa.
Le scappò un sogghigno e lui, che doveva essere sveglio da un pezzo, la fece quasi spaventare.
- Non farmi ricominciare da capo.- la minacciò soave, restando a occhi chiusi.
Lei quasi cacciò un gridolino - Da quanto sei sveglio?-
- Qualche minuto.- sussurrò, affondando il viso nei suoi capelli - Sei ghiacciata.-
- E tu incandescente.-
- Un ottimo inizio d'anno, non credi?-
Trix inspirò, cercando di rilassarsi - E' stato...bello.- mugugnò.
Asher stavolta aprì le palpebre, le iridi di brace quasi infuocate.
Si fissarono, poi si sporse e la baciò leggermente, mettendole di nuovo la lava in corpo.
- Ti ho fatto male?- gli chiese la Diurna un po' intimidita - Con le unghie...-
- Mi hai fatto di peggio.- le rispose sardonico.
- E sarebbe?-
Lui la scrutò a lungo, seguendole il fianco coperto dal lenzuolo con le dita.
- Questa cosa non ci porterà da nessuna parte, lo sai vero?- le disse.
Beatrix sorrise e annuì.
- Si, lo so.-
- Perché sei venuta a letto con me allora?-
- Per dimenticare.- ammise - E perché...lo volevo.-
- Dimenticare chi?- le chiese, poggiandosi su un gomito.
- Una persona che mi ha mentito. Ha commesso un errore. E forse gliel'ho fatta pagare troppo cara.-
Asher assottigliò i lineamenti.
- Parli del Leoninus?-
- Come fai a saperlo?-
- Ti guarda come se fossi l'unica al mondo.-
- Io nostro Vincolo è a metà strada. Sai cos'è, vero?-
- Si, lo so. Sei stata tu a procurargli quelle cicatrici?-
Trix abbassò il viso, malinconica.
Non rispose più, nascondendosi nel suo abbraccio.
- Sono stanca.- mormorò in un soffio - Ti prego, stringimi.-
- Come vuoi.-

I Figli Della Speranza  |Dramione|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora