"Tae, papà...siamo arrivati. Dove siete?" urlò Kook facendo accomodare Jimin nell'enorme divano nero al centro del salotto.
Jimin osservava attentamente quella stanza, era enorme, aveva un maxi schermo attaccato alla parete, un caminetto e un bellissimo divano circondato da un tappeto bianco. La stanza era molto illuminata e ricca di quadri colorati, appesi alle pareti, che facevano da contrasto all'arredamento bianco e nero.
Mentre si guardava intorno arrivò Nun che non si scollava più dal biondo e si appollaiò vicino a lui in cerca di coccole che, naturalmente, Jimin non esitò a fargli.
"Vedo che si è già appropriato della tua attenzione" sentì dire da una figura che sbucò all'improvviso con un vassoio in mano.
"Ciao Jimin...no no stai tranquillo. Non ti alzare continua pure a coccolare quel birbante, anche perché si potrebbe vendicare su di me se ti faccio togliere l'attenzione da lui" sorrise Hyun Bin verso il ragazzo nel momento in cui quest'ultimo si stava per alzare per chinarsi in segno di saluto.
Jimin allora, chinò il capo in segno di saluto nonostante rimase a fissarlo con molta diffidenza.
"Tieni, ti ho portato qualcosa da bere e da mangiare. I ragazzi mi hanno detto che oggi non hai mangiato nulla. Avanti, assaggia qualcosa. Non è avvelenato te lo posso assicurare, anche perché Tae non si è avvicinato alla cucina quindi puoi stare tranquillo" scoppiò a ridere il padre dei ragazzi.
Cercando di mettere a suo agio il biondo, iniziò a parlare di Tae e del fatto che era un vero disastro a preparare qualsiasi cosa di commestibile, mentre Kook se la cavava.
"Papààààà, ma sei impossibile. Ti lasciamo solo cinque minuti e cogli subito l'occasione per sputtanarci prima ancora che Jimin ci conosca per bene. Sei incorreggibile!!!" esclamò Tae con un finto broncio mentre si accomodava vicino al padre salutando Jimin con un inchino che fu subito ricambiato.
Tae si voltò verso il biondo e si accorse subito che Nun era sdraiato vicino a lui con il musetto appoggiato alla coscia di Jimin.
"Traditore" esclamò Tae puntando il dito verso Nun, che lo guardò con aria annoiata per poi rimettersi accoccolato su Jimin.
"Ah ah aha ah...pure Nun ha scelto di meglio...ah ah aha ah" sbucò Kook da dietro il divano facendo sobbalzare Jimin dallo spavento.
"Stai zitto, idiota" rispose Tae, guardando in cagnesco il proprio fratello.
Jimin che ormai era davvero spaesato da tutto questo, non poté non accennare un piccolo sorriso vedendo l'armonia e la complicità che c'era tra loro.
Era affascinato da queste loro schermaglie, in quella casa c'era un'atmosfera a lui sconosciuta, ma che iniziava a piacergli molto.
Sapeva che non poteva permettersi, in nessun modo, di provare piacere per queste situazioni o di provare un sentimento diverso dall'odio e dalla solitudine perché altrimenti ne avrebbe pagato le conseguenze...e sapeva benissimo quanto male facevano le mani e i piedi di suo padre.
"Ok ragazzi, ora torniamo seri e spieghiamo bene a questo povero ragazzo che cosa sta succedendo. Jimin, ora ti spieghiamo tutto. Ti chiedo solamente una cosa, prima di iniziare vorrei solo dirti questo. Non aver paura di noi, siamo dalla tua parte, siamo qui per proteggerti da tutto e da tutti...soprattutto da tuo padre." Disse serio Hyun Bin guardando fisso negli occhi Jimin, che sbiancò all'improvviso e si appoggiò esausto al divano con gli occhi lucidi.
Non sapeva cosa stava succedendo, ma a quelle parole, Jimin sentì mancare tutte le sue forse, sentì il mondo crollargli addosso e capì, dagli sguardi delle tre persone che aveva di fronte, che loro sapevano tutto.
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My bodyguard
FanfictionJimin un famoso ballerino, Jungkook la sua guardia del corpo. Una storia ricca di colpi di scena...