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"Che succede Tae?" chiese subito Kook appena entrò nella camera di Jimin, chiudendo immediatamente la porta. Tae fece segno di stare attento e gli fece vedere cosa aveva in mano.

Kook spalancò gli occhi...piccole microtelecamere avvolgevano la sua mano. E' vero che ne avevano trovate molte nella casa, ma non così tante come in camera da letto. Tae ne aveva in mano già cinque ed era sicuro che ce ne fossero altre.

Era inorridito da tutta questa situazione, pensava a quel povero ragazzo e al fatto che probabilmente anche lui sapeva di essere controllato, ma era sicuro che sarebbe rimasto scioccato da questa scoperta.

Fece segno a Tae di uscire e appena furono nel corridoio, Kook gli disse che dovevano assolutamente parlare con il padre e poi con Jimin.

"Tae, dobbiamo andare in agenzia e prendere il necessario per mettere sottosopra questa maledetta casa e soprattutto quella stanza. Lo sai benissimo anche tu che non è normale trovare tutte queste cimici in una stanza da letto, quel povero ragazzo può avere un caratteraccio di merda, lo ammetto, ma non può più subire tutto questo." sussurrò Kook al fratello.

"Ahh, io glielo avevo detto che non ero io il buono della situazione" sogghignò Tae.

"Che cosa diavolo stai borbottando adesso? Ma mi stai ascoltando idiota?"

"Certo stupido...va bene ascolta io vado da papà e tu parlerai con Jimin, ma non qui. Portalo a fare un giro, anzi no...mi è venuta un'idea. Portalo a casa nostra per stanotte, non possiamo stare qui per nessuna ragione fino a quando la casa non è stata ribaltata e le serrature cambiate. Suo padre è un fottuto pazzo e noi abbiamo l'obbligo di proteggerlo, che ci piaccia o no...anche se secondo me a te un po' inizia a piacere, vero fratellino" disse Tae, scendendo le scale ridendo, per andare nel soggiorno e trovare Jimin addormentato sul divano.

"Sveglialo e portalo via da qui...ah e fallo mangiare. Non ha ancora mangiato niente" continuò Tae, lasciando Kook a gestire la delicata situazione.

Si, perché il problema più grosso non era supervisionare la casa, cambiare le serrature...il problema più grosso era gestire quel ragazzo e Kook sapeva benissimo che tra i due quello più sensibile e paziente era lui, anche se dimostrava il contrario.

Si avvicinò al divano e rimase ad osservare per pochi secondi quel viso d'angelo, prima di svegliarlo delicatamente per non subire un'altra sfuriata del biondo.

My bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora