Kook rimase immobile davanti a quel ragazzo che lo guardava con le lacrime agli occhi e gli implorava perdono per averlo trattato male.
Intanto sia il padre che il fratello, si erano dileguati, lasciandoli soli. Probabilmente avevano capito che tra i due c'era molta tensione e non volevano mettersi in mezzo, erano sicuri che avrebbero risolto tutto per il meglio.
"J-Jimin che succede?" balbettò il corvino cercando di trattenersi dall'asciugargli quelle meravigliose guanciotte ricoperte di lacrime.
"S-scusami, i-io n-non v-volevo trattarti m-male. M-mi dispiace, so di avere un carattere di merda e tu non lo meriti" singhiozzò il biondo asciugandosi le lacrime con la mano ricoperta dalla felpa.
Sembrava un cucciolo sperduto, rannicchiato sul divano. Aveva ricoperto con la felpa le gambe, era davvero troppo magro Jimin, e troppo stanco. Era stanco di non essere se stesso, di non riuscire a lasciarsi andare...voleva tanto essere amato per quello che era e soprattutto voleva davvero essere se stesso.
"Jimin" lo chiamò Kook, prendendogli le guance con le mani e facendogli alzare la testa, si avvicinò a lui, poteva sentire il suo respiro farsi più pesante e poteva sentire il suo cuore battere forte.
Kook decise di agire d'impulso, più guardava quegli occhi, più leggeva un vuoto profondo in quel ragazzo che, nonostante il suo carattere di merda, lui aveva deciso di combattere per portare di nuovo un sorriso vero su quello splendido viso d'angelo.
Lo abbracciò, così d'istinto, lo abbracciò forte e circondò quel suo esile corpo con le sue braccia. Lo sentì irrigidirsi subito e tentare di scappare da quell'abbraccio, ma non permise nulla di tutto ciò. Lo tenne fra le braccia per molto tempo, fino a quando il biondo iniziò a rilassarsi e appoggiò esausto la testa sulla spalla di Kook per poi addormentarsi fra le sue braccia.
Kook non lo svegliò, lo sistemò meglio sul divano insieme a lui, perché l'ultima cosa che voleva era sciogliere quell'abbraccio.
Intanto lo osservava di sottecchi e accarezzava dolcemente la sua schiena cercando di rilassarlo il più possibile.
Fu in quella posizioni che lo trovarono gli altri due, Tae sogghignava tranquillo appoggiato allo stipite della porta, mentre Hyun Bin che conosceva bene la personalità di suo figlio lo guardava preoccupato. Sapeva che se Kook si fosse preso a cuore quel ragazzo avrebbe fatto di tutto per aiutarlo, anche distruggere se stesso e non voleva assolutamente che soffrisse di nuovo, ne aveva già passate tante in passato e Jimin era davvero una persona complicata da gestire.
"Figliuolo" lo chiamò dolcemente "Sei sicuro di quello che stai facendo?"
"Si papà...sono sicuro. Lo so che ti stai preoccupando e che non vuoi che io soffra, ma questo ragazzo ha davvero bisogno di tanto amore e se anche solo un mio abbraccio lo fa sentire bene, perché negarglielo?" sussurrò Kook per non svegliare la meravigliosa creature che dormiva dolcemente fra le sue braccia.
"Sono d'accordo con te e sono convinto che tu sia la persona giusta per farlo tornare a sorridere, ma non voglio che tu stia male. Sappi che ci saranno molti muri da scavalcare e i più tosti saranno quelli creati proprio da Jimin, ma sono sicuro che ce la farai. Stanotte fallo dormire ancora qui, domani potete riportarlo a casa sua, adesso è al sicuro. Kook se riesci, dovresti mostrargli la città. Sua madre mi ha detto che Jimin non è mai uscito da quella casa se non per andare alle gare per poi rientrare subito senza vedere il mondo. Credo che questo ragazzo non abbia mai mangiato nemmeno un gelato"
"Che cosaaaa?" urlarono entrambi i fratelli allibiti da quella scoperta.
"Oh mio dio" esclamò Tae portandosi una mano alla bocca talmente era scioccato da quella notizia. Era un ragazzo come loro, avevano la stessa età e non aveva mai visto il mondo fuori, era davvero rimasto senza parole. Pensavano entrambi di aver avuto una vita difficile e di essere stati fortunati nella vita, ma si resero conto che a confronto di questo ragazzo la loro vita era stata bellissima.
Kook invece, dopo le parole del padre, strinse ancora più a sé il ragazzo e lo cullò ancora di più. Non provava pena per quel ragazzo, solo tristezza e tanta rabbia verso quelle persone che lo avevano privato di ogni cosa, non gli interessava niente se Jimin il giorno dopo lo avrebbe preso a calci o lo avrebbe insultato, da oggi ci sarebbe sempre stato per lui.
"Adesso sei con noi Jimin, nessuno ti farà più del male, te lo giuro. E ti farò conoscere il mondo piccolo, ti farò divertire e imparare ad amare" sussurrò nell'orecchio di Jimin, lasciandogli un piccolo bacio sul lobo.
Tae, vedendo quella scena, se ne andò e lasciò il fratello a prendersi cura del ragazzo, sapeva che era in ottime mani e avrebbe aiutato suo fratello, adesso era con loro e si sarebbero presi cura di lui.
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Scusate se ieri sera non ho aggiornato.
Per farmi perdonare oggi doppio aggiornamento.
A più tardi e grazie mille per le 1k letture.
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My bodyguard
FanfictionJimin un famoso ballerino, Jungkook la sua guardia del corpo. Una storia ricca di colpi di scena...