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"C-che c-cosa s-sapete e-esattamente?" chiese Jimin, sperando che non sapessero proprio tutto quello che quell'uomo gli aveva fatto. Si vergognava tantissimo, si sentiva uno smidollato per non aver mai avuto il coraggio di reagire e ribellarsi...e ora davanti a quelle tre persone si sentiva ancora più indifeso.

"Stai tranquillo Jimin" disse Hyun Bin vedendo la disperazione negli occhi di quel ragazzo. Odiava profondamente il padre di Jimin, era da molti anni che conosceva la situazione e che cercava di convincere la madre a reagire e a proteggere quel ragazzo. Sapeva benissimo che non era facile, ma per fortuna, dopo l'ennesimo attacco al ragazzo, la madre decise di chiedere il suo aiuto e lui fu più che felice di concederglielo. Conosceva Jimin attraverso la sua storia, attraverso i suoi abusi sia fisici che psicologici, conosceva benissimo quel ragazzo e voleva ad ogni costo aiutarlo e proteggerlo. Non sarebbe più stato solo.

"Sarò molto sincero con te e spero che tu faccia lo stesso con me. Conosco tua madre fin dall'infanzia e conosco te da quando sei nato, anche se tu non mi hai mai visto e la motivazione la sappiamo entrambi. Tua madre mi ha contattato parecchi anni fa, ma non ha mai avuto il coraggio di chiedere effettivamente il mio aiuto ed io, nonostante sapessi e vedessi tutto, non sono mai potuto intervenire. Mi dispiace molto per questo, vedere quanto hai sofferto e non poter fare niente è stata un'angoscia per me" continuò il padre osservando i suoi due figli che erano abbastanza sorpresi da quelle parole. Si rivolse di nuovo a Jimin, vedendo che il ragazzo ormai aveva la testa bassa e lo sguardo colmo di lacrime. Quante ingiustizie aveva dovuto sopportare quel piccoletto...

"Jimin ascolta, i ragazzi non sanno molto di quello che hai passato, sanno solo che ti devono proteggere a costo della loro vita. Quando e se vorrai sarai tu a raccontare la tua storia, io non ne ho alcun diritto, quindi stai tranquillo. Noi siamo qui per aiutarti finalmente e non permetteremo a nessuno di farti del male." concluse Hyun Bin.

Jimin ormai era un fascio dinervi, aveva gli occhi pieni di lacrime e aveva ancora parecchia confusione in testa, ma subito un pensiero balenò la sua mente.

"E-e-e m-mia m-madre?" chiese singhiozzando.

"Tua madre è sotto protezione Jimin. L'ho convinta ad andarsene da quella casa e a sporgere denuncia. Ancora non l'ha fatto, ma ci siamo assicurati di portarla in un posto sicuro. Sappiamo benissimo che tu non puoi permetterti di scomparire così all'improvviso, ecco perché avrai Tae e Kook sempre al tuo fianco, giorno e notte. Se la situazione degenererà allora verrai allontanato anche tu, ma per ora i ragazzi sono sicuro che saranno in grado di difenderti" disse con convinzione il padre mettendo una mano sulla spalla di entrambi i suoi ragazzi che fino a quel momento erano stati zitti.

"Stai tranquillo Jimin, faremo tutto il possibile per proteggerti" disse Tae facendogli l'occhiolino, accompagnato da un sorriso quadrato che involontariamente fece sorridere di poco il biondo.

Istintivamente Jimin guardò il corvino, che fino ad allora era quello dei tre che non aveva mai alzato il capo. Era stato sempre chinato a guardare le sue scarpe.

Finalmente alzò lo sguardo verso il biondo e solo allora potè constatare che negli occhi del corvino c'era la sua stessa espressione, forse dei tre era davvero quello che lo avrebbe capito di più ed infatti prese subito la parola.

"Jimin, non so cosa ti è successo, ma posso immaginarlo. Non credere che noi siamo cresciuti nel lusso di questa casa, voglio dirtelo perché voglio che tu capisca che non siamo tuoi nemici. Io e Tae siamo stati adottati da quest'uomo meraviglioso o meglio siamo stati salvati, forse un giorno entrambi avremo il coraggio di diventare amici e di raccontarci le nostre storie. Per ora ci dobbiamo concentrare su altro...ti ho portato qui perché abbiamo perlustrato la tua casa e abbiamo trovato molte telecamere nascoste, come sicuramente tu sospettavi" disse Kook e appena Jimin annuì proseguì "Oggi però Tae, mentre ti portava da mangiare in camera si è accorto che anche la tua stanza aveva parecchie videocamere"

"C-cosa??? L-la m-mia stanza??" balbettò scioccato da quella scoperta.

"Si Jimin, ecco perché Tae si è comportato in maniera scontrosa con te, doveva farti uscire immediatamente da quella stanza, purtroppo ne abbiamo trovate parecchie e ti abbiamo portato qui almeno per stanotte, in modo che i nostri operatori perlustrino la tua casa da cima a fondo per poi tornarci a vivere serenamente. Cambieremo anche tutte le serrature e metteremo parecchie telecamere." Concluse Kook guardando Jimin negli occhi e, cercando di tranquillizzarlo, si alzò e andò a sedersi vicino a lui.

"Jimin ascolta, da oggi in poi non sarai più solo, ci siamo noi a proteggerti. Nessuno ti farà del male, te lo prometto" sussurrò Kook.

Jimin alzò lo sguardo verso quelle tre persone che erano entrate nella sua vita da meno di un giorno e le osservò bene, non poteva sapere se davvero dicevano la verità. Lui era abituato a diffidare di tutti e a non aver fiducia in nessuno, era sempre stato usato ed era convinto che anche loro avrebbero avuto in cambio qualcosa.

"Che cosa volete in cambio?" disse infatti Jimin.

"I-in cambio?" domandò Hyun Bin, non capendo la domanda di quel ragazzo.

"Si...cosa ci guadagnate a proteggere uno come me?" sogghignò facendo un sorriso sarcastico.

"Jimin, ma di che cosa stai parlando" intervenne Tae che fino ad ora era rimasto zitto "Lo sai benissimo che siamo un'agenzia che presta servizi di protezione e di conseguenza sai benissimo che siamo stati pagati per proteggerti, ma con te è diverso. Vuoi la verità?" disse con durezza Tae.

"Si" rispose Jimin fissando tutti e tre negli occhi.



My bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora