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"Che succede?" esclamò Kook appena entrò nella stanza di Jimin e vide quest'ultimo in lacrime, abbracciato a Hobi. Capì immediatamente che il biondo aveva scoperto tutto, in quel momento avrebbe ammazzato Hobi se non fosse che il ragazzo, appena lo vide entrare si sciolse dall'abbraccio di Jimin, gli sussurrò qualcosa all'orecchio e scappò fuori dalla stanza e dalle occhiate minacciose di Kook.

"Mi dispiace, piccolo. Non volevo che lo sapessi da Hobi, volevo essere io a dirtelo...ascolta..." si scusò Kook, ma venne interrotto da Jimin che lo prese per mano e lo fece sedere sul letto accanto a sé.

Jimin aveva capito benissimo cosa intendeva Hobi e sinceramente vedendo il viso distrutto di Kook, si rese conto che lui aveva estremamente bisogno di essere sostenuto. Per una volta, sarebbe stato lui a sostenere il suo compagno e non viceversa.

"Lo so che volevi dirmelo tu, ma non importa amore mio. L'unica cosa che mi interessa in questo momento è sapere come stai" gli chiese accarezzandolo dolcemente sulla guancia.

"Cos...ma...Jimin..." balbettò il corvino non capendo il comportamento del biondo, si aspettava che Jimin cadesse in depressione per i sensi di colpa e già si stava preparando a sostenere anche questa situazione...ma era stranito dal comportamento insolito del ragazzo "Che ti prende? Perché stai reprimendo ciò che realmente provi?" chiese Kook.

"Posso reprimere ciò che provo per la persona che amo di più a questo mondo. Posso mettere da parte le mie angosce per un giorno e concentrarmi sulle tue preoccupazioni occupandomi di te. Sei distrutto amore mio e scommetto che stai affrontando tutto questo da solo e stavolta io non sarò l'ennesima tua preoccupazione, ma sarò una roccia su cui appoggiarti per prendere un attimo di respiro e continuare a camminare...insieme a me" gli confidò Jimin a cuore aperto.

Il corvino, davanti a quelle parole, crollò...per la prima volta nella sua vita...crollò veramente...si attaccò alle braccia d Jimin e pianse. Pianse tantissimo...

Il biondo iniziò ad accarezzargli i capelli e a fargli lunghe carezze sulla schiena sussurrandogli parole dolci.

"Amore mio, non sei più solo. Ci sono io con te" continuava a sussurrargli Jimin nell'orecchio.

Passarono parecchi minuti e Kook smise di piangere e si accoccolò meglio al fianco del suo ragazzo ed appoggiò la testa sul suo petto.

"I medici mi hanno detto che se passi la notte tranquillo, domani puoi tornare a casa, non puoi rimanere solo però e io...i-io..." balbettò non riuscendo a continuare a parlare.

"Shhhh...stai tranquillo. Domani vedrai che io starò meglio e sono sicuro che avremo buone notizie anche di tuo padre. E comunque non ti devi preoccupare di me, troveremo una soluzione. Andrò a casa tua così mi prenderò cura di Nun e chiederò ai ragazzi di farmi compagnia" disse Jimin, trovando immediatamente la soluzione al problema, cercando di alleggerire la tensione di Kook, che oltre a preoccuparsi di suo padre, aveva anche lui e Tae da tenere sotto controllo.

"Grazie" sussurrò stancamente il corvino.

"Non mi devi ringraziare, adesso cerca di riposare un po' qui con me e quando ti svegli, se te la senti, vorrei sapere cosa è successo...non ricordo niente" disse amareggiato.

"Ti racconterò tutto ora, Jimin. Non sono stanco, adesso che sei fra le mie braccia e stai bene. Credimi che sto meglio" esclamò convinto il corvino, ma il biondo non mollò per niente la presa, cocciuto com'era gli fece promettere che dopo aver raccontato tutta la storia, avrebbe dormito a fianco a lui qualche oretta.

"Di preciso ancora non so bene le dinamiche di quello che è successo, la nostra squadra sta raccogliendo tutte le deposizioni dei testimoni e stanno perlustrando il teatro. Era andato tutto liscio fino a quando il direttore del teatro non ti ha consegnato il premio...mio padre era leggermente avanti a me e Tae, quando una persona è sbucata dal nulla e ha urlato che dovevi morire...non ci ha pensato un secondo è corso verso di te e subito dopo io, Tae e Yoongi gli siamo corsi dietro e abbiamo buttato a terra tutte le persone che c'erano in quel momento sul palco. La persona che aveva urlato è stata presa immediatamente da Nam, ma nel frattempo era riuscita a far partire alcuni colpi di pistola e...ha preso in pieno mio padre che si è messo davanti a te per proteggerti. Dalla caduta sia tu che lui avete battuto pesantemente la testa, entrambi avete perso conoscenza e io...e io...non ho potuto fare niente...tutti che urlavano, c'era sangue ovunque. N-non riuscivo a c-capire chi dei d-due fosse ferito, se eravate e-entrambi..." singhiozzò Kook che si sentiva esausto e impotente nel rivivere quella scena, senza essere riuscito a fare niente per proteggere le due persone che più amava.

Jimin si sentì morire, era colpa sua se il padre di Kook era in quelle condizioni, lo aveva protetto e ora si trovava in gravi condizioni, tutto per colpa sua.

Kook notò subito che Jimin stava trattenendo le lacrime e capì anche che si sentiva in colpa "Ti prego, non pensare minimamente che sia colpa tua, sapevamo i rischi che avremmo avuto nel decidere di proteggerti e sai benissimo quanto amo mio padre, ma sono contento che abbia accettato questo lavoro perché ti ho trovato, amore mio. Non saprei davvero come vivere senza di te" confessò sinceramente il corvino che si attaccò ancora di più al corpo del biondo, prese qualche minuto per riprendersi e poi si alzò a sedere, guardando Jimin negli occhi. Mancava ancora la parte più squallida da raccontare.

"L'uomo che abbiamo preso è tuo padre, Jimin" confessò tutto d'un fiato, continuando a guardare il suo ragazzo con apprensione, sperando che tutto questo non l'avrebbe scosso eccessivamente "Adesso è rinchiuso in carcere e sicuramente verrà condannato all'ergastolo. Non siamo riusciti a fermarlo in tempo, mi dispiace. I-io...ho visto molti uomini fare del male alle persone, ma non ho mai incontrato una persona così spietata. Scusa...so che è tuo padre, ma...non pensavo esistessero persone in grado di ferire così tanta gente per uccidere il proprio figlio...che è, tra l'altro, un bellissimo angelo"

"M-mi dispiace Kook...mi dispiace solo per tutte le persone che sono state ferite e per tuo padre, ma non ti devi dispiacere per me, non l'ho considerato più mio padre nel momento esatto in cui mi ha messo le mani addosso. Sinceramente sono solo contento che marcisca in prigione e spero tanto che la sua coscienza lo uccida, ma credo che esseri come lui non l'abbiano nemmeno una coscienza" sputò rabbiosamente Jimin.

"Quante persone sono state ferite?" chiese il biondo, avendo paura della risposta che poteva ottenere.

"Sono state ferite circa una ventina di persone, ha sparato a quattro dei nostri uomini all'ingresso con un silenziatore e mio padre... sono i più gravi, tutti gli altri hanno solo riportato leggere ferite dovute alle spinte che abbiamo dato noi sul palco mentre alcuni ospiti sono sotto shock"

Rimasero in silenzio per alcuni minuti, poi Jimin lo fece sdraiare di nuovo accanto a lui, lo coprì con il lenzuolo e lo fece appoggiare sul suo petto.

"Adesso dormi, mi prenderò cura io di te. Stai tranquillo, io sto bene...appena ti svegli andremo insieme da tuo padre" sussurrò Jimin.

"M-ma J-jimin..." balbettò Kook non capendo la reazione del suo ragazzo.

"Shhh...Kook dormi, sei sfinito. Ti ho detto che adesso ci penserò io a te. So che sei preoccupato per me...non ti nascondo che sono pieno di sensi di colpa e che il mio cuore è distrutto, ma ora permettimi di occuparmi di te. Quando tutto questo finirà ti prometto che mi lagnerò per un mese e mi dovrai sopportare tu" cercò di rassicurarlo Jimin, cercando di nascondere il peso al cuore che sentiva da quando si era svegliato.

"D'accordo...grazie amore mio...abbracciami Jimin...sono esausto" ammise Kook, facendo sciogliere definitivamente il cuore di Jimin. Lo prese tra le braccia e lo cullò finchè non si addormentò.

My bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora