"Ti spiegherà tutto Kook, io e Tae adesso dobbiamo andare in agenzia a e poi a casa tua. Figliuolo hai il permesso per spiegargli tutto e tu piccoletto ascoltano bene e non pensare sempre che dietro alle persone ci sia del male. Forse è ora che anche tu trovi del bene nella tua vita, non dico che siamo angeli e siamo senza colpe, ma in questo preciso momento l'unica cosa che vogliamo è proteggerti da tuo padre." Disse Hyun Bin alzandosi in piedi e sorridendo gentilmente a Jimin "Andiamo Tae, ci aspetta una lunga nottata. Ciao ragazzi, fate i bravi e Jimin credo che Nun stanotte dormirà con te, non ti si è scollato nemmeno un secondo" rise il padre, mentre Tae si girava verso il cucciolo chiamandolo di nuovo traditore mentre quest'ultimo invece scodinzolava beato tra le cosce del biondo.
Appena padre e figlio uscirono da quella casa, il silenzio si fece pesante, rimasero solo loro due e Jimin tornò ad avere la sensazione di disagio di poco prima in macchina, non capiva perché la presenza di Jungkook lo faceva sentire così strano, non stava né bene né male e non capiva quella morsa che gli attanagliava lo stomaco.
"Raccontami tutto, sono pronto ad ascoltare" sussurrò Jimin continuando ad accarezzare Nun, tenendo sempre lo sguardo basso.
"Io ti racconto tutto, ma mentre parlo tu mangi qualcosa, altrimenti non ti racconterò niente e ti lascerò giorno e notte con mio fratello" rispose Kook e vedendo Jimin deglutire nervosamente, sorrise soddisfatto per aver capito che la sua arma segreta era minacciarlo di lasciarlo con Tae.
Jimin iniziò a mangiare molto lentamente, non aveva fame per niente, ma aveva lo sguardo di Jungkook fisso su di lui e di conseguenza non aveva alternative se voleva capire cosa stava succedendo.
"Sto mangiando, inizia a parlare, mi stai dando i nervi. Smettila di fissarmi" lo riprese il biondo.
Kook distolse lo sguardo da quel viso d'angelo e andò a sedersi di fronte a lui, appoggiò i gomiti sulle ginocchia e iniziò a parlare.
"Ok" fece una pausa e alzò il capo per guardare Jimin negli occhi, anche se quest'ultimo continuava a tenere lo sguardo sul suo cibo come se fosse la cosa più disgustosa che avesse mai mangiato. Kook sospirò e parlò "Come ti abbiamo già detto, siamo un'agenzia di guardie del corpo e siamo stati assunti da tua madre"
A quella rivelazione Jimin sogghignò istericamente "Si da mia madre, ma sono sicuro che l'idea è di mio padre. Quella donna non fa niente di sua iniziativa, come del resto anche io...quindi siete pagati da mio padre, come pensavo" rispose seccato.
"Jimin, riesci a stare zitto un secondo e a smetterla di trarre conclusione affrettate, accidenti" si incazzò Kook.
"Senti un po', brutta testa di cazzo...te l'ho già detto una volta che non devi dirmi cosa devo fare o non fare, mi fai incazzare"
Kook si innervosì parecchio, cercava in tutti i modi di essere gentile, ma la sua pazienza aveva un limite e Jimin in un solo giorno era riuscito a fargli saltare i nervi più di una volta, non ne poteva più. Si alzò dal divano e lo mandò letteralmente affanculo.
"Vaffanculo Jimin, mi hai rotto le palle. Vado a dormire, ti spiegherà tutto mio padre domani. Quando hai sonno sei libero di andare nella stanza degli ospiti, al secondo piano la seconda porta a sinistra. All'interno c'è un bagno e dei vestiti puliti. Buonanotte" concluse Kook dirigendosi verso le scale del piano di sopra.
Jimin rimase solo in quell'enorme salotto con Nun appisolato sulle sue gambe, almeno lui non lo aveva abbandonato.
Doveva ammettere a sé stesso che stavolta aveva esagerato, sapeva di avere un carattere di merda e poteva capire di aver fatto perdere la pazienza a Jungkook e questo gli dispiaceva davvero molto. Trovava quel ragazzo davvero in gamba e molto gentile e non meritava il suo comportamento da stronzo che gli aveva riservato.
Cosa poteva fare per farsi perdonare?

STAI LEGGENDO
My bodyguard
Fiksi PenggemarJimin un famoso ballerino, Jungkook la sua guardia del corpo. Una storia ricca di colpi di scena...