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"Eccoci qui, come la sistemiamo piccoletto?" lo abbracciò da dietro la schiena, appena entrarono nella palestra che stava nella casa dei due fratelli.

Jimin non poteva credere a quello che stava guardando, la palestra era il doppio della sua sala da ballo ed era piena di strumenti ma aveva anche enormi spazi vuoti.

Sicuramente si potevano creare entrambe le sale, senza togliere completamente la palestra ai ragazzi e questo, per lui, era molto importante...non voleva che si privassero dei loro allenamenti per lui.

"Wow Kook è enorme...a me basta la metà di questa palestra, se avviciniamo di più gli attrezzi possiamo avere entrambe le cose" mormorò il biondo prima di essere interrotto da delle voci squillanti che aprirono prepotentemente le porte e si fiondarono sul corvino abbracciandolo e punzecchiandolo ovunque.

C'erano urla e risate che invasero tutta la stanza e Jimin si fece da parte intimorito un po' da quei quattro ragazzi che non lasciavano stare Kook nemmeno per un secondo.

"Loro sono una parte dei magnifici sei" ridacchiò Tae avvicinandosi al biondo "Te li presentiamo subito se questi stupidi la smettono di fare casino e fanno le persone educate" urlò Tae verso la folla creatasi intorno a suo fratello.

"Oh, scusaci...Jimin giusto?" si avvicinò a lui un ragazzo alto dai capelli color grigi e abbastanza muscoloso "Io sono Namjoon, ma puoi chiamarmi Nam e sono molto contento di fare la tua conoscenza"

"Ehilà ciao Jimin, io sono Jin" si affiancò subito vicino a Nam, il ragazzo dal bellissimo viso con un sorriso dolcissimo e uno sguardo tenero "Non ti preoccupare, adesso ci penso io a te"

"Smettila di fare la mamma chioccia anche con lui, non ti bastiamo noi?" lo provocò un ragazzo, sprizzava allegria da tutti i lati "Ciao Jimin, io sono Hobi. Lascia perdere questi due, soprattutto Jin, se ti dà fastidio vieni pure da me che ci penso io a metterlo in riga" continuò sorridendo e prendendo in giro il maggiore che iniziò a urlargli contro di portargli rispetto visto che era più grande di lui.

"Smettetela tutti, non credete di aver di fronte un piccoletto dolce e tenero. Questo ragazzo qui, ha un caratteraccio e fa quasi paura più di Yoongi" rispose Tae.

"A proposito dove è?" chiese Jin.

"N-non lo so e poi perché diavolo guardi me, idiota" chiese stizzito Tae.

Kook vedendo che il fratello si stava innervosendo, decise di intervenire. Si avvicinò a Jimin e gli mise il braccio sulle spalle.

"Ragazzi ora che vi siete presentati tutti e avete già dato il meglio di voi davanti al piccoletto..."

"Ti ho detto mille volte di non chiamarmi piccoletto" sputò Jimin facendo sghignazzare tutti nel momento in cui diede una gomitata in pancia al corvino facendolo piegare per un attimo su sé stesso.

"Aishhhh...ma sei pazzo? Mi hai fatto male..." lo rimproverò Kook.

"Se un piccolo pugnetto ti ha steso, come puoi essere diventato una guardia del corpo e soprattutto come pensi di difendermi?" chiese Jimin scuotendo la testa in segno di disapprovazione guardando il corvino che, in quei giorni, aveva dimenticato che sotto quel dolce viso d'angelo, c'era il diavolo in persona.

"Io l'ho sempre detto che tu sei il diavolo" sospirò Kook, sorridendo però davanti a quella provocazione perché sapeva che se Jimin tirava fuori il suo caratteraccio, voleva dire che stava meglio e per lui non era un problema subire, tanto sapeva benissimo come farlo tacere al momento opportuno.

"Comunque piacere di conoscervi ragazzi, spero che vi prenderete cura di me, state attenti però" Salutò educatamente Jimin guardando tutti i ragazzi che nel frattempo continuavano a ridere per la risposta che aveva dato a Kook. Infatti fu Jin che lo difese immediatamente, anche perché fra tutti, lui e Kook erano quelli che si stuzzicavano di più e di conseguenza non voleva perdere questa bellissima occasione che gli si era presentata su un piatto d'argento.

"Ma come ti permetti di chiamarlo diavolo, questo ragazzo è cento volte più educato di te, più tenero e anche più bello" lo difese Jin che già lo aveva preso sotto la sua ala protettrice, infatti andò subito ad abbracciarlo e a consolarlo.

"No...due insieme non li reggo" sbuffò Jungkook dirigendosi poi verso gli altri ragazzi e iniziando a dare ordini su come spostare tutti gli attrezzi.

Si misero tutti al lavoro e Kook si avvicinò appena vide Jimin lontano dalle grinfie di Jin, stava cercando di dare il suo piccolo contributo spostando le cose più leggere.

"Sappi piccolo, che stasera dormirai con me e ti assicuro che avrai una piccola penitenza per avermi provocato" lo stuzzicò il corvino accarezzandogli la coscia per poi risalire mettendo la mano sul suo fondoschiena, lasciando Jimin imbambolato e con il fiato corto per l'eccitazione che quel semplice gesto gli aveva provocato in tutto il corpo.

My bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora