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Un angelo travestito da diavolo, ecco chi era quel ragazzo dai capelli biondi cenere e il viso angelico ma con una lingua così tagliente che la tentazione di mordergliela era forte. Questo era ciò che pensava Jungkook del suo nuovo cliente, non lo sopportava proprio ed era lì da sole due ore.

Lui e Tae si erano sistemati nella loro stanza, naturalmente non sarebbero stati insieme, si sarebbero dati il cambio, dovevano ancora decidere i vari turni e soprattutto dovevano parlare con quel ragazzo riguardo le regole principali che doveva assolutamente seguire.

Jimin per il momento si era chiuso nella sua sala prove e prima di entrare li aveva guardati malamente e gli aveva urlato dietro che non dovevano mai permettersi di entrare in quella stanza per nessuna ragione.

"Ok Tae, per prima cosa dobbiamo parlare a quel nanetto e mettere in chiaro alcune cose, poi perquisiamo la casa per bene e poi decidiamo subito i turni così inizio a mettermi l'anima in pace per quando starò da solo con quel diavolo" disse Kook.

"Ah ah ah ah...oddio Kook ti sta già sulle palle quel ragazzo? Mi fai morire sai, te ne piacesse uno, una volta nella tua vita" continuò Tae ridendo ancora per la faccia cupa di suo fratello. Conosceva bene quella faccia e sapeva che in realtà era uno scudo perché probabilmente quel biondino non era proprio passato inosservato agli occhi di Kook. "A me sta simpatico, ha un bel caratterino e so già che mi divertirò da morire con lui e poi...mi ha fatto davvero tanta tenerezza...si vede che è solo" continuò Tae guardando suo fratello.

"Te pareva se ti stava sul cazzo" sospirò Kook. Ormai era rassegnato al fatto che lui e Tae, nonostante avessero vissuto lo stesso passato, erano completamente diversi. Tae si fidava molto di più delle persone e dimostrava quasi subito il suo affetto attraverso la sua dolcezza, mentre lui era l'opposto, non si fidava di nessuno e soprattutto non dimostrava mai i suoi sentimenti. Aveva sofferto troppo in passato e si era ripromesso che nessuno lo avrebbe fatto stare ancora male.

"Dai muoviti andiamo a perlustrare la casa, dividiamoci, io mi occupo del piano terra e tu del primo piano. Mi raccomando Tae, tutto ciò che troviamo mettiamola nella scatola che ci ha dato papà."

Tae annuì e insieme uscirono dalla loro stanza per iniziare la perquisizione.

Kook era al piano terra e mentre stava controllando i lampadari vide Jimin uscire dalla sala prove con una salvietta sul collo.

Si fermò ad osservarlo più del dovuto ed infatti quello sguardo non passò inosservato al piccolo angelo che lo guardò torvo prima di dirigersi verso la cucina.

"Cosa stai facendo? Stai controllando le lampadine? Sei un elettricista o una guardia del corpo?" sputò amaramente Jimin.

"Senti piccoletto..." stava per dire Jungkook abbastanza incazzato, prima di essere fermato da Tae che per fortuna sbucò fuori in quel momento, prima che Kook commettesse un omicidio.

"Ehi ehi ragazzi non iniziate per piacere. Dobbiamo convivere per parecchio tempo e se non riusciamo ad andare d'accordo sarà dura per tutti" disse Tae.

"Io non vi ho di certo detto di venire qui, stavo bene da solo e posso continuare ad esserlo. Non mi servite per niente anzi mi date solo fastidio" rispose Jimin sempre con un tono duro.

"Senti Jimin..."

"Chi sei tu per chiamarmi per nome senza aver avuto il mio permesso?" disse Jimin puntando il dito verso Tae che in quel momento era rimasto talmente scioccato da quelle parole, che non aveva avuto il tempo per fermare la furia di Kook che si riversò su Jimin in meno di un secondo.

"ADESSO BASTAAAA" urlò Kook "Ne ho piene le scatole di te, ragazzino strafottente e maleducato. Non me ne frega niente se non vuoi che stiamo qui, ci hanno assunto per proteggerti ed è quello che faremo. Non me ne frega niente se sei arrabbiato con tua madre e con il mondo intero, con questo carattere che ti ritrovi credo che rimarrai a vita solo e comunque stai tranquillo che non ti staremo tra i piedi, almeno io, perché meno ti sto vicino e meglio stò. Detto questo, adesso ti siedi e ascolti le nostre regole e guai a te se non le seguirai, hai capito? E poi cerca di essere più rispettoso con noi perché, anche se sei un ballerino famoso non hai il diritto di trattare di merda le persone, ti è chiaro questo concetto?" continuò Kook alterato. Era davvero incazzato, non sopportava l'arroganza e la mancanza di rispetto, ma soprattutto non sopportava quando vedeva suo fratello rimanere male, Tae era davvero una creatura fragile e dolce e nessuno si poteva permettere di fargli del male senza passare sul suo corpo.

Jimin alzò lo sguardo verso Kook e la sua espressione non prometteva niente di buono, infatti gli andò vicino, molto vicino, tanto che i loro petti quasi si scontrarono e disse solo una parola prima di salire nella sua camera e chiudersi dentro.

"Vaffanculo"

My bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora