66

2K 133 15
                                    


Essere a casa e circondati dalle persone che più amava non aveva prezzo, questo era il costante pensiero di Jimin quella sera, mentre a tavola con lui, in giardino, c'erano le persone che più amava a questo mondo.

Avevano preparato una tavolata nel giardino, piena di prelibatezze da mangiare con un grande gazebo sopra le loro teste e un piccolo focolaio che rendeva l'atmosfera ancora più famigliare.

Ancora non si capacitava di come la sua vita fino a poco tempo prima, era vuota e solitaria ma soprattutto povera di elementi e di conoscenze che sicuramente nel suo futuro sarebbero state colmate dal suo compagno e da tutti i suoi amici.

Era riconoscente a tutti i ragazzi soprattutto a Kook che era riuscito ad amarlo, nonostante il suo brutto carattere, a guidarlo con amore e determinazione nello scoprire la realtà e soprattutto ad averlo appoggiato in tutte le sue scelte, anche quelle sbagliate, facendogli capire che non sempre la vita era bella e che a volte bisognava combattere per raggiungere i propri obiettivi.

Doveva anche molto all'uomo che in quel momento era seduto a capotavola, l'uomo che nonostante avesse passato gli ultimi due mesi in riabilitazione, ora era finalmente lì con loro a ridere e scherzare bevendo e mangiando in allegria.

Ripensando ora agli ultimi mesi, Jimin si rese conto che Hyun Bin, oltre ad essere un padre eccezionale, era un uomo molto determinato e pronto a lottare senza mai smettere di sorridere.

Gli aveva insegnato molto e nei primi giorni dopo il suo risveglio, gli aveva tenuto spesso compagnia e insieme avevano affrontato molti argomenti importanti, dal rapporto con suo padre al riavvicinamento con sua madre, tornata a casa dopo mesi isolata da tutti, al rapporto con Jungkook e al suo sogno di abbandonare la danza agonistica per intraprendere il suo più grande sogno, cioè insegnare ai bambini la danza, ma non quella che i suoi genitori gli avevano inculcato da piccolo, ma la danza del cuore...divertendosi e giocando e soprattutto esprimendo se stessi e i loro sentimenti attraverso i movimenti del corpo.

Jimin ancora non sapeva che Hyun Bin e i ragazzi avevano in serbo per lui una meravigliosa sorpresa, avevano organizzato quella serata per festeggiare la guarigione effettiva del padre, ma anche per dare un regalo al biondo che in quei mesi era stato il sole che aveva portato calore a tutti quanti.

Si era occupato della casa, di Nun e aveva preparato pasti e cene per tutti i ragazzi che nel frattempo si erano occupati dell'agenzia e di Hyun Bin.

Tutti insieme erano stati una grande squadra, tanto che Namjoon aveva proposto di cambiare il nome da "I magnifici sei" a "I magnifici sette" con il consenso di tutti quanti, compreso Yoongi che in quei mesi si era fatto rivalutare da Jimin amando e coccolando Tae come se fosse l'unica persona al mondo che contasse nella sua vita.

Erano ancora tutti euforici quando Kook si avvicinò a Jimin e lo abbracciò da dietro posando il suo mento sulla sua spalla.

"Ehi piccolo, che ne dici se andiamo a prendere la torta per papà?" propose, guidandolo verso la cucina mentre faceva un cenno d'intesa a suo fratello e a Yoongi, che dovevano, insieme ai ragazzi, andare a prendere una scatola e metterla al centro della tavola, insieme ad una scritta di palloncini gonfiati con elio nel giardino.

Mentre Jimin stava sistemando la scritta di bentornato sulla torta, Kook si avvicinò, lo girò e lo baciò.

"E questo a cosa lo devo?" chiese Jimin meravigliato da quel gesto nato così spontaneamente.

"A te" rispose Kook con gli occhi lucidi "A te che mi hai fatto ricredere nell'amore, a te che sei la persona senza la quale non riuscirei a vivere e sempre a te che amo follemente e che mi hai sopportato in questi mesi senza mai battere ciglio sul mio stato d'animo ballerino e anche sulle mie risposte a volte acide, dovute a tutta la tensione accumulata"

"Non credere che me le sia dimenticate, idiota. Sappi che le ho segnate tutte e dovrai pagarne le conseguenze" lo minacciò ridendo e buttandosi completamente fra le sue braccia, avvinghiandosi per bene al suo corpo come un koala.

"Non vedo l'ora...Ti amo Jimin" confessò senza mezzi termini, ma solo con la semplice emozione dettata dal suo cuore.

"Ti amo anch'io amore mio" ribatté il biondo staccandosi dal suo compagno e asciugandosi quelle piccole lacrime di felicità che avevano bagnato i suoi occhietti.

"Andiamo, altrimenti ci danno per dispersi e poi chi li sente con le loro battute sconce" rise Jungkook prendendo la torta dirigendosi in giardino accompagnato da un Jimin sorridente e con il cuore che gli scoppiava nel petto dalla felicità.

Appena arrivò in giardino, Kook mise la torta sul tavolo e si girò a guardare Jimin che si era paralizzato sul posto letteralmente scioccato da quello che i suoi occhi stavano osservando.

My bodyguardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora