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Aprì la porta della stanza ed entrò cautamente, dirigendosi immediatamente verso il letto, dove si trovava il suo angelo, era coperto da un lenzuolo bianco, aveva gli occhi chiusi e i capelli tutti scompigliati.
Probabilmente si era addormentato, si avvicinò piano senza fare rumore, ma appena il suo viso si trovò a pochi centimetri da quello del biondo, si trovò due occhi grandi che lo fissavano e che appena lo videro iniziarono a bagnarsi di lacrime amare.
"Ehi, non piangere amore mio" cercò di consolarlo Kook, vedendo che quelle lacrime non si fermavano e che il biondo faceva molta fatica a parlare, scosso dall'aver appena visto il ragazzo che tanto amava e che pensava morto.
"K-kook...i-io...p-pensavo fossi morto...t-ti ho s-sentito u-urlare e poi" si fermò piangendo disperato ed aggrappandosi a quelle braccia che lo stringevano talmente forte da fargli quasi male "N-non ricordo n-niente. State s-state tutti bene?" chiese infine Jimin disperato.
"Scusate" furono interrotti senza che Kook riuscisse a rispondere a quella domanda, che tanto temeva.
Entrarono l'infermiera e il medico che, dopo aver appurato che Jimin stava meglio, fecero uscire Kook dalla stanza per visitarlo meglio.
Nel momento in cui uscì dalla stanza di Jimin, Kook si appoggiò alla parete del corridoio, posò la testa su quel muro freddo e rugoso e chiuse gli occhi, fino a quando non sentì una mano sulla spalla che lo risvegliò dai suoi mille pensieri.
"Ehi, andrà tutto bene amico" lo sostenne Hobi circondando l'amico con un caldo abbraccio.
"Si è svegliato Hobi...J-Jimin si è svegliato. Sono felice, ma non riesco ad esserlo completamente finchè anche mio padre non si sveglierà...Jimin non sa ancora niente" confessò all'amico che alla notizia del risveglio del biondo sorrise e ringraziò il cielo mentalmente.
Sapeva benissimo, come tutti gli altri ragazzi, la storia dei due fratelli e di quanto avevano sofferto in passato e di quanto amassero il loro padre adottivo. Hobi era davvero preoccupato per Kook, era sempre stato quello più forte tra i due, quello che affrontava tutto in silenzio, senza mai mostrare veramente il suo dolore. Era il ragazzo che aveva subito di più in orfanotrofio e quello che aveva difeso a spada tratta suo fratello, subendo lui, a volte, le punizioni destinate a Tae da parte di quel pervertito del direttore.
"Kook, non devi essere sempre forte sai? A volte bisogna lasciarsi andare per stare meglio" gli disse Hobi, cercando di farlo sfogare, era davvero preoccupato per lui "Vuoi che parlo io a Jimin di quello che è successo?" propose.
"No, devo farlo io...già si sentirà in colpa e sono sicuro che se glielo dicesse qualcun altro penserebbe che io sono arrabbiato con lui e che lo voglio lasciare...ci penso io, grazie lo stesso Hobi" rispose accennando un sorriso verso il suo amico, sospirando pesantemente. Si stava rendendo conto anche lui che probabilmente stava cedendo, che la sua stanchezza lo stava sopraffacendo. Era distrutto, non dormiva dal giorno prima, non aveva mangiato niente e si era accollato lui tutta la gestione di suo padre, di Jimin...e ancora doveva parlare con lui.
"Hobi, ti posso chiedere un favore? Appena i medici escono, puoi andare tu da Jimin? Devo parlare con loro delle sue condizioni."
"Certo, non ti preoccupare, gli tengo compagnia finchè non torni, tanto con tuo padre ora c'è Nam e Jin" lo rassicurò.
"Grazie e non dirgli niente, qualsiasi cosa ti chieda digli che risponderò io a tutte le sue domande" lo minacciò.
Finalmente i medici dopo una mezz'oretta uscirono e Kook li seguì immediatamente, mentre Hobi entrò nella stanza de biondo, come aveva promesso.
"Ehilà...ciao piccoletto, come stai?" chiese subito Hobi, vedendo che il ragazzo era comodamente seduto sul letto.
"Dove è Kook?" chiese immediatamente.
"Stai tranquillo, mi ha chiesto di farti compagnia. E' andato a parlare con i medici per cercare di capire quanto sei grave, anche se secondo me stai abbastanza bene, o sbaglio?" chiese scherzando e ridendo Hobi.
"Si effettivamente i medici mi hanno appena confermato che non ho nulla di grave. Ho preso solo una botta in testa e ho un leggero trauma cranico. Non ricordo niente, Hobi. So solo che sono svenuto e che mi sono svegliato dopo quasi un giorno, ma i medici mi hanno rassicurato dicendo che, probabilmente, il mio corpo aveva solo bisogno di riposare. Stanotte starò ancora qui e se tutto va liscio domani posso tornare a casa a patto che non sono solo" spiegò brevemente Jimin, prima di riprendere la parola.
"Che è successo Hobi? Ho come la sensazione che non sono solo io a stare in questo ospedale...ho visto la faccia di Kook e so benissimo che c'è qualcosa che mi sta nascondendo" chiese disperato Jimin a Hobi, che chinò la testa per non far percepire al biondo la sua angoscia.
"Ascolta Jimin, Kook ti spiegherà tutto...l'unica cosa che posso dirti è che non è morto nessuno" sussurrò Hobi, tenendo sempre gli occhi bassi, torturandosi le mani.
"Chi? Chi si è fatto male, Hobi? "chiese disperato Jimin, alzando leggermente la voce.
"JIMIN" implorò Hobi, esasperato, alzandosi dalla sedia posta vicina al letto del biondo e gli prendendogli le mani.
"Ascoltami ti prego, ho solo una richiesta da farti...qualsiasi cosa succeda, ti prego, metti al primo posto Kook nella tua mente e non te stesso. Non mi fraintendere, non stò dicendo che sei egoista o altro... ti chiedo solo di sostenere Kook e di non creargli ulteriori preoccupazioni. E' esausto e ho paura che crolli da un momento all'altro...sei l'unico che può aiutarlo standogli vicino, amandolo senza dargli ulteriori pensieri" gli disse con le lacrime agli occhi. Hobi sapeva che Jimin avrebbe capito "In questo momento devi essere la sua spalla, devi essere ciò che lui è stato per te in tutto questo periodo".
"Chi? Tae...oh mio dio...Hyun..." concluse Jimin, leggendo negli occhi di Hobi la risposta a quelle domande.
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My bodyguard
FanfictionJimin un famoso ballerino, Jungkook la sua guardia del corpo. Una storia ricca di colpi di scena...