Eren's pov.
1/04/1945 - 2:05 p.m.
Passai tutta la notte a rimuginare sulla frase del Caporale.
Se solo potessimo.
Il chè stava a significare che lui ci sarebbe stato volentieri; affondai inconsapevolmente i denti nelle labbra inferiori pervaso da pensieri poco casti.
Stavo portando vari scatoloni all'ufficio del Generale Smith, il sole stava iniziando a dare i suoi primi accenni di calore primaverile e non mi dispiaceva affatto. Facemmo un bel cambio di indumenti, alleggerimmo i tessuti così da adeguarci al cambio di stagione, fortunatamente vi erano le ragazze al campo che ci pensarono al posto nostro.
Avevo addosso dei pantaloni militari che fissavo con una cintura in pelle lungo la vita, la giacca la legai sopra di essa, mostrando il mio corpo vestito da una maglietta nera e aderente.
Lo scatolone tenuto da sotto con entrambe le braccia mi superava in altezza costringendomi a sporgermi verso destra per vedere dove mettessi i piedi.
Arrivai all'ingresso della porta di Erwin, mi sistemai lateralmente ad essa alzando un ginocchio, così che potesse aiutarmi a reggere il carico mentre bussassi.
"Sì, prego."
Mi sentii rispondere da fuori.Aprii velocemente la porta riportando poi la mano sotto quel pesante carico.
"Oh Jeager, ben arrivato..."
Mi accolse.Fu un uomo dai grandi valori, lo ammiravo parecchio, sembrava avesse sempre la risposta pronta, mi affascinava, poteva essere tranquillamente definito il mio prototipo di uomo d'aspirare nella vita.
"Buon pomeriggio signor Smith... questo dove...?"
Iniziai barcollando.Lo sentii accennare una risata sincera.
"Oh scusami, appoggialo pure alla tua destra."
Disse indicandomi il muro intonacato di un bianco sporco, tendente al panna.
Eseguii il suo ordine, rialzandomi iniziai a spolverarmi gli abiti."Mi dispiace davvero che tu e i tuoi compagni abbiate dovuto giustiziare quei poveri uomini"
Disse poi, si stava fumando un sigaro, il fumo iniziò a creare una consistente nebbiolina nell'aria."Non si preoccupi signore, è stata una cosa necessaria, non potevamo fare altrimenti."
Risposi prontamente posizionandomi davanti alla scrivania in postura eretta e schiena dritta.Si passò una mano sulla bocca pensieroso guardando in un punto indefinito nella stanza.
"Spero tu abbia ragione soldato..."Annuii, anche se non ne ero completamente convinto.
Mi affrettai a volgergli un saluto militare per poi uscire, ma prima che potessi varcare la porta mi fermò."Oh soldato, ora che ci sei, potresti portare questi documenti all'Ufficiale?"
Mi chiese poi, frugando in dei cassetti e porgendomi stirando il braccio dei fogli, erano un bel mazzetto."Intende all'Ufficiale Church?"
Chiesi rientrando in stanza e prestandomi ad afferrare i documenti."Sì, te ne sarei grato"
Mi sorrise e io ricambiai ben volentieri.
Averlo dalla nostra parte era rassicurante.Levi's pov.
Mi trovavo insieme a Farlan, entrambi ci trovavamo dietro ad un camion a scaricare la merce del cibo che sarebbe stato servito l'indomani.
Il sole era alto e caldo e il sudore iniziava a farsi pressante sulle nostre fronti.
Appoggiai precedentemente la giacca mimetica sopra una pila di scatole, rimanendo con una maglia a maniche corte, così come il biondo che rimase in canottiera.
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𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪
Fanfiction𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰: «...Voltai uno sguardo verso l'Ufficiale affianco a me, i suoi occhi duri e fissi tradirono le sue mani tremanti giunte dietro la schiena intente a stringere un rosario. Sapevo stesse pregando, lo faceva sempre prima...