Levi's pov.
09/04/1945 - 7:15 a.m.
"Dove cazzo è?!"
Scostai spingendo per le spalle un soldato dall'aria terrorizzata contro un muro.
Il suo sguardo tremante e pallido riverso sul mio, ricolmo di rabbia.Mi voltai indietro tentando d'intrattenere un qualsiasi tipo di contatto visivo con gli altri cadetti che immediatamente guardarono a terra.
"Vi ho chiesto una cos-"
"Levi... smettila di urlare tanto"
Una voce mi placò facendomi voltare di scatto, come se i miei riflessi fossero stati messi alla prova in un momento di estrema concentrazione.Farlan era appostato al ciglio della struttura degli uffici, la divisa da Ufficiale ancora addosso e nelle mani stretti i bagagli di un lungo e faticoso viaggio.
Mi sentii mancare per un secondo il fiato, nonostante non lo diedi a vedere, lanciai un ultimo brevissimo sguardo ai soldati che non lo ricambiarono per nessuna ragione al mondo, precipitandomi infine verso il biondo che abbandonò i bagagli a terra ricambiando il mio abbraccio, ci tenemmo stretti l'un l'altro, le mie braccia gli circondarono la schiena e il fianco, lui fece lo stesso, seguito da numerose pacche sulle spalle.
"Pensavo di non rivederti più..."
Gli sussurrai una volta staccatoci.Mi rivolse uno sguardo ammiccante e volutamente offeso.
"Ma che gran bella accoglienza"
Mi sorrise sarcastico ricomponendo l'abbraccio di poco prima."Perchè hai pensato questo?"
Mi chiese in tono serio questa volta attaccato al mio orecchio così che nessuno potesse sentire o ipotizzare nulla.Lo staccai delicatamente da me mordendomi l'interno della guancia, virai gli occhi furtivamente da un uomo all'altro.
"Una... una sensazione"
Finii per dire, rendendomi conto solo in quell'istante di quanto suonasse stupido riferito a voce alta.L'uomo portò i suoi enormi occhi azzurri sui miei, seri e freddi.
"Le sensazioni hanno sempre un fondamento."
Mantenni il suo sguardo realizzando la frase che pronunciò pochi attimi prima."Bene allora, direi che è il momento di parlare meglio con un bicchiere di Whisky fra le mani"
Mi suggerì riacquistando il suo tono alto, frivolo e leggero, catturando l'attenzione dei cadetti cautamente posti pochi metri più distanti di noi.
Non aggiunsi nulla, mi limitai a seguirlo, le sue braccia strette dietro la nuca in segno di tranquillità, come se non fosse appena tornato dalla guerra.
Feci schioccare le dita davanti gli occhi di un soldato richiamando la sua attenzione."Tu, porta i bagagli nella stanza dell'Ufficiale."
"Sissignore!"
Si affrettò a rispondere drizzando la schiena.Arrivammo in mensa che il sole era già calato all'orizzonte, prendemmo posto uno di fronte all'altro con in sottofondo solo gli assordanti rumori metallici di utensili da cucina utilizzati dalle ragazze del campo.
Ci facemmo servire due bicchieri di Whisky, osservai il biondo mentre iniziò a rigirarsi fra le mani il suo, come se fosse perennemente sotto osservazione, il suo sguardo fuggitivo mi fece preoccupare parecchio, d'altronde attorno a noi la mensa era deserta.
"Farlan-"
"No"
Non mi fece finire alzando il palmo della mano nella mia direzione, come per intimarmi a non finire la frase che avevo in mente.Smossi impercettibilmente il capo confuso, i miei occhi si affusolarono appena, come per poter scorgere all'interno dei pensieri dell'uomo e comprenderne il significato.
Iniziò a sorseggiare la bevanda come fosse acqua, il suo pomo d'adamo che si abbassava ed alzava in un gesto ritmico e ripetitivo finchè la sua lingua non trovò anche l'ultima goccia del drink.
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𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪
Fanfiction𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰: «...Voltai uno sguardo verso l'Ufficiale affianco a me, i suoi occhi duri e fissi tradirono le sue mani tremanti giunte dietro la schiena intente a stringere un rosario. Sapevo stesse pregando, lo faceva sempre prima...