Capitolo 35

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Eren's pov.

Le guance ormai di un rosso vivido iniziarono a far contrasto con la mia carnagione olivastra.

"Non farmelo ripetere"
Continuò il corvino in un'espressione esasperata.

Annuii in modo titubante abbassando poi lo sguardo a terra, la mia mano strinse in modo quasi malato il colletto della giacca, indeciso sul da farsi.

"Se vuoi posso uscire"
Mi suggerì lui incrociando le braccia al petto. Inclinò appena il viso verso destra squadrandomi in modo spudorato.

"N-no ma che dice..."
Risposi prontamente quasi offeso da tale affermazione, mi morsi l'interno della guancia per poi sbottonare bottone per bottone la giacca che mi ricopriva.

L'uomo in tutta risposta si accostò vicino ad uno scatolone afferrandone una divisa identica a quelle che i giapponesi disponevano al campo.

Mi stavo sfilando la giacca quando l'uomo me la lanciò, non feci in tempo, rimanendo con una manica tolta e l'altra ancora inserita nel mio corpo, nel mentre che tentai disperatamente di afferrare l'indumento appena lanciatomi.
La tenni stretta fra le dita come se fosse stata la cosa più preziosa fino ad allora posseduta.
Marcava inevitabilmente la completa integrazione all'interno della Nazione nemica, eppure in quel momento mi sentii scaldare il petto di un insolito calore.
La guardai con occhi meravigliati, i bottoni lucenti in fila risaltavano sul nero della stoffa.

"Provala dai"
Mi incoraggiò l'uomo con un cenno del capo. Le sue braccia strette al petto e la sua espressione neutra vennero tradite dalla luminosità dei suoi occhi. Non aggiunse nulla a riguardo, ma fui certo non aspettesse altro che io indossassi quella divisa, quasi come segno di avvicinamento fra noi.

Lo fissai mordendomi entrambe le labbra nel disperato tentativo di reprimere un sorriso del tutto spontaneo.
Finii di sfilarmi la mia vecchia divisa per poi indossare subito dopo la nuova.
Me la sentii perfetta sulle spalle e appena stretta lungo la vita.
L'odore che il tessuto emanava rimandava a qualcosa di caldo e accogliente.

"Direi che ci ho preso con la taglia"
Riprese lui con tono calmo e calcolato.

Annuii freneticamente continuando ad osservarmi nella nuova divisa giapponese.
La stessa divisa che ti manderà a morire.

D'impulso mi avvicinai al corvino, che in tutta risposta ritirò indietro la schiena in un gesto istintivo che durò ben poco.

Sciolse le sue braccia appoggiandomi entrambe le mani sui fianchi, non contento decise di farle passare sotto la stoffa del nuovo indumento.
Potei percepire le sue dita fredde entrare in contatto con la mia pelle.
Un brivido mi fece trasalire il giusto perchè l'uomo se ne rendesse conto.

Mi avvicinai maggiormente con le braccia rannicchiate al petto.
"S-siamo nel suo ufficio..."
Iniziai imbarazzato ad un palmo dal suo viso.

"Hai detto bene, il mio ufficio."
Rispose lui con tono volutamente basso, nel dirlo le sue labbra sfiorarono le mie.

Una scarica d'eccitazione mi attraversò tutto il corpo.
Portai le mani verso i miei pantaloni iniziando a sbottonarli con foga.

L'uomo alzò appena un sopracciglio puntando lo sguardo verso le mie gesta.
Iniziai a sfilarmi i pantaloni sotto il frastuono metallico della cintura.

"Ohi ohi, calmo Jeager... non ho nemmeno chiuso la porta"
Mi fermò con aria divertita quanto sorpresa.

Iniziai ad arrossire in modo pronunciato su tutto il viso nel mentre che il Caporale andò a chiudere con un giro di chiavi la porta in legno massello.

𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora