Eren's pov.
06/08/1945 - 7:30 a.m.
Mi svegliai nel letto del corvino per via della tenue luce di prima mattina che filtrò dalle tapparelle semi-abbassate proiettando un raggio dritto sui miei occhi ancora addormentati. Corrugai le sopracciglia per l'iniziale fastidio, i capelli disordinati dalla sera prima ed il mio corpo svestito suggerirono un'avventura ben movimentata. Puntai uno sguardo alla mia mano ancora riversa sulle lenzuola stropicciate scorgendola intrecciata con quella del corvino, che al contrario mio parve perfettamente in ordine ed ancora immerso nel sonno.
Addolcii il viso ripensando alla notte precedente, una volta tornati in camera finimmo quello iniziato alla collina riuscendo a stremarci e ad addormentarci poco dopo.
Le sue dita combacianti con le mie ancora addormentate, risultarono tremendamente raffinate ed eleganti, le smossi appena stringendogli la mano.
Lo osservai ritrovandomici ad un palmo dal viso, potei percepire il suo respiro mischiarsi col mio, i suoi lineamenti tanto aspri e duri parvero in quel momento rilassarsi abbandonandosi ad una scompostezza ammaliante.Mi avvicinai il giusto per poter posare le labbra sulla mano stretta fra la mia percependo la sua pelle piacevolmente tiepida e morbida nonostante i suoi arti apparissero colmi di cicatrici.
I nostri corpi ad un soffio di distanza parvero richiamarsi a vicenda, la mia pelle scura contrastò con quella candida dell'uomo, mi avvicinai cautamente smuovendo delicatamente le leggere coperte in un suono sordo.
Mi attaccai al petto del corvino lasciandomi cullare dal suo respiro regolare e dal suo profumo da uomo estremamente pungente, mi ci rannicchiai avvertendo il suo corpo a contatto col mio."Mnh... Eren"
Sussurrò lui, roco e scombussolato.
"Buongiorno"
Ricambiai con un filo di voce.
Lo guardai svegliarsi, i suoi lineamenti seri presero a corrugarsi per la stanchezza e la consapevolezza che si sarebbe dovuto alzare di lì a poco.
"È ancora stanc-"
Non feci in tempo a terminare la frase che l'uomo dopo un breve attimo presosi per stirare le braccia al di sopra del capo, me le avvolse al bacino avvicinandomi maggiormente a lui riempiendomi il viso di baci.
Accennai un sorriso delicato lasciandomi coccolare dal corvino che prese a far scivolare le sue dita sul mio corpo senza nessuna restrizione."Da quanto sei sveglio?"
Mi domandò una volta placato dal lasciarmi milioni di baci in volto.
"Non da troppo"
Risposi poggiando le mie labbra sul suo collo.
"Ed hai avuto la bella idea di svegliarmi?"
Chiese alzando un sopracciglio, le sue dita mi accarezzarono il corpo completamente svestito percorrendo ogni mia curva."Volevo le sue attenzioni"
Ammisi mordendomi entrambe le labbra pur di reprimere un sorrisetto complice. L'uomo in tutta risposta mi pizzicò il naso con due dita.
"Sei tremendo"
Contestò sbuffando divertito.Gli sorrisi consapevole sarebbe stato solo una questione di tempo prima che l'inferno si fosse scatenato in Giappone, decidendo così di trascorrere quegli ultimi attimi in sua compagnia tentando di non farmi schiacciare dagli innumerevoli sensi di colpa.
Sono egoista? Probabile...
Non avrei potuto fare nulla al riguardo, eppure il Caporale mi fu accanto, le sue mani sul mio corpo, possibile non avessi potuto fare nulla? Un accenno, un'allusione, almeno per metterne in salvo una minima parte.
Mi morsi convulsamente l'interno della guancia fino a farla sanguinare e proprio in quel momento il corvino mi baciò più intensamente intrecciando la mia lingua assieme alla sua."Sanguini"
Mi disse poi staccandosi dal bacio, il suo viso corrucciato mise in risalto la mandibola tirata in un gesto di preoccupazione.
Sbattei per un paio di secondi le palpebre così che fossi stato in grado di tornare in me, finché le sue mani non mi si poggiarono sulle guance.
"Sei nervoso?"
Mi chiese dolcemente squadrando ogni mio lineamento.
Distolsi prontamente lo sguardo tentando di scostarlo il più velocemente possibile.
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𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪
Fanfiction𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰: «...Voltai uno sguardo verso l'Ufficiale affianco a me, i suoi occhi duri e fissi tradirono le sue mani tremanti giunte dietro la schiena intente a stringere un rosario. Sapevo stesse pregando, lo faceva sempre prima...