Capitolo 18.

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Eren's pov.

Restai ad osservare la scena prima che iniziasse l'allenamento, Levi e Farlan rimasero ad osservare delle ragazze addette alla pulizia e cucina, storsi inevitabilmente il naso.

"Eren... che stai guardando?"
Mi chiese sottovoce Armin.

"N-no niente, non è nulla"
Risposi riportando lo sguardo al mio gruppo.

"Hai notato delle ragazze carine?"
Mi si affiancò Reiner con un sorriso abbastanza compromettente.

Sorrisi appena.
"N-no non ho visto nulla in realtà"
Iniziai alzando le mani all'altezza del petto.

"Bugiardo"
Riprese Reiner puntandomi l'indice contro in modo divertito.

"Non vuoi condividere eh?"
Scherzò il biondo lanciandomi una gomitata amichevole che mi fece barcollare.

"Non esattamente"
Risposi ridendo e grattandomi nervosamente la nuca.

Armin assottigliò per un attimo gli occhi pensieroso.

"Soldati, smettetela subito di fissare quelle ragazze"
Farlan ci riprese a tutti per il frastuono creato.
Non feci mai caso a quelle presenze femminili nel campo fino ad allora, probabilmente perché arrivarono da poco.

"Anche perchè la rossa è già mia, vedete di non intromettervi"
Riprese il biondo sorridendo e suscitando delle risatine da parte di tutti i presenti.
Era un uomo carismatico e talentuoso, lo invidiai parecchio.

Lo vidi scambiarsi uno sguardo con Levi, erano così in sintonia che pure il corvino accennò ad un sorriso.

Levi's pov.

Finito l'appuntamento mattutino tutti i soldati furono congedati per i lavori manuali del campo, solo successivamente avrebbe ripreso il secondo giro di allenamento della giornata.

Mi trovavo nel mio ufficio quando sentii bussare alla porta, furono due colpi secchi e decisi.
Avevo già un'idea di chi potesse essere.

"Sì prego, la porta è aperta."
Dissi non curandomi troppo di alzare lo sguardo da dei documenti che tenevo in mano, ero appoggiato con la spalla alla finestra posta proprio dietro la scrivania.

"Buongiorno Caporale, volevo parlarle"
L'Ammiraglio irruppe nella stanza con fare autoritario ma tranquillo.

Gli puntai uno sguardo raggiungendo la mia postazione e lui fece lo stesso. Una volta seduti faccia a faccia iniziò a parlarmi.

"Innanzitutto volevo sapere come fosse andato il compito di giustiziare quegli uomini"
Iniziò sistemandosi comodo sulla sedia.

Alzai un sopracciglio per una frazione di secondo per poi accavallare una gamba poggiando la caviglia destra sul ginocchio sinistro. Frugai all'interno delle mie tasche tirando fuori delle sigarette, le Golden Bat, offrendole a Yamamoto che accettò di buon grado.

Mi accesi la sigaretta e lo stesso fece l'uomo.
"Bhe è andata come doveva andare, tutto secondo i piani"
Lo informai.

"E avete capito se possano rappresentare effettivamente una minaccia?"
Chiese puntando poi lo sguardo sulla bruciatura sul tavolo in mogano che ci lasciò qualche giorno prima il Generale Smith.

"Non ne sono ancora certo Ammiraglio, le consiglio di rimanere in guardia."
Risposi facendo un tiro abbastanza profondo.

L'uomo annuì non protestando.
"Sà che siamo in un momento critico, non possiamo permetterci degli errori Levi"
Riprese poi più serio ma non accennando nessun tipo di timore.

"Sì, lo so bene, non ce la stiamo passando benissimo"
Affermai.

Restammo qualche secondo in silenzio con solo il rumore del tabacco e cartina che bruciavano sotto i nostri respiri.

"Sono arrivate al campo delle ragazze, non so se le ha già notate"
Riprese poi.

"Sì, le ho viste"
Risposi girando lo sguardo verso la mia sigaretta che stavo facendo rigirare fra le dita.

"Ci aiuteranno in alcune faccende come il bucato, cucina e pulizie, i miei uomini non possono occuparsi anche di quello."
Continuò lui.

"Andiamo Yamamoto, sappiamo entrambi il vero motivo della loro permanenza."
Dissi storcendo lievemente un lato della mia bocca all'insù in modo ironico, lo guardai con ancora il viso girato di tre quarti.

Iniziò a ridere rumorosamente.
"Oh no Levi, io sono felicemente sposato."
Rispose mostrando la mano con la fede inserita in modo pesante sull'anulare.

Annuii.
"È più per i ragazzi, qualche sera di svago servirà anche a loro."
Aggiunse.

Non avevo nulla in contrario, anche se il mio timore maggiore era che potessero distrarsi troppo con tutti quei bei corpi attorno.

Eren's pov.

3:12 p.m.

Stavo aiutando i ragazzi a portare degli enormi casse contenenti i cibi in scatola da portare in mensa quando ci imbattemmo finalmente in quelle tanto agoniate ragazze, stavano aspettando davanti alla mensa, un po' timide e riservate, bhe, non tutte in verità.

"Oh andiamo, spostatevi"
Vidi una ragazza alta quanto me, carnagione abbastanza abbronzata, coda di cavallo corta, bassa e lentiggini sparse in viso venire verso di noi tirandosi sù le maniche.

"Se aspettiamo voi faremo notte"
Aggiunse piegandosi e afferrando da sola uno scatolone alzandolo senza troppa fatica, il suo fisico era snello e ben formato, rimanemmo tutti abbastanza increduli e umiliati.

Le altre fanciulle cacciarono delle risa nascoste.

Vidi poi un'altra ragazza avanzare, questa a differenza della prima non disse nulla, aveva i tipici tratti giapponesi, capelli corvini, con un taglio poco più in sù rispetto alle spalle, occhi scuri e inespressivi, si avvicinò afferrando un altro scatolone senza la minima difficoltà.

Io e Reiner che ne stavamo tenendo uno in due ne rimanemmo a bocca aperta abbastanza avviliti.

Levi's pov.

7:47 p.m.

Si fece ben presto orario di cena, stavo finendo di vestirmi dopo una meritata doccia, avevo ancora i capelli umidi e uno straccio che mi pendeva dai lati del collo quando Farlan iniziò a pressarmi.

"Andiamo Levi, muoviti, quanto sei lento!"
Disse lui iniziando a sbattere le mani fra loro in segno d'incitamento.

Ero appoggiato con la spalla sinistra agli armadietti, il vapore stava inebriando la stanza, ero intento ad infilarmi i pantaloni, il mio viso era piegato verso il basso aiutandomi a vedere dove stessi mettendo le gambe.

"Oh e sù, ti aiuto io"
Iniziò lui avvicinandosi.

Io prontamente sfilai l'asciugamano dalle mie spalle frustandolo in pieno volto.

"Non ti avvicinare."
Gli ringhiai addosso.

Il biondo scoppiò a ridere divertito.

"Mi vuoi dire che fretta hai oggi?"
Chiesi tirando sù la zip.

"Ho scoperto che quella ragazza stasera ha il turno in mensa."
Gli si illuminarono gli occhi. Non capitava tutti i giorni che dei soldati potessero anche provare infatuazione o addirittura innamoramento e notando quel bagliore nei suoi occhi addolcii il viso.

"Ohh ma che te ne parlo a fare, non lo capiresti in ogni caso..."
Si ricompose storcendo il naso abbastanza deluso.

Aggrottai le sopracciglia.
"Ehi, c-cosa vorresti dire scusa?!"
Iniziai in mia difesa.

Mi puntò uno sguardo.
"Che tu a queste cose non ci pensi affatto!"
Riprese puntandomi l'indice contro.

"E va bene andiamo"
Aggiunsi infine allacciandomi gli scarponi.

Il ragazzo mi sorrise radioso uscendo a passo svelto dal bagno, lo seguii standogli dietro, i miei capelli erano ancora abbastanza umidi, ma per una volta decisi di dare retta al biondo.

𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora