Capitolo 25.

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Eren's pov.

Il buio che capeggiava nella stanza quella sera, non fu sinonimo di un qualcosa di oscuro o malvagio, al contrario, si insinuò sui lineamenti del corvino donandogli pronunciate ombre e rendendolo ben delineato. Nulla di quell'oscurità finì per trasmettere sensazioni negative, tutto l'opposto, infuse emozioni d'estrema eccitazione.
La mandibola era tirata, mostrando un generoso incavo fra lo zigomo e la sua guancia.

Con la mano sinistra mi stava perlustrando scrupolosamente al di sotto della maglietta, mentre con la destra iniziò a scivolare in modo graduale lungo le lenzuola che ricoprivano il letto, provocandone il conseguente stropicciamento.

Mi contorsi appena, stringendomi nelle spalle, impaziente che l'uomo mi raggiungesse.
Lo scrutai minuziosamente, ogni singolo gesto, i miei occhi ne brillavano alla sola vista, fui sicuro in quel momento più che mai che ormai ne fossi completamente attratto.

Vidi il suo braccio ritirarsi dal mio petto, uscendo il giusto per poter afferrare l'orlo della maglia, facendola scorrere fino al mio collo, un brivido mi attraversò.

Mi afferrò entrambi i fianchi stringendoli fra le sue dita, fino a lasciarne delle lievi ombrature rossastre, quasi a ricomporre le sue mani.

Lo vidi piegare la schiena fino a far toccare le sue labbra sul mio basso ventre. Istintivamente alzai il capo sforzando noncurante il collo, non riuscii a rendermi conto della situazione finchè non la constatai con i miei occhi.

Le sue spalle leggermente aperte per la presa sui miei fianchi risaltarono, mettendo in mostra vari muscoli ben formati che si muovevano sotto il volere dell'uomo in modo ritmico e sensuale, mi sentii mancare da quella vista.

I miei addominali si contrassero non appena la lingua del corvino iniziò a passarglisi sopra, lasciandone una scia umida e calda.
Mi portai lestamente la mano alla bocca tentando di tenerla chiusa per l'immenso piacere che mi provocò.

Strinse di rimando la presa sul mio corpo iniziando a lasciarvici vari baci, salendo mano a mano e non tralasciando nessuna zona.
Più le sue morbide labbra salivano, più il mio cuore saltellava all'interno del mio petto, in una danza ritmica sempre più pressante.

"C-caporale..."
Iniziai in un lamento ansimante, le mie guance scottavano in maniera disumana.

"Mh Eren... dimmi"
Rispose lui con voce profonda e pulita. Solo allora mi resi conto di quanto fosse erotica, aveva un timbro basso e con cadenza orientale quando si ritrovava a rispondermi in tedesco. Il suo tono era fermo, ma allo stesso tempo, in antitesi, anche come se si dissolvesse in un sussurro, troppo impegnato per prestarmi attenzioni ma non troppo per non rispondermi.

Mi passai l'avambraccio sugli occhi cercando di calmarmi. Le mie gambe iniziarono a ritirarsi sul letto alzandone le ginocchia.
L'uomo in tutta risposta si fermò, sollevando appena il suo viso dal mio petto, puntando uno sguardo alle gambe che si fecero più rigide e chiuse.
Fece scivolare una mano lungo l'interno della coscia sinistra, stringendola fra le dita ed iniziando a spingerla delicatamente a lato della mia figura, provocandomi un gemito soffocato che repressi prontamente mordendomi il dorso della mano.

"Facciamolo."
Dissi in un momento di eccitazione eccessiva. Il suono di quelle parole continuarono ad aleggiare nella stanza per qualche secondo.

Mi puntò addosso quegli occhi dall'aurea glaciale e incantatrice.
Iniziò a farsi maggiormente spazio fra le mie gambe premendole con leggera pressione al materasso, si arrampicò poi fino ad arrivare al mio collo.
Il suo naso incontrava la mia mandibola in modo alternato, i suoi capelli iniziarono a solleticarmi il lobo dell'orecchio sinistro portandomi a girare il viso verso destra.
I denti dell'uomo iniziarono ad affondare nella mia carne, alternandone il gioco di lingua.

𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora