Capitolo 73.

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Eren's pov.

01/07/1945 - 7:20 a.m.

Continuai a lasciarmi trasportare dalle emozioni che il corvino era in grado di produrmi. Le mie mani fisse sulla sua schiena come fossero state l'appiglio che mi avrebbe fatto rimanere ancorato alla realtà, le sue labbra lungo tutto il mio corpo riuscirono ad accendermi di passione ogni lembo di pelle sfiorato con estrema attenzione ed affetto.

"Oh sì..."
Sussurrai abbandonandomi subito dopo ad un gemito piuttosto pronunciato e sensuale.
Le dita dell'uomo mi perlustrarono con più foga a quell'affermazione dettata esclusivamente dal piacere.
"Sono perdonato quindi?"
Mi chiese in modo scherzoso il corvino poggiando la fronte sulla mia.
In tutta risposta le mie mani andarono ad intrecciarsi con i capelli di quest'ultimo stringendomi maggiormente a lui, gli addomi si sfiorarono percependone tutto il calore da essi emanato, gli occhi chiusi in contemplazione e le gambe tremanti ancora fisse al suo bacino madido di sudore.

L'uomo preferì non disfare quel quadro tanto paradisiaco che gli si piazzò dinnanzi non riformulando la domanda di poco prima intuendo da solo la risposta. Continuò invece a baciarmi il viso, talvolta afferrando fra i denti il mio labbro inferiore, e talvolta leccando il mio collo in un percorso dannatamente erotico verso la lussuria più pura.

"L-Levi..."
Ansimai appena sotto le sue spinte sempre più decise volte a farmi pronunciare il suo nome in un eccesso di piacere. Mi sentii il corpo in fiamme non solo per ciò che iniziammo a fare, ma sopratutto per via delle percosse ricevute precedentemente.
"Si fermi un secondo..."
Pronunciai con un filo di voce stremato dalla possenza del corvino che continuò ignorandomi completamente.

"LEVI!"
Gridai in modo più pronunciato a gote rosse e sguardo ancora impregnato di piacere.
"Ti ho sentito amore"
Si lasciò sfuggire fra un bacio e l'altro lungo il mio viso esausto che a quelle parole s'illuminò di gioia.

"M-mi ha chiamato-"
Non feci in tempo ad ultimare la frase che l'uomo uscì di prepotenza dal mio corpo provocandomi un sussulto non indifferente, le mie unghie finirono per conficcarsi nella sua schiena lacerandola appena.

"C-Caporale... la stanno aspettando nella cabina del Comandante"
Una voce fuori dalla porta ci fece tornare momentaneamente alla realtà.
Nonostante fossi ancora fra le nuvole riconobbi la cadenza italiana di Connie e un sorriso mi apparve involontario sul volto.
Il corvino si voltò di tre quarti mostrando una contrazione del suo addome pressoché divina, i suoi muscoli si tirarono accentuandone le curve e i dislivelli, un velo di sudore imperlò la sua pelle rendendola incantevole, non parlando del suo viso fattosi serio e duro rivolto di profilo verso la porta.

"Sì sto arriv-"
Non resistetti afferrandogli il volto in modo delicato per farlo combaciare col mio in un bacio gentile, i suoi muscoli si rilassarono posando istintivamente le mani sui miei fianchi che presero a tremare appena al contatto con le sue dita. La dolcezza che fece trasparire mi sciolse completamente.

Sei riuscito a prenderti tutto di me...

"Ohi ohi... stavo parlando"
Mi sussurrò ad un palmo dalle mie labbra in tono docile ed appena sorpreso.
Le mie guance presero a scottare finendo per nascondere il volto nell'incavo della sua spalla.
"Ha ragione mi scusi"
Pronunciai con tono ovattato dalla sua divisa. Mi cinse il bacino con una mano, mentre con l'altra mi accarezzò la nuca.

"Sto arrivando"
Disse poi a tono più alto stringendomi appena di più.
Mi sentii il cuore battere all'impazzata con ancora il viso rivolto nel suo corpo, le narici inebriate dal suo profumo persistente che non fece altro che ipnotizzarmi desiderando quel momento non finisse più.

"Rimani nei paraggi d'accordo? Stasera dormirai con me"
Mi riferì lui seguito da un corposo bacio sui capelli.
"Non sarebbe meglio che io mi ambienti e prenda confidenza con gli altri?"
Gli chiesi una volta che l'uomo si staccò iniziando a vestirsi.
Mi rivolse uno sguardo confuso quanto divertito.

𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora