Eren's pov.
Strinsi le braccia attorno il collo del corvino, il suo profumo da uomo mi pervase fin dentro le ossa, socchiusi gli occhi aderendo il mio viso all'incavo della sua spalla.
Mi sentii leggero e senza pensieri, i suoni della primavera continuarono imperterriti la loro melodia nonostante in quell'esatto momento due uomini si stessero abbandonando finalmente ai loro sentimenti.
Levi mi strinse come mai prima d'ora e io feci altrettanto, non vi fu nulla di malizioso quel giorno, restammo semplicemente abbracciati l'uno all'altro sull'erba fresca e lucente di aprile, come se fosse necessario per continuare a respirare, un bisogno primario a cui nessuno dei due riuscì a rinunciare.
Mi sentii accarezzare i capelli.
"Non disobbedire più al Generale, mi hai capito?"
Chiese guardandomi negli occhi, lo sguardo fermo e tranquillo.
Mi trovavo appoggiato sulle ginocchia in mezzo alle sue gambe quando smossi il capo in segno di assenso."Sai, capita a tutti di sentirsi un po' persi alle volte"
Iniziò quasi in un sussurro, la sua voce mi rilassò facendomi tranquillizzare.Mi accucciai sopra di lui con il capo sopra il suo petto, il suo braccio mi cingeva la vita e l'altro invece era appoggiato sopra il suo ginocchio intento a gesticolare appena, nel mentre che mi esplicava il suo concetto.
"Lei come si sente quando le succede?"
Chiesi ingenuamente alzando il viso il giusto per guardarlo negli occhi.Il suo sguardo era dritto verso la foresta fitta di alberi.
"Male"
Rispose solo, facendo passare interminabili secondi nei quali la natura prese il sopravvento inebriandoci l'udito con il cantare degli insetti e il frusciare della brezza fra le foglie e gli alberi.
Me ne sarei restato volentieri fra le sue braccia per sempre.Non aggiunsi nulla, quello che mi disse mi bastò per rendermi conto di non essere l'unico, di non essere io quello sbagliato.
"Condividere il proprio malessere lo fa pesare nettamente di meno"
Aggiunsi, la mia mano a palmo aperto era poggiata sopra il suo petto, presi a tracciare con l'indice tutte le scalanature dei suoi addominali."Forse sì"
Aggiunse accarezzandomi i capelli in modo ritmico.
Chiusi gli occhi, il suo respiro gli alzava regolarmente il petto sollevandomi di conseguenza anche il capo in un oscillare ipnotico e rilassante, caddi lentamente in un sonno delicato e piacevole, fu la prima volta dopo giorni che riuscii a dormire, cullato fra le possenti braccia del corvino, lì dove gli incubi non mi avrebbero raggiunto.Levi's pov.
Ci misi poco a comprendere che il ragazzo si appisolò fra le mie braccia. Le marchiate occhiaie mi suggerirono non fosse una cosa abituale e lo lasciai fare.
Rimasi seduto sull'erba, il sole ancora alto e cocente, il moro dal profumo delicato rannicchiato fra le mie braccia. Avrei voluto afferrargli il volto per poterlo baciare, ma repressi quel desiderio permettendogli di riposare.
Puntai uno sguardo anche alla mano che gli lacerai con un pezzo di vetro, stava guarendo nonostante un'evidente e marcata cicatrice.Quanto tempo è passato dal nostro primo incontro?
Eren's pov.
08/04/1945 - 4:15 a.m.
"Muoviti Eren! Devi cercare meglio!"
Armin smosse mille fogli e cartelle.
Il sole non era ancora sorto, ma i raggi stavano minacciando l'orizzonte, per far spazio al giorno sovrastando la notte e la sua oscurità.Iniziai a sudare freddo, dei rivoli di sudore mi inondarono, non era per lo stress e nemmeno per il caldo, al contrario, era terrore, quel terrore puro che si insinua nei momenti meno opportuni dove si dovrebbe avere maggiormente i nervi saldi.

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𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪
Fanfiction𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰: «...Voltai uno sguardo verso l'Ufficiale affianco a me, i suoi occhi duri e fissi tradirono le sue mani tremanti giunte dietro la schiena intente a stringere un rosario. Sapevo stesse pregando, lo faceva sempre prima...