Eren's pov.
03/05/1945 - 4:15 p.m.
Il mio gruppo si trovava indaffarato nello smistamento della merce importata direttamente da Kokura, il sole alto in cielo rese incandescente il terreno sabbioso sotto i nostri piedi, emanando un calore non indifferente che andò riversandosi sui nostri corpi ormai madidi di sudore.
Decidemmo all'unisono di non avvalerci delle divise per quel giorno, abbandonandole al di sopra di alcune casse permettendo così ai nostri arti di respirare.Mi passai il palmo della mano sulla fronte scorgendola senza troppo stupore completamente sommersa di sudore. Le nostre canottiere bianche per prassi bagnate dallo sforzo, risultarono più aderenti di quanto effettivamente sarebbero dovute essere, mostrando in modo velato il corpo intero di ogni soldato.
"Dannazione, ma deve essere così caldo proprio quando scarichiamo la merce?!"
Iniziò lamentandosi Reiner con entrambe le mani poggiate ai fianchi visibilmente spossato."Vi serve una mano ragazzi?"
Una vocina docile venne in nostro soccorso attirando l'attenzione.
Come voltai lo sguardo potei scorgere Petra con in mano una cassa piena di bottiglie d'acqua seguita da Mikasa, Sasha ed altre due ragazze bionde.Tutti i presenti si precipitarono verso quegli angeli apparsi al momento giusto ed io non fui da meno.
Salutai le ragazze con cui presi confidenza avvalendomi di un cordiale sorriso e cenno della mano.
Mikasa mi si avvicinò in mezzo a tutte le risa e chiacchiere dei ragazzi."Eren, sicuro di star bene? Sembri ecco..."
Iniziò non sapendo come terminare la frase senza sembrare un'offesa."Uno straccio? Sì, lavorare sotto il sole mi distrugge"
Finii io al posto suo schernendomi da solo con un sorriso che contagiò anche il volto della ragazza illuminandolo di una luce spontanea."Ti posso aiutare se vuoi"
Si affrettò a dire lei dopo aver smesso di ridere.
La guardai stranito come se avesse parlato un'altra lingua."Perché mi guardi così? Ti devo ricordare come vi abbiamo umiliato il primo giorno sollevando le casse al posto vostro?"
Mi fece presente poi con sguardo stizzito. In tutta risposta sollevai le mani in segno di resa."Hai ragione, su questo non posso contestare"
Dissi sincero ripensando all'episodio umiliante al quale prendemmo parte io e Reiner."Però sai bene non sia possibile, questo è un compito affidato agli uomini"
Aggiunsi storcendo appena le labbra dispiaciuto per quella consapevolezza.
La ragazza in tutta risposta annuì taciturna. La considerai fin da subito una ragazza scaltra e tutt'altro che stupida, proprio per quello non vi fu bisogno d'ulteriori spiegazioni sull'argomento. La società non avrebbe mai permesso ad una donna di poter lavorare al fianco di un uomo e lo trovai davvero un sollievo da una parte, considerando la forza di Mikasa e le abilità militari di Sasha nel centrare il bersaglio al primo tentativo, noialtri avremmo finito per sfigurare.La vidi abbassare lo sguardo verso la sua sciarpa che iniziò ad indossare in modo più sciolto per via del caldo, le sorrisi appena, come per sbollire quella situazione diventata mano a mano sempre più pesante per via dell'argomento.
Avanzò verso di noi Petra, il viso riempito da un sorriso smagliante e i suoi capelli biondini tendenti al rosso rifletterono alla luce calda della giornata. La guardammo dall'alto al basso per via della sua statura particolarmente ridotta."Ehi Eren ascolta..."
Prese parola la ragazza con un velo di rosa sulle gote intenta ad afferrarmi il braccio con una mano minuta ed affusolata. Scorsi con la coda dell'occhio il fastidio nello sguardo della corvina che divenne presto duro e corrucciato.Mi grattai la nuca con la mano libera in un momento di disagio.
Oddio Eren, non ci sai proprio fare con le donne..."Volevo chiederti se sì insomma...-"
Iniziò lei allontanandomi di un passo da Mikasa che assunse un'espressione che di pacifico non ricordò nulla.
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𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪
Fanfic𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰: «...Voltai uno sguardo verso l'Ufficiale affianco a me, i suoi occhi duri e fissi tradirono le sue mani tremanti giunte dietro la schiena intente a stringere un rosario. Sapevo stesse pregando, lo faceva sempre prima...