Giappone - 09/03/1945 8:30 a.m.
Quella mattina arrivarono gli alleati tedeschi dopo un lungo viaggio accompagnati anche dal fusorario, ero curioso di vedere come sarebbero stati dopo tanto scombussolamento.
Li vidi varcare il cancello blindato, era un gruppo di ragazzi, sembravano tutti così dannatamente giovani, per un istante mi pervase un senso di malessere, erano tutti fin troppo piccoli per trovarsi lì, anche se sapevo perfettamente che la maggior parte dei cadetti fosse di quell'età se non ancora meno.
Li vidi tutti così spaesati, per un attimo mi dimenticai della situazione nella quale ci trovavamo e li guardai semplicemente come dei ragazzi.Una volta entrati tutti, li sistemammo nella sala comune, si posizionarono in modo esemplare, come solo dei tedeschi avrebbero potuto fare.
L'Ammiraglio Yamamoto mi invitò a salire sul piccolo palco che separava la stanza, lo seguii senza dire nulla, me ne stetti in disparte nel mentre che il mio superiore si presentava.
Iniziai a squadrare tutti i ragazzi e il mio sguardo si posò distrattamente su uno in particolare, era un ragazzo alto, moro e con degli occhi mai visti prima."Ackerman, prego"
Tornai ben presto alla realtà quando venni interpellato per parlare, avrei dovuto esprimermi in tedesco e non me la cavavo poi così male, ero sempre stato non solo un soldato eccellente ma anche un brillante studente.Mi misi al centro del palchetto con le braccia saldamente giunte dietro la schiena.
"Buonasera soldati, per voi sono il Caporale Ackerman, sarò il vostro istruttore nonché guida, vi aiuterò ad addestrarvi e a farvi conoscere il territorio. Vi affiancheremo al gruppo 12 e seguirete gli allenamenti come tutti"
Gli sguardi apparvero intimoriti, li squadrai uno ad uno, finché non rincontrai quel ragazzo dagli occhi verdi.
"Ah e.. ben arrivati"
Conclusi.Tutti i cadetti annuirono e io mi tolsi dal centro della scena, lasciando il palchetto all'Ammiraglio e al loro Generale Erwin Smith, approdato insieme ai suoi uomini.
Eren's pov.
Eravamo finalmente arrivati nelle nostre camere, vedere con che clamore ci accolsero i giapponesi mi fece sentire dannatamente in colpa, ma non c'era spazio per quel tipo di emozioni o pensieri da ora in avanti.
"Allora? Come ti sembra qui?"
Mi chiese Armin, era seduto nel letto affianco al mio."Mi sembra confortevole"
Gli confessai. Tutti gli altri nostri compagni di stanza stavano dormendo e noi al contrario stavamo sussurrando rigorosamente in tedesco, non potevamo sicuramente parlare in americano."Sì, non è male qui, sono solo un po' agitato"
Disse accennando una risatina isterica.Lo guardai serio.
"Armin, non abbiamo tempo per questo, non puoi lasciarti andare alle emozioni ora, abbiamo un incarico, ricorda."
Lo rimproverai.Lui con lo sguardo basso annuì incessantemente.
Ci sistemammo per riposare e come appoggiai il capo sul cuscino mi pervase nella mente la figura del Caporale giapponese.
Uomo virile, muscoloso, non troppo alto, (ma d'altronde i giapponesi non lo erano troppo, o almeno così ci dicevano) sguardo intenso e voce profonda.Chissà com'è in battaglia, pensai, o se ci fosse mai sceso, mi sembrava una figura importante, non ero del tutto sicuro fosse mai andato a sporcarsi le mani, mi addormentai poco dopo.
Levi's pov.
Lasciammo riposare i nuovi arrivati e nel frattempo mi rinchiusi nella mia cabina, ero seduto su una sedia con i gomiti appoggiati su un tavolino in mogano e la testa fra le mani.
STAI LEGGENDO
𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪
Fanfiction𝘛𝘳𝘢𝘵𝘵𝘰 𝘥𝘢𝘭 𝘵𝘦𝘴𝘵𝘰: «...Voltai uno sguardo verso l'Ufficiale affianco a me, i suoi occhi duri e fissi tradirono le sue mani tremanti giunte dietro la schiena intente a stringere un rosario. Sapevo stesse pregando, lo faceva sempre prima...