Capitolo 80.

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Eren's pov.

26/07/1945 - 9:00 a.m.

Il corvino prese posto affianco a me, le ginocchia alzate cinte dalle sue braccia che vi si poggiarono al di sopra. Il mio sguardo svuotato ancora fisso verso lo scorcio d'universo posto sopra di me. Sentii la sua mano posarmisi sulla coscia iniziando ad accarezzarne dolcemente la stoffa.

"Perché stai piangendo?"
Mi domandò voltando il capo verso il mio, il suo tono non fece trasparire nulla, se non fosse stato per la sua mano rassicurante sul mio corpo non sarei riuscito ad intuire la sua preoccupazione.

Non puoi dirglielo Eren, non puoi.

"Perché sono un cazzo di piagnucolone"
Risposi con rabbia e frustrazione, nonostante le parole goffe conferirono alla frase un non so ché di grottesco.
Lo vidi assottigliare appena gli occhi storcendo le labbra in un'espressione divertita quanto confusa.
"Credimi che su quello non avevo dubbi"
Mi schernì con tono basso e tranquillo, la sua voce mi arrivò così leggera che chiusi gli occhi abbandonandomi definitivamente alla corteccia dietro di me.
Tentai di trattenermi, ma dopo qualche secondo di silenzio, un piccolo sorriso iniziò a contrastare con i miei occhi arrossati e stanchi ancora chiusi. Ne aprii uno in modo scaltro e cauto squadrando l'uomo affianco a me che mi guardò con un sopracciglio alzato. Lo richiusi subito dopo mordendomi entrambe le labbra pur di non scoppiare in una sincera e liberatoria risata.

"Guarda che ti ho visto"
Riprese Levi stando al gioco, mi si avvicinò facendo passare le sue mani sotto la mia divisa solleticandone i fianchi, le sue labbra andarono a posarsi sul mio collo ancora in bella vista provocandomi una risata giocosa.
Mi contorsi per il solletico provocato, rannicchiando istintivamente le gambe al petto, le mani appoggiate al suo corpo pur di allontanarlo dalla mia carne mentre una risata iniziò ad inebriarmi i sensi.
"Come sei bello quando sorridi"
Mi sussurrò quando ormai finimmo di giocare fra noi, io steso sull'erba ancora fresca con un leggero fiatone dovuto alle risa incontrollabili, ed il corvino postomi sopra, le mani fisse ai lati della mia figura, ciocche di fini capelli gli caddero affiancando il viso posto ad una decina di centimetri dal mio, i suoi occhi tanto taglienti apparvero in quel momento arrotondarsi dall'affetto nei miei confronti.

"Lei invece è bello sempre"
Mi lasciai sfuggire in un sussurro. La leggera brezza mattutina iniziò a smuovere ciuffi d'erba attorno a noi, proiettandoci addosso l'ombra ad intermittenza delle foglie di Quercia smosse in un dolce ballo sopra i nostri capi.

Ci guardammo intensamente finché l'uomo non alzò entrambe le sopracciglia sorpreso. Mi resi conto solo allora di quello che gli dissi iniziando ad arrossire copiosamente.

Eren gli hai davvero detto una cosa simile?

Mi posai entrambe le mani sugli occhi scoprendo con poca sorpresa le mie guance scottare.
Sentii l'uomo piegarsi il giusto per potermi baciare la fronte, scendendo alle dita, incontrando subito dopo la mandibola ed infine le mie labbra, mi lasciai trasportare da quella sensazione tanto paradisiaca rilassando appena i muscoli estremamente tirati.
Nonostante mi fosse sistemato sopra non avvertii la sua presenza, intuendo il corvino stesse trattenendo con le braccia flesse pur di non caricarmi del suo peso molto maggiore rispetto al mio.

"Che imbarazzo..."
Sussurrai togliendo delicatamente le mani dal viso che venne a contatto subito dopo con le dita del corvino, i suoi arti passarono sulla mia gota ancora arrossata.
I suoi occhi fissi sui miei rendendoli titubanti dinnanzi all'autocontrollo dell'uomo.

"Un po' forse"
Infierì volutamente lui facendomi imbronciare istantaneamente.
"Lei dovrebbe rassicurarmi!"
Lo rimproverai sempre più caldo in volto.
"E perché mai dovrei farlo?"
Domandò alzando un sopracciglio schernendomi, i suoi lineamenti non parvero scomporsi di una virgola.

𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora