Capitolo 19.

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Eren's pov.

31/03/1945 - 8:05 p.m.

Mi trovavo in mensa insieme ai miei compagni, quella sera l'atmosfera era radiosa come non mai, fuori capeggiava una bellissima luna di fine marzo, l'aria iniziava a farsi meno fredda e gli odori primaverili aleggiavano timidamente.

Nonostante fossimo in una situazione difficile e delicata per quella sera i soldati si lasciarono alle spalle i problemi e posarono l'attenzione sulle ragazze che lavoravano incessantemente dietro al bancone della mensa, non facevano da cameriere, semplicemente preparavano i pasti, con degli eleganti e sobri vestitini che le arrivavano fin sotto il ginocchio, a mezze maniche, un bel nastro le cingeva la vita di un nero opaco, con degli orletti rifiniti in un  bianco brillante, le trovai veramente graziose.

"Sono bellissime, non trovate?"
Chiese Reiner non calcolando di striscio la sua cena, poggiava invece il mento sulla sua mano, assorto dalla presenza di quelle figure tanto desiderate eppure allo stesso tempo così spaventose.

"Reiner, non quella rossa! Ce lo ha esplicitamente riferito l'Ufficiale questa mattina"
Iniziò Armin strattonando con quelle manine sottili il braccio possente del ragazzo affianco a lui.

"Scherzi? No, non avrei il coraggio di puntarla, io pensavo più a quella ragazza biondina laggiù, vedi? Minuta, occhi azzurri..."
Iniziò lui scorgendosi verso Armin facendogli vedere la ragazza in questione.

Non potei non trattenere un sorriso divertito.

Levi's pov.

Raggiungemmo la mensa a passo spedito anche se io rimasi indietro, non mi andava di fare le corse per qualcosa che nemmeno mi interessava.
Una volta varcata la soglia della mensa ne percepii un'atmosfera completamente nuova, era come se il campo si fosse rianimato, pullulava di vita.

Andammo in fila per farci servire il cibo, il ragazzo biondo mi era davanti.
Prese un vassoio non fornendosi nè di posate nè tanto meno di bicchiere, era totalmente perso. Vidi di provvedere io a prenderne anche per lui.

Iniziò a far scorrere il vassoio sul corrimano della cucina così da farsi servire o eventualmente servirsi da solo.
Il suo sguardo era totalmente smarrito, sembrava ammaliato da quella figura tanto incantatrice.

Quando la notò intenta a servire, il ragazzo annaspò prendendo un respiro a pieni polmoni avviandosi poi verso di lei.

"Accidenti, da vicino sei ancora più bella"
Iniziò puntandole un sorriso.

La ragazza si guardò intorno assicurandosi che si stesse riferendo proprio a lei, una volta constatato iniziò a sorridere contenuta, senza mostrare i denti, un sorriso timido e le guance leggermente arrossate.

Roteai gli occhi al cielo, il biondo ci sapeva fare molto meglio di me, ma vederlo provarci così spudoratamente ogni volta era davvero esasperante.

"Non parlo con chi non mi si presenta prima"
Riprese lei con una voce svelta, scaltra, mi sorprese parecchio. Trattenne un'espressione soddisfatta.

Vidi il ragazzo piacevolmente sorpreso, alzò velocemente un sopracciglio facendosi passare la lingua fra i denti in modo sicuramente inconscio.

"Sono Farlan Church"
Si presentò tenendo stretto il vassoio e guardandola fissa negli occhi.

"Bene Farlan Church, sta bloccando la fila."
Disse infine sporgendosi dall'angolo cucina e indicando con un mestolo l'immenso assembramento che creò.

Il ragazzo guardò prontamente il casino che provocò lasciandosi sfuggire un elegante...

"Oh cazzo"

𝘼 𝘿𝙖𝙣𝙜𝙚𝙧𝙤𝙪𝙨 𝙂𝙖𝙢𝙚 ➢ 𝘌𝘳𝘦𝘳𝘪Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora